Juventus-Inter a porte chiuse: segno di resa

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
24.02.2020 19:00 di Andrea Bosco   vedi letture
Juventus-Inter a porte chiuse: segno di resa
© foto di Andrea Bosco

Il Coronavirus ha paralizzato il Paese. Misure draconiane ha preso il governo dopo una iniziale sottovalutazione. Vietato l'accesso a teatri, cinema, musei, discoteche, pub, chiese.  Si è fermato anche lo sport. La serie A ha rinviato alcune gare. Nessuno è in grado di dire, quando saranno recuperate. Nessuno sa “come“ il prossimo turno verrà disputato. Tra le gare a rischio c'è Juventus – Inter in programma domenica sera. Il presidente Andrea Agnelli ha spiegato a Radio 24: “Prima di ogni altra cosa la salute dei cittadini“ . Immagino che tutti, su questo punto, non possano che concordare. Non farlo sarebbe da irresponsabili.

Una delle ipotesi che il Palazzo sta studiando è quella di far disputare Juventus- Inter a porte chiuse. Conosco la vulgata: il calendario è intasato, ci sono le coppe europee, incombe la fase finale della Coppa Italia, il campionato deve terminare inderogabilmente entro le date stabilite, visto che incombono gli Europei .

Improvvisamente, un calcio che da troppo vive come la cicala di Esopo, si scopre fragile e vulnerabile. Scopre che il campionato dovrebbe iniziare prima e non ad agosto inoltrato. Scopre che non giocare a Natale riduce le possibilità di intervento in caso di emergenza. Scopre che un campionato a 20 squadre è una modalità che il pallone italiano non può più permettersi. Discorsi vecchi: il Palazzo è questo. E in fondo è il Palazzo che il calcio italiano si merita. Nondimeno pensare di far disputare a porte chiuse Juventus- Inter, senza trovare, sia pure in una situazione emergenziale, una data di recupero equivarrebbe a una resa. Per quello che storicamente rappresenta e per quanto in questa stagione può “pesare“, Juventus – Inter merita di essere giocata con il pubblico. Le istituzioni trovino una data. Nel caso, a fine campionato (se non ci saranno altre possibilità) . Nel frattempo, tutti eleviamo una preghiera affinché il contagio venga limitato. E che un vaccino venga velocemente realizzato. Poi quando l'emergenza sarà terminata, provino, le istituzioni calcistiche nostrane a fare qualche cosa. Che assomigli a una riforma.