Eredità Agnelli, il gip ordina l’imputazione coatta per John Elkann e Gianluca Ferrero
Il fronte giudiziario che riguarda John Elkann si complica e si articola su due binari nell’ambito dell’inchiesta sull’eredità Agnelli. Il gip del tribunale di Torino, Giovanna De Maria, ha fissato una nuova udienza per l’11 febbraio, rinviando la decisione sulla richiesta di messa alla prova avanzata dal CEO di Exor, per prendersi ulteriore tempo nell’esame della memoria difensiva.
Parallelamente, nell’altro filone dell’inchiesta, il gip Antonio Borretta ha ordinato alla Procura di formulare l’imputazione coatta nei confronti di John Elkann per due dei sei capi originariamente contestati, relativi alle dichiarazioni dei redditi presentate dopo la morte di Marella Caracciolo, vedova dell’Avvocato Gianni Agnelli. L’imputazione coatta è stata disposta nonostante la Procura avesse chiesto l’archiviazione.
Per gli altri indagati, Borretta ha disposto l’archiviazione completa per Lapo e Ginevra Elkann e per il notaio svizzero Robert Urs Von Gruningen, mentre Elkann e il commercialista Gianluca Ferrero, presidente della Juventus dal gennaio 2023, rimangono coinvolti.
I legali della famiglia Elkann hanno reagito dichiarando: «Pur apprezzando le archiviazioni, la decisione di imporre al pm la formulazione dell’imputazione per John Elkann e Gianluca Ferrero è difficile da comprendere e in contrasto con le richieste dei Pubblici ministeri. Depositeremo ricorso per Cassazione eccependone l’abnormità».
Sul fronte della messa alla prova, resta quindi in sospeso la decisione del gip De Maria, con l’udienza fissata per l’11 febbraio. La difesa ribadisce «la ferma convinzione che le accuse siano prive di fondamento e che Elkann abbia sempre agito correttamente e nel rispetto della legge», precisando che l’adesione a eventuali accordi non costituisce ammissione di responsabilità, ma solo la volontà di chiudere rapidamente una vicenda personale delicata.
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