Nino Ori a RBN: "La Juve 2011/2012 imponeva il proprio gioco, questa deve ancora ben capire come fare"

Intervistato oggi dal Tuttosport, Angelo Alessio ha parlato della prima Juventus di Antonio Conte, facendo un paralleliscmo con quella di adesso di Igor Tudor. I giocatori in Rosa sono diversi, in quella squadra c'erano signori campioni da Buffon, a Pirlo fino a Del Piero, ma una cosa può accomunare la stagione 2011/2012 a quella 2025/2026? Sì, il gruppo e la sua compattezza. Questo ci continuano a ripetere dall'interno dello spogliatoio: la squadra c'è, il gruppo è coeso e solido, al netto di qualche gol preso di troppo. Nella stagione che aveva riportato lo scudetto a Torino, si era capito da subito che si sarebbe potuto fare qualcosa di grandioso. Si parlava di tornare in Champions dopo anni di nulla europeo, ma ad un certo punto si è capito che si poteva puntare al primo posto e così alla fine è stato. Ne abbiamo parlato questa mattina durante RBN Cafè con Nino Ori, su Radiobianconera: "L'atmosfera può ricordare quella che c'era 14 anni fa, nella stagione 2011/2012, anche se quella squadra tendeva a giocare in maniera molto diversa rispetto a quella di oggi.
La prima partita che avevo visto allo Stadio, contro il Bologna, finì 1-1non vincemmo neanche. Ma mi ricordo bene che uscendo dissi ai miei amichi che mi sarei aspettato magari non di vincere il campionato ma di andarci molto vicino. Si vedeva che quella squadra imponeva il proprio gioco e giocava bene, era una squadra con la S maiuscola. I giocatori lavoravano insieme per davvero. Vidal in quella partita entrò dalla panchina a 10' dalla fine: potevamo permettercelo".