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TJ - CHIESA: "Quest'anno pensiamo a vincere un trofeo, sarebbe importante anche per quello che ci sta succedendo. La mia famiglia ha fatto la differenza durante l'infortunio"

06.03.2023 18:41 di Camillo Demichelis Twitter:    vedi letture
LIVE TJ - CHIESA: "Quest'anno pensiamo a vincere un trofeo, sarebbe importante anche per quello che ci sta succedendo. La mia famiglia ha fatto la differenza durante l'infortunio"
TuttoJuve.com
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Federico Chiesa sta parlando in diretta sul canale Twitch della Juventus. TuttoJuve.com sta riportando le sue parole in diretta: 

Inizia a parlare Federico Chiesa:

"Voglio salutare tutti e sono felice di parlare con i tifosi dell'uscita ufficiale nel mondo di Back on Track".

Come hai reagito quanto ti hanno chiesto di fare questo documentario?

"Ho parlato con la Juventus poco dopo l'operazione all'inizio volevano fare delle piccole puntate su Youtube e io ho detto subito di si. Mi faceva molto piacere far vedere quanto fosse duro il percorso riabilitativo. Poi mi hanno chiesto di includere la parte della mia vita privata, perchè la mia famiglia ha fatto la differenza per venire fuori da un momento veramente difficile della mia carriera. Volevano far vedere le emozioni, gli ostacoli che venivano superati insieme, ma anche quello che viveva la gente nello starmi vicino e nell’affrontare questa situazione insieme a me. Mia mamma e mio papà mi hanno sempre visto in campo, non con le stampelle. Sono emozioni diverse. Ci sono passati anche i miei genitori, mio padre si è rotto il tendine rotuleo sia a destra sia a sinistra, ci erano già passati quindi. Quando sono stato male loro sono stati i primi a darmi forza. Mia mamma mi disse: ‘Nel calcio capita questo, è uno sport di contatto".

Hai rivisto il documentario?

"Io l'ho vissuto e poi il prodotto finale l'ho visto due volte. La prima con la mia fidanzata Lucia e poi con la mia famiglia".

Hai sempre detto di non esser arrabbiato per il tuo infortunio...

"Sicuramente, nell’arco della mia carriera, ho subito interventi più brutti, dove magari ero lanciato in corsa ad alte velocità e venivo buttato a terra. Lì si corre di più il rischio. In quel caso lì, dove mi son fatto male, riguardando l’intervento sicuramente non è stato bellissimo però l’obiettivo di Smalling era quello di prendere la palla. È andato sul pallone, non lo ha fatto con cattiveria. Queste cose nello sport di contatto succedono. Ho visto il mio ex compagno di squadra, Rodrigo Bentancur, a cui voglio fare un grosso in bocca al lupo, rompersi il crociato da solo. È bastato pochissimo, son cose che capitano mille volte ma basta una frazione di secondo in cui appoggi male il piede stai poi 6/7 mesi fermo. A volte pensi ‘Cavolo mi son spaccato tutto poi ti rialzi".

Ti capita di pensare al tuo infortunio?

"Quel pensiero l'ho avuto i primi allenamenti con la squadra. Lì continuavo a pensare a quando mi sono infortunato, dopo l'esordio il pensiero è sparito. Durante i possessi palla all’inizio avevo flashback ma è una cosa normale. L’idea del documentario è stata quella di far vedere il percorso riabilitavo a livello fisico ma soprattutto a livello mentale. Posso dire di essere stato fortunato, nella sfortuna, ad essermi fatto male alla Juve perché è uno dei club più importanti al mondo e ha a disposizione le migliori strutture a livello sanitario. In quell’aspetto sono stato fortunato, è un top club ed è tutto ad altissimo livello. Dalla palestra ai campi, passando per tutte le persone. I ragazzi che lavorano in serie minori non hanno tutto questo, quindi fanno 10 volte in più fatica rispetto a noi. A livello di infortuni ci sono anche infortuni peggiori, ora di solito ci si mette 6 mesi, io ho avuto problemi nella riabilitazione ma ho avuto la fortuna di trovarmi in un ambiente per risolvere la situazione. Solo tantissimo rispetto per chi gioca in categorie meno blasonate che rientrano da un infortunio come il crociato. Si vede nel documentario alla fine: dai dottori al fisioterapista, che alla fine è stata una riabilitazione fatta insieme".

