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Claudio Gentile: "Chiellini sa come gestirsi. Morata? Sul suo rendimento influisce anche orgoglio di smentire scetticismo iniziale. Sul duello con Maradona nel 1982..."

27.11.2020 19:15 di Luca Cavallero   vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Claudio Gentile: "Chiellini sa come gestirsi. Morata? Sul suo rendimento influisce anche orgoglio di smentire scetticismo iniziale. Sul duello con Maradona nel 1982..."
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Riguardo all'attualità in orbita Juventus e alla memoria di Diego Armando Maradona, la redazione di TuttoJuve.com ha intervistato in esclusiva Claudio Gentile, ex difensore bianconero.

Otto giornate e quattro match di Champions League. Se dovessi stilare un primo bilancio della Juventus di Pirlo?

"Ti rispondo che non è possibile, perchè questa è una stagione stranissima. Pirlo ha iniziato il suo lavoro e lo sta portando avanti: dobbiamo aspettare ancora qualche partita per giudicare".

Tu sei stato un grande difensore e conosci a perfezione le sfaccettature del ruolo. Che consiglio ti sentiresti di dare a Giorgio Chiellini? Dovrebbe abbandonare gradualmente la Nazionale in favore delle prestazioni con i bianconeri?

"Il calcio è cambiato rispetto a quando giocavo io. Giocatori come Chiellini hanno la maturità tale di capire che cosa devono fare da soli: non mi permetto di dare consigli. Credo che Chiellini sappia perfettamente come si deve gestire".

Dal tuo punto di vista De Ligt e Demiral sono pronti ad assumere, nemmeno in tempi troppo lontani, le redini della retroguardia, a discapito del capitano bianconero medesimo e di Bonucci?

"Sono due giocatori giovani che hanno dimostrato di giocar bene insieme. Sul passaggio ovviamente andiamoci più cauti: gradualmente prenderanno il loro posto, ma Chiellini e Bonucci non sono affatto giocatori finiti. De Ligt e Demiral possono crescere ancora di più alle loro spalle e alternarsi a loro nelle giuste proporzioni".

A proposito di giovani, il discorso può essere proiettato anche sul centrocampo: Pirlo ha alternato - quasi in pianta stabile - Arthur, Rabiot, Bentancur e McKennie, rispettivamente un 96', un 95', un 97' e un 98'...

"Si tratta di una linea di ringiovanimento che la Juventus ha scelto di sposare e che secondo me porterà ai suoi frutti. Criticare il centrocampo della Juve, ora come ora, è prematuro per questo motivo. Questi ragazzi hanno tutto per crescere e fare bene".

Quale chiave di lettura fornisci rispetto al difficile momento di Dybala?

"Difficile giudicare dall'esterno. Si vede che il giocatore non è in condizioni ottimali. Stiamo parlando comunque di un calciatore molto valido, al di là di questo momento difficile".

E di Morata? Ti aspettavi un simile impatto?

"Quando si parla di un giocatore bisogna anche parlare della componente caratteriale. Morata è arrivato a settembre e alcuni erano scettici: sul suo rendimento ha influito sicuramente la componente dell'orgoglio nel volerli far ricredere".

Hai parlato di stagione anomala: quali sono, tuttavia, le squadre che nell'anomalia ti hanno colpito maggiormente?

"Il Milan in una fase iniziale: sono curioso di vedere come giocheranno senza Ibra, che fin qui li ha trascinati. Poi il Sassuolo sta facendo cose straordinarie".

Con te non si può non parlare di Maradona: quel duello in Italia-Argentina del 1982 resterà eternamente nella storia...

"Sapevo perfettamente che per quella partita avrei dovuto rinunciare a giocare e dedicarmi completamente a lui. Il mio obiettivo? Non farlo girare. Sapevo benissimo che se si fosse girato non lo avrei più ripreso. E' stata una partita lunga e dispendiosa: sapevo sarebbe stato difficile, ma giocavamo contro i campioni del mondo in carica. Siamo stati bravi a fargli rimandare la vittoria del mondiale a quattro anni dopo".

Al di là dei falli tattici sei riuscito a fermarlo anche in situazioni di uno contro uno...

"All'epoca non c'era Youtube, nè tanti filmati in circolazione. Bearzot mi disse: "Claudio, ti vedo in forma: Maradona lo marchi tu". Per tre giorni non ha fatto altro che guardarmi le videocassette di alcune sue partite, per studiare nel dettaglio come si muoveva in campo. Fui colto di sorpresa perchè, fino a tre giorni prima della partita, sapevo che mi sarebbe toccato marcare Kempes, che avevo già marcato nel 1978!".