L'IMBOSCATA - Prima cicale, poi Gattopardi, ora coccodrilli: quelli che vorrebbero riprendere. Spettro Superlega. Diaconale o Diaconalien? Scudetto a tavolino: posizioni Juve e Lazio, il precedente belga e l'attesa decisione di Gravina

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
03.04.2020 00:10 di Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA - Prima cicale, poi Gattopardi, ora coccodrilli: quelli che vorrebbero riprendere. Spettro Superlega. Diaconale o Diaconalien?  Scudetto a tavolino: posizioni Juve e Lazio, il precedente belga  e l'attesa decisione di Gravina
© foto di Andrea Bosco

Tutti vorremmo che il campionato di calcio riprendesse. Significherebbe essere usciti dall'incubo. Riprendere, ma con totali garanzie sanitarie. In questo momento serve realismo . La Federazione fa bene ad ipotizzare soluzioni. Ma fa male a veicolarle. Servono ad alimentare illusioni. La curva dei contagi sta calando. Ma i morti continuano ad essere tanti. L'equivalente di un piccolo paese, ogni giorno, scompare. E la seconda ondata del virus sembra  fisiologica. Come dimostrano i casi di Cina e Corea del Sud . In Italia gli scienziati ancora non hanno stabilito se il “ picco” della prima ondata sia stato o meno raggiunto .

 Oggi i gattopardi si sono trasformati in coccodrilli. Chiedono tempo: dimentichi di aver vissuto da irresponsabili cicale. 

Vorrebbero riprendere perché i diritti televisivi (cifra che viene anticipata da chi li detiene) se li sono già “fumati”. Al pari dei contributi degli sponsor. Dal botteghino già ricevevano poco: ora neppure quello.

Promettono di mettere mano, “quando sarà finita” alla ristrutturazione dei campionati. Sono scettico. Non l'hanno fatto quando avrebbero potuto. Chiederanno quattrini al governo, appellandosi alla  "socialità“ del calcio. Evitando di fare quanto da tempo è  indispensabile: riforma dei campionati, riduzione del numero delle squadre, divisione tra calcio professionistico e calcio dei dilettanti. Se non si tornerà a giocare le previsioni sono catastrofiche. Con società, presumibilmente costrette a portare i libri in tribunale. 

 Inutile girarci attorno: questa pandemia, con le conseguenze che la logica suggerisce, risulterà un assist alla creazione di una Superlega. L'idea di veder diventare il calcio continentale una sorta di Nba, non mi piace. Ma tutto porta a pensare che il processo, già avviato, potrebbe avere una accelerazione. Perché dopo la pandemia, l'emergenza (drammatica anche questa) sarà costituita dalla crisi economica. Una Superlega potrebbe risultare ossigeno per un calcio stremato .

Vengo ad un argomento diventato stucchevole. Il quotidiano attacco del portavoce della Lazio, Arturo Diaconale, alla Juventus. Conosco Arturo da molti anni. Lo conosco come persona equilibrata e professionale. Quindi non mi spiego quanto sta accadendo. E' come se  Diaconale fosse diventato un altro. Scrive di esprimersi “a titolo personale” ma io mi attendo ogni giorno che dal ventre di Arturo esca Alien con le fattezze di  Lotito .

Diaconale adombra il sospetto che la Juventus voglia la cancellazione del campionato ( ma è solo una sua idea ) per dedicarsi alla Champion's. E benché l'Uefa ipotizzi di far giocare le Coppe tra fine luglio ed agosto, allo stato dell'arte si tratta di ipotesi.

 Diaconale ha eccepito sulla decisione della Juventus di ridurre (in accordo con giocatori e  allenatore) quattro mensilità dei suoi tesserati salvo  ripresa del campionato“. Dice Diaconale: “Non si parli di decisione etica, la Juve ha fatto i suoi interessi. E comunque avrebbe dovuto decidere collettivamente non autonomamente“.

 Alcuni club sembrano orientati a fare come la Juventus. Altri vorrebbero attendere l'evoluzione delle cose. L'Aic non si è ben capito quale posizione terrà. Ma parte dei calciatori risulta contraria  alla riduzione degli stipendi .

A differenza della Lazio, la Juventus non si è mai avvalsa del decreto “salva calcio“. Neppure quando fu investita dal ciclone Calciopoli. Lotito dal 2004 è presidente della Lazio. Dal 2011 ne è diventato il proprietario. Ha preso una società tecnicamente fallita e l'ha riportata alla correttezza dei bilanci. Oltre ad  una crescente competitività sul piano sportivo.  Ma ha anche potuto (per decreto) rateizzare il debito (dal 2004) in ventitre  anni. Tradotto: la Lazio potrà godere di questa dimensione amministrativa ancora per qualche stagione. Raccontò Silvio Berlusconi a Bruno Vespa: “ Se avessi lasciato fallire la Lazio, sarebbe scoppiata la rivoluzione “. 

La Juventus è una società per azioni, quotata in Borsa. Risponde agli azionisti. Non alla Federazione, alla Lega o all'Aic. 

Spiega Gravina che “la Juventus non vuole lo scudetto a tavolino”. In verità la Juve, sull'argomento, non si è ufficialmente espressa. Ma Agnelli ha messo un like alla pagina di un tifoso che aveva scritto di “non tenere a questo scudetto“ .

E' anche – per quello che può valere- anche la mia  posizione. Ma la Federazione dovrà decidere in autonomia. In Belgio lo scudetto è stato assegnato. Dovesse Gravina fotografare la classifica esistente, assegnando lo scudetto “a tavolino“, non pretenda sia la Juve motu-proprio a rinunciare. Gravina si prenda la responsabilità di non assegnarlo. Potrebbero applaudirlo in tanti. Lotito, non credo.