Ti ha aiutato il supporto dei tifosi?

"Si davvero tanto e mi aiuta anche adesso, perchè sento la vicinanza dei tifosi della Juventus, questo mi fa solo piacere. L'affetto me lo sono conquistato con le prestazioni in campo e per quello che do per la maglia. Ogni mio passo è stato fatto insieme a tutti i tifosi della Juventus e delle persone che mi vogliono bene".

Quando ti ha aiutato Giorgio Chiellini?

"Giorgio perchè ha subito questo infortunio, ma anche Bonucci, De Ligt e Dusan quando è arrivato. Però come mi ha detto Giorgio ogni riabilitazione è diversa. Lui ha avuto solo qualche problema inizialmente, per me invece all'inizio è andato tutto benissimo poi ho avuto dei problemi. Un crociato per due giocatori ha sempre un percorso diverso. Giorgio aveva sempre male all’inizio a flettere la gamba, io invece nelle prime 3 settimane l’ho raggiunto senza grandi problemi. A livello emotivo si accomunano, invece, tutte le riabilitazioni. Nel suo infortunio, Giorgio ha detto che di positivo ha passato tanto tempo con la famiglia. Quello che poi ho fatto anche io per stare vicino alla fidanzata, alla famiglia. Viste le tante partite che giochiamo non si può fare".

Il tuo idolo da bambino?

"Da bambino è sempre stato Kakà, ora il giocatore che mi piace di più è Mbappé. Poi hai anche scambiato la maglia con lui? L’ho incorniciata, lui è fortissimo veramente, un fuoriclasse assoluto. È disarmante. Lui è più veloce di me, ha una facilità di allungo con la palla e una rapidità di piedi che vedi in pochi giocatori. Poi a livello realizzativo è fortissimo: uno che a 23 anni fa tripletta in finale Mondiale, è un fuoriclasse lui".

Come mai hai scelto la numero 7?

"Volevo cambiare numero. Per me i numeri importanti sono dall'1 al 7, ho chiesto a Dusan se potevo prenderlo. A livello di storia recente l’ha indossato uno che fa parte dei 5 più grandi della storia del calcio, quindi è ancora di più un onore. Poi il 7 per me è un bellissimo numero. Poi è il 7 della Juventus che è stato indossato da Cristiano Ronaldo".

I tifosi ti vedono con il Pallone D'Oro...

"Grazie mille. Pensiamo a vincere un trofeo quest'anno che sarebbe molto bello anche per quello che ci sta succedendo".

Il tuo gol preferito alla Juventus?

"Bella domanda. Mi piace, il mio primo gol alla Juventus, contro l’Atalanta di novembre 2020, da fuori area. Ma anche il secondo contro il Porto, di testa. È stato magnifico segnare in Champions League e poi di testa".

Calci con entrambi i piedi. Quando decidi di usare il destro o il sinistro?

"In campo devi prendere una decisione velocemente. Mi alleno su entrambi i piedi durante le tutte sedute di allenamento, calciando sia di destro che di sinistro ma anche di testa. Così in campo cerco di prendere una scelta più rapida, è una questione di millisemi di secondo".

La tua partita più importante da quando giochi a calcio?

"A livello emotivo quella contro il Porto, agli ottavi di Champions con la Juventus. Meritavamo di passare il turno, non ci siamo riusciti peccato perchè potevamo dire la nostra. Abbiamo fatto uno sforzo incredibile, mi è dispiaciuto, poi in una competizione come la Champions League abbiamo visto anche quest'anno quanto sia difficile. A livello positivo è stato bello vincere la finale di Coppa Italia segnando un gol".

Termina la live Twitch di Federico Chiesa