Dario Polverini (Pro Piacenza): "Non ci sono condizioni per giocare gara con la Juventus U23. Situazione surreale, 40 famiglie tradite e arrabbiate"

Dario Polverini, difensore del Pro Piacenza, è stato intervistato da Tuttojuve.com a ridosso della sfida che si sarebbe dovuta disputare al Moccagatta di Alessandria contro la Juventus Under 23, ma che in realtà salterà per i noti problemi societari del club piacentino.
Il calendario propone Juventus Under 23-Pro Piacenza, ma la sfida non andrà in scena.
"Noi calciatori vorremmo giocarla, ma le condizioni non ci sono ad oggi".
State vivendo una situazione surreale...
"Purtroppo stiamo vivendo qualcosa di surreale e anche di ripetitivo. La seconda mancata scadenza degli emolumenti relativi a settembre ed ottobre è stata una mazzata terrificante, oltretutto a ridosso del Natale. Dopo il primo passo falso di ottobre avevamo deciso di dare ancora credito alla società che, con il pagamento - senza relativi contributi - in ritardo, ci aveva dato un piccolo segnale positivo. Ma era solo un'illusione perché a metà dicembre siamo finiti ancora nel baratro".
Tu avevi vissuto le stesse vicissitudini con il Modena.
"Purtroppo per me e per altri due miei compagni, Remedi e Nole', questa è una doppietta. Ma di quelle che non vorresti mai segnare. L'anno scorso eravamo a Modena e diciamo che questo film è pressoché lo stesso. Con la differenza che a Modena si perse traccia del presidente Caliendo, mentre qui a Piacenza il presidente era tutti i giorni in sede, sereno, come se fosse al comando del campionato, incredibile e surreale".
Come è possibili che si verifichino le stesse situazioni per due anni di seguito?
"Può succedere due anni di seguito perché chi è addetto al controllo di queste società che si affacciano e si improvvisano nel calcio ha sbagliato qualcosa. So che è stata richiesta anche in questi giorni l'escussione della fideiussione, così da provarne la veridicità. Nel caso in cui non fosse buona credo che qualcuno si stia già attrezzando per dare battaglia".
C'è una via d'uscita?
"C'è un'unica via d'uscita e il presidente Pannella dovrebbe conoscerla. Ci sono 40 famiglie che hanno passato il Natale con il pensiero lì, con la rabbia di chi è stato tradito e con la voglia di tornare a fare quello che sognavamo da bambini".