Biasin: "La Juve viaggia come una lippa. Affollamento in avanti, Giovinco libero di scegliere"

Il giornalista del quotidiano "Libero", Fabrizio Biasin, si sofferma su quanto sta accadendo in casa delle big, nel suo editoriale setimanale per Tuttomercatoweb:
Ipotesi di qualche genere sul clamoroso tweet di Balotelli dell'altra notte:
1) Aveva appena terminato la visione di un puntatone di fisica nucleare del "Consorzio Nettuno" dal titolo "La tabellina del tre". Mario non se ne perde una.
2) Si è svegliato di soprassalto dopo aver mangiato una micidiale cazzuola avanzata in frigo e regalata da "quelli della cazzuola", celeberrimo club di Concesio. Pensava di morire. Ecco il perché del tweet.
3) In realtà si era appena alzato dal letto dopo essere andato a dormire alle 23 come un bravo pupo, subito dopo la partita e una tazza di camomilla "margheritella".
4) Il tweet è una conseguenza di una furibonda lite con la maialina Super. La stessa, sul suo profilo (@maialinadimario), pare abbia risposto con un piccatissimo "Oink".
E poi c'è l'ipotesi 5), la meno credibile francamente: Mario sta tirando la corda perché stufo dell'ambiente Milan. Pensa te cosa andiamo a pensare.
Ora, tutto può essere, vogliamo credere che prevalga la storia della micidiale cazzuola, ma qui siamo di fronte a una situazione decisamente insostenibile.
Al Milan se uno arriva in ritardo all'allenamento finisce in punizione. Se lo fa due volte di fila, la punizione si dovrebbe trasformare in castigo a tempo indeterminato. Il Milan è una cosa seria, mica il club dell'uncinetto.
E invece Mario stasera gioca come nulla fosse. Per carità, capiamo Allegri e la sua voglia di salvare il salvabile, ma certi atteggiamenti non possono passare inosservati.
Balotelli approfitta di un momentaneo vuoto societario causato dal passaggio di consegne Adriano-Barbara. Balotelli deve ringraziare che in rosa non c'è più uno come Ringhio Gattuso, ché magari stasera giocava, ma senza quell'aria di sufficienza stampata in faccia. Balotelli a fine stagione con tutta probabilità divorzierà dal Diavolo. Lo farebbe anche a gennaio, ma quel geniaccio di Mino al momento fatica a trovare una sistemazione che accontenti le parti. Il Chelsea di Mou? Pura fantasia. Il Tottenham? Perché no...
Di sicuro Mario è sul punto di non ritorno. Pensa di valere Cr7 o Messi e invece è solo Mario Balotelli, un ottimo attaccante che senza un bagno d'umiltà passerà alla storia come uno che per un periodo è stato sulle copertine di qualche importante settimanale. E se stasera facesse una tripletta? Cambierebbe poco. E' la costanza la virtù dei grandi.
Il resto è affare di Allegri, al timone semplicemente perché in contemporanea si sta svolgendo l'ultimo round Galliani-BB. Vincerà "lei" ("lui" ha già alzato le mani in segno di resa e ha chiesto di essere liquidato prima di Natale) e nel club cambieranno molte cose. L'allenatore in primis, che va in conferenza e dice "I ragazzi sono stati sfortunati... Ce l'hanno messa tutta... E' un momento no... Dobbiamo restare uniti...". Mai che si lasci andare a una considerazione in stile Marcello Lippi ai tempi dell'Inter: "Nei panni del presidente manderei via l'allenatore a calci...". Sia mai che il patron lo prenda sul serio. Di sicuro il match di stasera sarà quello del "non ritorno": una sconfitta consegnerebbe la squadra al traghettatore Tassotti in attesa del designato Seedorf.
E poi c'è l'Inter. Mentre il campione rionale di "boccino e carambola" Jonathan festeggia la sua rinascita, nessuno riesce a dimenticare la "questione Wanda", o meglio il tatuaggio piazzato da Icardi sul di lui avambraccio per festeggiare le gioie dell'amore.
Abbiamo capito tutti che a Mauro piace la Wanda. E non solo a lui. A quanto pare anche sul polpaccio di Nagatomo è da poco comparso un misterioso tatuaggio con la medesima scritta: imbarazzo sotto la doccia. Per evitare ulteriori equivoci, Castellazzi ha quindi mostrato una curiosa scritta "Vanda" con la "V" sul costato: "Oh, sia chiaro, è una che ho conosciuto a Riccione nel 1988, tranquillo Maurì". Sulla schiena di un per nulla vendicativo Maxi Lopez, invece, è apparsa una curiosa scritta dalle mille interpretazioni: "La sorella di MZ". Il botta e risposta tra maschioni è stato clamorosamente interrotto dall'arrivo di Wanda, che ha gelato tutti mostrando il suo nuovo, inquietante tatuaggio: "Cristiano Malgioglio".
Nessun marchio, invece, per gli altri difensori nerazzurri. A loro vorrebbe provvedere direttamente Mazzarri, imbufalito per il gol incassato a Bologna. C'è chi non passerà serene vacanze di Natale: Pereira è l'indiziato numero 1 a lasciare il club, Paolo Cannavaro non vede l'ora di riabbracciare il suo mentore Walterone. Rischia grosso anche Belfodil, che a gennaio finirà in prestito per lasciare posto a un attaccante di maggior affidamento: Osvaldo è il sogno che solo Thohir può realizzare.
Lo stesso neo-patron pare che si sia già rotto le balle di svegliarsi di notte per vedere le partite. L'altra sera c'è chi giura averlo visto trangugiare sei Red Bull e un bombardino per non addormentarsi. Terribile effetto collaterale lunedì mattina: l'indonesiano ha cantato per quattro ore di fila il coretto "chi non salta rossonero è" agli attoniti amici di Giacarta. Poi è crollato. Queste le prime parole al risveglio: "Ma davvelo pago Peleila?".
Sulla Juve c'è poco da dire. Viaggia come una lippa. Merito di Conte, merito di una dirigenza illuminata da almeno un paio di stagioni. Inutile parlare dei due là davanti, portati a Torino per fare quello che stanno facendo. Ora però si rischia l'affollamento. Giovinco verrà lasciato libero di scegliere: possibile un ritorno a Parma in prestito, in cambio di Biabiany (che piace anche all'Inter). Sebastian nel frattempo ha provato a iscriversi al club dei tatuati, ma al negozio credendolo minorenne gli hanno negato la scritta "Incantevole Creamy", sua beniamina.
In chiusura un curioso elenco: Ibrahimovic, Balotelli, Mkhitaryan, Pogba, Lukaku, Abate, Matuidi, Ola John, Niang, Romero, Maxwell, Weiss, Criss, El Kaddouri, Didac Vilà, Salamon, Mattioni, Natali, Brugman, Jonathas, Kasami, Ely, Bouy, Eron, Goias.
Son tutti calciatori. Hanno tutti un "papà". Si chiama Mino. Alcuni son forti, fortissimi, altri meno. Gli ultimi sei guadagnano relativamente poco. Io dico che quasi per magia saranno protagonisti dei prossimi mercati. Ma magari mi sbaglio, ci mancherebbe...