L'IMBOSCATA - Altro che idee chiare, la Juventus è ancora un cantiere nonostante l'arrivo di Allegri e l'apporto di Elkann. Qualche consiglio ad Agnelli per il futuro. Colabrodo JWomen: Montemurro mi ricorda qualcuno

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
13.08.2021 00:35 di  Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA - Altro che idee chiare, la Juventus è ancora un cantiere nonostante l'arrivo di Allegri e l'apporto di Elkann. Qualche consiglio ad Agnelli per il futuro. Colabrodo JWomen: Montemurro mi ricorda qualcuno
© foto di Andrea Bosco

Nuova  sconfitta delle Women: 1-3 in amichevole  contro il Pomigliano. Nelle ultime due gare nove gol presi e uno segnato. Come gioca Montemurro? Mi sembra un 3-3-3-1 mai visto prima. Riepilogando: la Juve  aveva Guarino che vinceva quasi sempre. Ora ha Montemurro che perde anche con il Pomigliano. La Juve aveva Giuliani, portiere che raramente prendeva gol. Lasciata andare. Sulle nuove guardiane della Juve mi astengo. Il fatto è che così disposta in campo è diventata un colabrodo. La cosa mi rammenta una vicenda già vissuta: recentemente. Il  campionato è alle porte. Montemurro riconsidererà il suo modo di giocare? Non ne ho idea. Montemurro  mi rammenta qualcuno. Che non mi piaceva.  Spero che Montemurro non sia come lui.

Pensavo che il ritorno di Max Allegri avrebbe consegnato anche una Juventus  con le idee chiare, visto che la proprietà (Elkann) aveva  provveduto a sanare (con l'ennesima iniezione di liquidità) il passivo accumulato. Una Juventus che avrebbe dovuto programmare la cessione dei rami secchi. Perché si sa come funziona:  il primo idiota che passa,  sbatte a terra un mozzicone di sigaretta e provoca un incendio. Una Juventus che avrebbe dovuto provvedere a pianificare. Invece  a 18 giorni dalla chiusura del mercato, nessuno dei nodi è stato ancora risolto. Non quello del centrocampo dove continua, indisponente, la telenovela Locatelli. E poi il piano B: Pjanic. Senza che nessuno si sia ancora chiesto per quale motivo un giocatore (bravo)  finito nella società che più di ogni altra al mondo ha sempre esaltato il lavoro dei centrocampisti, abbia passato più tempo in tribuna che sul campo. Non il nodo della difesa dove anzi è uscito Demiral. Mentre dal punto di vista mediatico e della contabilità la Juve è uscita massacrata  per la vicenda Romero. Serviva una punta. Ed è stato preso Kajo Jorge: giovane tutto da scoprire. In compenso la sensazione è quella di una Juventus, cantiere. Che troppi danno per favorita nella corsa allo scudetto, sapendo di mentire. Oggi  la favorita è probabilmente l'Atalanta. Oggi  la solidità di Milan e Napoli si fanno preferire. La Juve è al terzo posto con Inter (troppo pesanti le cessioni di Lukaku e Hakimi, oltre all'addio di Conte e Oriali per non incidere) , la Roma (da scoprire) e la Lazio (idem) .

Ci si appresta ad un campionato di livello scadente. Che perde i migliori giocatori, con i suoi (tranne rare eccezioni e quella della Juve è una di queste) imbarazzanti impianti, con i suoi debiti, con le sue istituzioni imbelli. Incapaci di produrre riforme, ma sempre pronte a “postulare“ .  Istituzioni con il petto in fuori per “essere riuscite a mettere assieme 60 club“ e che viceversa dovrebbero maledirsi per non avere saputo ridurre quel numero:  almeno a quota 54. Istituzioni che si sono affidate a nuovi gestori televisivi senza avere le “certezze“ che i vecchi erano in grado di garantire. Istituzioni  che per un paio di strapuntini accanto al  trono del Papa hanno baciato un anello già umido di saliva altrui. Istituzioni che hanno messo al rogo la Superlega fingendo di non sapere che la  meritocrazia è  stata ,da tempo, assassinata. E che ad ucciderla sono stati loro. Con il gigantismo, la globalizzazione, l'esasperato  liberismo fatto di business in debito . Oggi il calcio italiano rema dietro ad arabi, cinesi, russi, statunitensi. Si rimpiangono gli anni Ottanta, quando in Italia sbarcavano i Platini e i Maradona, i Ronaldo (il Fenomeno) e i Van Basten. Dimenticando che allora non esisteva il fair play finanziario, truffa architettata dall'Uefa per colpire gli “inimici“. E chiudendo  entrambi gli occhi per i compagni di merende.

Paghiamo tutto, il covid è stato un acceleratore. Oggi il nerocrinito emiro del Psg ha messo assieme un dream team  in violazione di ogni contenimento delle spese. Biglietto da visita permanente  in vista di quei Mondiali (2022) nel suo paese, in omaggio ai quali (in inverno) verranno sospesi i campionati nazionali nel mondo. Un dream team con Messi e Neymar che dovrà far “tremare“ ogni avversario. Ma che potrebbe  rivelarsi un flop. Stormi di gufi sono già all'opera .

Un Condor  invece è planato sul baby Vignato, svincolato del 2004 del Chievo (brutalizzato dalla Federazione  per inadempienza fiscale)  messo sotto contratto dal  Monza, beffando Juve, Inter e Milan. Indizio, anche questo, dei tempi.

In attesa che si risolva l'altra telenovela juventina, quella relativa a Paulo Dybala, mi  permetto un modesto suggerimento ad Agnelli in vista della prossima stagione. Per questa mi aspetto un buon campionato e una Champions che arrivi almeno  ai quarti. Ma per il 2022 tale Paul Pogba si svincolerà dallo United. E sempre per il 2022 pagando 75 milioni (ci pensino a Torino, visto che per Locatelli ne verseranno almeno 35, ammesso bastino)  si potrebbe arrivare a tale Haaland. Magari finalmente riuscendo a vendere i rami secchi persino a lusingare l'Atalanta per Gosens. Ecco:  senza  Ronaldo (fine contratto)  ma con Haaland, Pogba e (magari) Gosens. Programmare il futuro adesso.  Con quelli che spostano. Con quelli che fanno la differenza. Magari dando qualche possibilità in questi mesi anche ai Ranocchia. Se la darai agli Arthur puoi negarla ai Ranocchia?