Pirlo a La Stampa: "Il mio futuro e' a Torino! La Roma ci darà filo da torcere non dobbiamo perdere punti per strada"

Andrea Pirlo ha parlato a La Stampa partendo dalle considerazioni sul Torino, definito una "squadra organizzata, che gioca bene e che con Immobile sta facendo tanti gol. Lui è Cerci sono due grandi giocatori: ora al Torino, in futuro non si può sapere. Loro sono ormai salvi, non come gli altri anni quando giocavano con un po’ di timore: lo faranno a viso aperto, perché una vittoria con la Juve sarebbe una cosa in più nella stagione. Per noi, invece, un passo falso verso lo scudetto. Sappiamo che per lo scudetto dipende tutto da noi, perché abbiamo dei punti di vantaggio. Sappiamo anche che ci sono tante partite, e che la Roma vince e gioca bene: ci sarà da lottare fino alla fine. Quindi, non bisogna lasciare punti per strada".
Contratto in scadenza e futuro: "Non sono quello che gioca cinque minuti, ma posso anche stare in panchina, non faccio problemi se sto fuori. Voglio solo essere protagonista, finché mi sento bene: spero di farlo il più a lungo possibile. Con la Juve abbiamo parlato e ci troveremo per definire il tutto: adesso abbiamo tante partite e bisogna pensare a quelle. Ci sono tutte le carte in regola per restare: la Juve è in crescita, e si possono raggiungere grandi obiettivi. Agnelli mi ha sempre aperto le porte per qualsiasi cosa, fin dal primo giorno: lo ringrazio. Con il Real non ci ho mai parlato. Come sempre, sento Ancelotti, ma parliamo di altre cose. Berlusconi mi ha chiamato: però non tornerò al Milan. Non l'ho mai incontrato".
Sulla sostituzione con il Verona all'andata: "Il cambio era programmato, me lo disse all'intervallo, ero arrabbiato per la marcatura a uomo. Sul momento il cambio scoccia a tutti perché si vorrebbe sempre giocare. Il turnover resta una necessità, con tanti impegni ravvicinati: normale ci si fermi per rifiatare e lavorare".
Sulla Juve di Capello: "Fortissima, con grandissimi giocatori, e vinceva. Non faceva un grande spettacolo ma era cinica, come le squadre di Capello: sanno quello che vogliono, e alla fine lo ottengono. Quella di Conte E' diversa, basata sul collettivo e organizzata benissimo, sta ottenendo dei grandissimi risultati. Giocando bene: e in campo, ci divertiamo.
Dopo il mondiale: "Avrò 35 anni, è giusto far crescere altri. Poi, se ci sarà bisogno, non è un problema: appena mi renderò conto di non fare certe cose, sarò il primo a tirarmi fuori: non mi piace essere sopportato".