MIRETTI parla ai giovani bianconeri: “Quando si arriva tra i grandi serve personalità. Difficile descrivere le emozioni dell’esordio in Prima Squadra”

26.10.2023 20:01 di  Benedetta Demichelis   vedi letture
MIRETTI parla ai giovani bianconeri: “Quando si arriva tra i grandi serve personalità. Difficile descrivere le emozioni dell’esordio in Prima Squadra”
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Fabio Miretti ha parlato ai ragazzi del settore giovanile della Juventus dopo che ha affisso la sua maglia nella "Wall of Dream" a Vinovo: "Mi ricordo quando anche io venivo la sera ad allenarmi qui e mi vengono in mente un sacco di bei ricordi che ho condiviso con allenatori, compagni e membri dello staff. Tornare qui è una bella emozione e vedere qui vicino a me persone che mi hanno cresciuto è una bellissima sensazione. Il ritmo, la velocità delle giocate necessarie e la qualità degli avversari sono le più grandi differenze. Poi gli scontri, la fisicità, ci sono molte cose. Tutto diventa più difficile. La Next Gen servirà tanto per prepararvi a questo percorso. Quando si arriva tra i grandi serve personalità e non bisogna avere paura di sbagliare per mettere in campo le qualità costruite negli anni del settore giovanile. Quando ho iniziato ad allenarmi con la prima squadra, tutto il gruppo è stato fin da subito disponibile con me. Tutti cercano di aiutarti, ma sono consapevoli che se sei lì è perché hai qualità e quindi ti spronano a migliorare sempre e mettere in mostra le tue qualità. Le emozioni dell'esordio sono state tante, è difficile descriverle a parole.

Sicuramente felicità e tanto orgoglio, perché come quelli che sono qui sanno, arrivare a giocare in prima squadra è un sogno che si realizza. Sentire dire il mio nome urlato in coro dai tifosi è un’emozione enorme. Prima io ero dall’altra parte a gridare il nome dei giocatori, quando ho sentito urlare il mio mi sono venuti i brividi. Crescendo le emozioni cambiano, ma una cosa non cambia: la voglia di giocare a calcio, farlo bene e vincere le partite. Questa voglia di vincere la avevo da bambino e me la sono portato dietro. Quando ero un ragazzino giocavo per divertimento, poi, crescendo, quello che all'inizio era un sogno è diventato un obiettivo, quindi ho lavorato duro per raggiungerlo. Sacrifici? Sono tanti e sono tutti quelli che fate anche voi. Andare ad allenamento dopo la scuola, tornare la sera tardi, magari andare via di casa a 15 anni e stare lontani dalla propria famiglia. Questi sacrifici ve li porterete dietro e saranno motivo diorgoglio per voi. Le difficoltà fanno parte del percorso, la differenza la fa il modo di affrontare le difficoltà e la voglia di trovare sempre una soluzione", queste le sue parole riprese da Juventus.com.