Aiutini e aiutoni

Prova oggi, prova domani alla fine uno dei tanti episodi arbitrali contro la Juventus ha finito per danneggiarla e, almeno per una sera, far felici tutti gli anti-juventini d'Italia. D'altronde ognuno gode come meglio crede: c'è chi preferisce farlo per le vittorie di uno scudetto o di una coppa, e chi per aver vinto (o visto perdere) una partita.
A ogni modo, è un dato di fatto che nelle ultime gare l'atteggiamento da parte degli arbitri nei confronti della Juventus sia stato piuttosto ambiguo, quasi ci fosse un certo timore a fischiarle una punizione o un rigore anche dinanzi a falli piuttosto evidenti. E' successo a Genoa, è successo col Parma (rigore negato ai bianconeri e fallo di Schelotto su Marchisio in occasione dell'azione del potenziale pari degli emiliani), e siamo purtroppo quasi certi che accadrà di nuovo. La tendenza da parte delle ex giacchette nere, assolutamente inconscia e non premeditata, sia chiaro, appare ormai quella: nel dubbio fischiarle sempre contro. Tanto nessuno darà risalto alla cosa.
Così mentre la Roma continua di contro a ricevere quelli che non possono nemmeno essere definiti aiutini, tanto e tanti sono, quanto piuttosto aiutoni, la Juventus subisce un gol da Callejon in nettissimo fuorigioco, nel silenzio generale di media e addetti ai lavori.
Al punto che viene da chiedersi come funzioni quel "sistema" tanto in voga nei discorsi che si fanno dalle parti di Trigoria, visto che se esiste, o va a corrente alternata, e quindi male, o funziona fin troppo bene ma non per favorire la società torinese.
Per carità, noi l'errore arbitrale lo accettiamo, lo riteniamo davvero fatto in buona fede.
Così come accettiamo la sconfitta contro un ottimo Napoli che a prescindere dalla rete irregolare ha meritato la vittoria.
Ciò che non accettiamo, come cronisti prima che tifosi, è che gli altri provino a prenderci in giro con discorsi sull'onestà, sulla sportività e su presunti complotti atti a favorire i bianconeri solo per mascherare le magagne tecniche delle proprie squadre. Perché è un qualcosa che non sta né in cielo né in terra.
Allo stesso modo non ci piace l'atteggiamento dei media, in questi casi sempre ondivago come le vele di una nave sferzate dal vento.
Spiace dirlo, ma ci sono ormai tesserati, telecronisti, redattori e conduttori televisivi che sembrano aver perso il lume della ragione, e il fanatismo di alcuni di loro è diventato ormai come una livella che annulla le differenze di campanilismo e logica, ribaltando l'oggettività dei fatti come un calzino.
Perché le reazioni, da nord a sud, sono identiche: rabbia, accuse, incredulità e tanto fango gratuito quando l'episodio favorisce i bianconeri. Compiacimento, silenzio, libera interpretazione dei regolamenti e una strana forma di omertà quando questi la sfavorisce.
Da Milano a Roma, giù fino a Napoli, non importa, il commento in questi casi è sempre uguale, e l'errore, se ammesso, avviene rigorosamente senza malizia: "ma quale fuorigioco, c'era l'ombra della coscia del difensore a tenerlo in gioco, e poi sono cose che accadono", oppure “eh, oggi è plenilunio, non era facile da vedere”.
Insomma, un atteggiamento marcatamente negatorio che altera il metro di giudizio con cui si valutano le situazioni pro o contro la Juventus, la quale ben più raramente di quanto voglia far credere chi fa disinformazione, viene favorita.
Le immagini, però, non si possono occultare e la gente non è stupida o cieca.
Ed è proprio grazie alle riprese televisive, quando perlomeno le regie si degnano di mostrarle visto che talvolta spariscono nel nulla, che questi signori vengono poi sbugiardati.
Non serve a niente, perché alla fin fine continueranno imperterriti nei loro sproloqui, fomentando i voli pindarici di quegli anti-juventini che pensano di tifare per il Real Madrid e pertanto di non vincere lo scudetto solo a causa di qualche complotto, piuttosto che di organici tecnicamente inferiori a quello della rivale.
Ma è giusto ricordare a tutti che i tifosi bianconeri non sono ebeti.
Dopo l’ultima di campionato tutto bene quindi, tutti felici e sorridenti.
Fino alla prossima partita, alla prossima vittoria juventina, al prossimo svenimento di qualche carneade nell'area di rigore bianconera o alla prima ammonizione commutata all'indirizzo di qualche difensore fabbro che cercherà di rifare le caviglie di Tévez. Poi il teatrino delle polemiche unidirezionali ripartirà, sfacciato come sempre.
Del resto verba volant.
E di parole al vento, quando vince o perde la Juventus, se ne dicono davvero tante.