SOTTOBOSCO - Il disastro Juve e una voce su Allegri. Ci sarebbe una soluzione, ma non rapida. Szczesny-Donnarumma: i segnali e il presunto retroscena. Ricorso Giraudo potrebbe scoperchiare vaso di Pandora: società bianconera chiamata a chiarire?

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
13.09.2021 00:13 di  Andrea Bosco   vedi letture
SOTTOBOSCO - Il disastro Juve e una voce su Allegri. Ci sarebbe una soluzione, ma non rapida. Szczesny-Donnarumma: i segnali e il presunto retroscena. Ricorso Giraudo potrebbe scoperchiare vaso di Pandora: società bianconera chiamata a chiarire?

Circola una voce, che forse è solo una leggenda metropolitana. E cioè che dopo essere tornato alla Juventus, Allegri abbia confidato: “Ho trovato macerie“. Che la voce abbia “gambe“ o sia una bufala, in fondo ha poca importanza. La Juventus che in tre giornate di campionato, incamera un punto rappresenta una realtà disastrata. I guai cominciano in porta. La colpa della società è stata quella di aver sottovalutato la situazione. Perché anche nella stagione conclusa con Pirlo, il portiere polacco aveva offerto prestazioni negative. Situazione evidenziata anche all'Europeo. Dei cinque gol subiti finora in campionato, tre e mezzo portano sue clamorose responsabilità. Rispondesse al vero che nel mancato ingaggio di Donnarumma sia pesato il parere di Allegri, allora il tecnico livornese avrebbe aggiunto alle “macerie“ qualche calcinaccio. Ma sarebbe assurdo attribuire al solo portiere la  responsabilità dell'attuale momento negativo. La Juve da anni  prende gol con sconcertante puntualità. Ma è noto che una difesa va in sofferenza se il centrocampo lavora male: quello della Juve lavora  malissimo. Gli interpreti sono modesti. Locatelli ha portato qualità. Ma non è un regista. Da tre anni la Juventus ne sta cercando uno. Quanto alle punte non sono fenomenali. E' un attacco che ha  vissuto per troppo tempo alle spalle di Ronaldo. Che certamente era un accentratore,  ma che quasi sempre toglieva le castagne dal fuoco.

Allegri (mi rifiuto di pensare abbia “spinto“ affinché Ronaldo fosse “sbolognato“) dovrà fare molto di più di quanto probabilmente immaginava fosse necessario. Allegri non è in discussione  semplicemente perché non “può“ esserlo, essendo garantito da un quadriennale. Ma per onestà intellettuale va detto che se i medesimi (pessimi) iniziali risultati li avessero ottenuti Sarri e Pirlo, la contraerea delle polemiche sarebbe in azione. Personalmente non sono stupito dell'attuale situazione: su questa  rubrica lo avevo profetizzato nell'anno di Sarri. Non si tratta di far giocare una squadra, alta o bassa. Con il pressing o con la zona. Con il 4-3-3 o il 3-5-2. Si tratta  di come i giocatori percepiscono l'allenatore. Di come percepiscano la dirigenza. Di come percepiscano i compagni. Ci sono i comportamenti e ci sono gli ingaggi. Riaggiustare un vaso rotto è difficile. Anche per un mastice come Max Allegri. Poi c'è la parte dirigenziale. C'è chi ha preso Conte e Allegri. E chi Sarri e Pirlo. C'è chi ha preso Barzagli e Pirlo. E chi Rabiot e Ramsey. Sempre di parametri zero si tratta: non starò  a spiegare la differenza. Fuori contesto Ronaldo : forse il classico caso del passo più lungo della gamba .

Che fare? Il quesito di Lenin è sempre attuale. Le esigenze della Juve sono trasparenti: ridurre le perdite (Arrivabene è lì per quello), ridurre il monte- ingaggi, abbassare l'età  media della squadra, far crescere i giovani, cedere giocatori poco appetibili sul mercato e gravati da ingaggi assai onerosi. L'esigenza  primaria non è più quella di vincere. Le squadre vincenti si costruiscono nel tempo, pezzo per pezzo, con i giocatori giusti. E non sempre i giocatori  “giusti“ sono quelli con grande tecnica. E giocatori giusti sono quelli dal grande carattere, il grande cuore. La Juventus ne ha qualcuno. Ma nessuno è un leader. La “nottata“ si annuncia  lunga. Immaginare soluzioni salvifiche “rapide“ significa mentire e mentirsi. Specie in questo calcio ormai privo di vergogna. Dove i giocatori sono “proprietà“ delle Nazionali e dei procuratori. Dove Fifa e Uefa con la complicità delle Federazioni fanno e disfanno a  piacimento. Dove la tecnologia si esprime con  protervia insopportabile. Dove in modo irresponsabile le società hanno consegnato per tre  anni il prodotto calcio ad un gestore impossibilitato a garantire la qualità. Perché l'Italia  è tecnologicamente in ritardo. E  meno del 25% del Paese è coperto dalla banda larga. E' lo streaming, bellezze. Al quale il calcio nostrano si è consegnato per qualche copeco in più .

Infine:  il tribunale di Strasburgo ha ammesso il ricorso di Giraudo. Ci vorranno mesi prima  venga discusso. E non è detto dia ragione all'ex ad della Juventus. Anche gliela desse, immagino che come “organo autonomo“,  la Figc, convocherebbe  Dracula e persino Satana pur di non riaprire Calciopoli. Perché  scoperchiare il  vaso di Pandora potrebbe essere esiziale per tanti:  colpevoli e vittime, comparse e protagonisti. Potrebbe esserlo per chi ha testimoniato e per chi mai l'ha fatto. Per chi ha giudicato e per chi ha evitato di farlo. Ottenesse  Giraudo soddisfazione anche la Juventus sarebbe chiamata a chiarire. Almeno due cose. La prima: per quale motivo a Strasburgo non abbia  mai ritenuto di andare. La  seconda: cosa c'era scritto nella memoria che l'avvocato Jean Louis Dupont (lo stesso assunto da  Giraudo, lo stesso che sta difendendo Barcellona, Juve e Real nella vicenda Superlega) ingaggiato dall'allora presidente Cobolli Gigli presentò quando la Juve fu retrocessa in serie B?