Come QUAGLIA questa Juve

Quando Fabio Quagliarella è arrivato a Torino sponda Juventus, proprio agli ultimi sospiri di calciomercato estivo, numerosi appassionati bianconeri non avranno esitato a far notare come il ventisettenne nativo di Castellammare di Stabia non fosse proprio quel bomber di razza, quel rapinatore d'area di rigore che serviva. Alla David Trezeguet, alla Filippo Inzaghi per intenderci, giusto per citare alcuni goleador del recente passato della Vecchia Signora. Quagliarella è sempre salito alla ribalta per giocate spettacolari, tiri al volo improvvisi e via dicendo. Non per aver mai avuto medie realizzative da capogiro. Dopo le prime apparizioni in serie A con un'altra maglia bianconera, quella dell'Ascoli, di lui si è sempre sostenuto che giocasse lontano dal cuore dell'area di rigore, svariasse molto e non fosse concreto sotto porta. Numerose le sue prodezze balistiche con le casacche di Sampdoria, Udinese e Napoli. Con i blucerchiati: cucchiaio e gol da trenta metri contro l'Atalanta, rovesciata contro la Reggina, pallonetto da centrocampo contro il Chievo. Nei due anni in Friuli si ricordano il gol di ottima fattura al San Paolo contro il Napoli e le prodezze in Coppa Uefa; con gli azzurri partenopei poi, contro il Livorno, il destro potentissimo da centrocampo che si stampa sulla traversa e rimbalza sulla linea di porta, con il portiere avversario fuori causa, e quasi gol. Tante belle giocate, esecuzioni spettacolari, ma raramente quella concretezza e quella cattiveria in zona gol che servivano alla Juventus. Invece, finora, non è stato così.
Non utilizzabile in Europa League, le reti messe a segno dall'attaccante napoletano sono 4 in 8 apparizioni in campionato. Media: 0,50 a partita. Altissima. A fine anno sarebbero circa 20 gol. Prima gioia nel pirotecnico 3-3 contro la Samp, poi a segno nei due poker bianconeri di inizio stagione. Colpo di tacco sublime ad Udine e gol di testa "inginocchiandosi" contro il Lecce. Da ultimo il colpo di testa nel teatro del Meazza sabato sera. Perentorio, deciso, imperioso e soprattutto decisivo nel match più delicato dell'avvio di stagione degli uomini di Delneri. Alla Trezeguet, alla Dzeko, alla Ibrahimovic, alla Eto'o, alla Toni. Continua così Fabio...