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TJ - CUADRADO: "Da piccolo mi piaceva guardare Ronaldinho. Mi sento un po' Speedy Gonzales"

19.12.2018 14:39 di  Camillo Demichelis  Twitter:    vedi letture
LIVE TJ - CUADRADO: "Da piccolo mi piaceva guardare Ronaldinho. Mi sento un po' Speedy Gonzales"
TuttoJuve.com
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Juan Cuadrado è all'Allianz Stadium e sta tenendo una conferenza stampa con i junior Member. Ecco le sue parole riportate da TuttoJuve.com

Cosa vorresti dalla vita che già non hai?

”È difficile (ride ndr). Penso che sono fortunato ad avere quello che ho adesso. Però penso che la cosa più bella che ho è la mia famiglia e cerco di prendere del tempo per stare con loro. Perché penso che sia la cosa più meravigliosa che possiamo avere”.

Cosa devo mangiare per diventare veloce come te?

”Sicuramente devi mangiare molto bene e ci saranno i tuoi genitori che si sicuramente sanno che cosa devi mangiare. Sicuramente ti devi allenare ogni giorno molto intensamente per diventare un grande campione”. 

Mio papà a Natale fa sempre la bagna cauda ma io non sopporto l’odore, tu l’hai mai assaggiata? Quale piatto si cucina in Colombia per le feste di Natale?

”No non l’ho mai assaggiata e penso che prima o poi dovrò assaggiarla. In Colombia ci sono tanti piatti. Si fa il tacchino che si fa anche qua”

Chi è il tuo idolo e a quale giocatore ti ispiri?

”A me sempre mi è piaciuto Ronaldinho è quando ero piccolo vedevo i suoi video. Non ho potuto giocare contro di lui. Però faceva sempre cose diverse e si vedeva che quando giocava ci metteva sempre tanta allegria”. 

Se il campione Juan Cuadrado incontrasse Juan Cuadrado all’età di sei anni cosa gli direbbe?

”Io penso che gli direbbe di non smettere mai di sognare e di credere nei sogni che Dio ha messo nel suo cuore. E bisogna mettercela sempre tutta per provare ad essere ciò che si sogna di diventare. Penso che bisogna credere nei sogni che Dio ti ha messo nel cuore e bisogna lottare fino alla fine per cercare di raggiungerli”.

Se non avessi fatto il calciatore cosa avresti voluto fare? 

“Non lo so. Penso che sempre tutti noi quando siamo nella pancia delle nostre mamme e veniamo già con un dono. E sta ai nostri genitori cercare di aiutarci a vedere qual è il dono che ti ha dato Dio e la vita. Bisogna allenarsi sempre per cercare di raggiungere quello che pensi di essere”

Quali sono gli aspetti del calcio più belli secondo te?

”Il calcio è sempre bellissimo. Perché attraverso il calcio puoi imparare il rispetto per gli avversari e cercare sempre di essere una famiglia dentro e fuori dal campo e aiutarsi sempre nelle nostre diverse maniere di vivere e di vedere il calcio”.

Che emozioni senti quando fai gol allo stadium? La gioia che provi è come quando per noi bimbi arriva babbo natale?

“Si per me sempre quando faccio un gol è una felicità enorme poi sempre provo a esultare ballando perché per me è un’allegri immensa. Per me è sempre come se fosse il mio primo gol. Quindi cerco sempre di fare qualsiasi cosa”. 

Cosa si prova ad essere un idolo per tanti bambini come me? 

“Devi sapere che sei sempre un esempio. Per me è molto importante io ho una fondazione in Colombia e sicuramente i ragazzi e i bambini sempre ti guardano sia per quello che fa in campo sia per quello che fai fuori e tu devi avere cura di te. Perché sempre la gente di guarda anche quando non te lo aspetti c’è qualcuno che ti vede quindi devi stare sempre attento e dare il buon esempio non solo in campo, ma anche fuori nella vita quotidiana”. 

A chi va il tuo primo pensiero quando segni?

”Il mio primo pensiero sempre va a Dio. Sempre prima delle partite prego per avere la sua presenza e la sua saggezza. Io sono un privilegiato perché lui mi ha dato questo dono e questo talento per giocare a calcio e senza di lui non sarei niente. Quindi sempre ogni cosa che faccio e che avvengono lo ringrazio”

Sappiamo che sei un grande ballerino. Cos’è per te la musica?

”Si mi tanto la musica si vede sempre quando faccio gol. Mi piace ballare la salsa poi ci sono dei giocatori che si caricano con la musica prima di giocare una partita. Io mi carico per essere più allegro e uscire sul campo con quella allegria”,

Qual è l’emozione più bella che hai vissuto in campo e qual è la più bella emozione della tua vita?

”Penso che siano tante. La prima è stato il mio debutto in Colombia e la prima partita come professionista. Mi sono allenato per tanto tempo e quando si arriva li in quel momento era un sogno che diventava realtà. E per me è sempre un’emozione continuare a vivere dei sogni e cercare di realizzarli. Il più bel ricordo è quello. Poi quando ho debuttato in nazionale e il mio primo viaggio in Europa per fare il salto e sono tanti i momenti e li tengo sempre con me”.

Hai un sogno nel cassetto che vorresti si avverasse? E una volta terminata la carriera da calciatore cosa vorresti fare?

”Ancora non lo so cosa vorrei fare, ma sicuramente qualcosa con i miei bimbi in Colombia e sempre nei miei pensieri è essere nella mia fondazione di stare con loro e di aiutarli a crescere e di aiutarli a diventare grandi e che sappiano che sempre ci sarà una persona che è disposta ad aiutarli per far sì che possano diventare calciatori o musicisti. Perché nella fondazione abbiamo una scuola di calcio, musica e teatro. Però la prima cosa per me è che diventino persone”.

Che musica ascolti prima delle partite?

"Mi piace la salsa, la ascolto sempre perché sono dei ritmi che mi piacciono". 

Ti senti di più Willy il Coyote che insegue o speedy Gonzales che scappa?

"Speedy Gonzales che scappa è meglio sempre quello che scappa. Penso che nella vita ci sono dei momenti difficili e in questi momenti difficili devi cercare di scappare e quindi mi piace quello che scappa". 

Mi puoi insegnare il balletto che fai dopo i gol?

”Dopo te lo insegno. Dopo balliamo tutti”.

Quando sei in campo pensi spesso alla tua mamma?

”Si sempre. Diciamo che mi mancano di più i nonni, gli zii e i cugini, perché il primo anno che sono venuto in Italia sono stati due anni in Italia e poi ho portato la mia mamma qua con me. Poi da li è stata sempre qua con me quindi non sento la sua mancanza e quella di mia sorella che sono qua con me. Poi c’è mia moglie, la mia bella figlia e Lucas che sta arrivando. Sono molto contento e sto sempre con la mia famiglia. Loro sono sempre con me nei momenti difficili e in quelli belli, ma soprattutto in quelli difficili. Si sempre penso alla mia mamma perché senza di lei non sarei quello che sono adesso e sempre la ringrazio per quello che ha fatto e per tutto il supporto che mi ha dato nella mia vita”. 

Ti agita più essere intervistato da noi piccoli reporter o da un giornalista e perché?

”Da voi piccoli. Perché voi fate le domande dal cuore e a volte incontri giornalisti che fanno domande più pesanti qui invece è solo cuore ed è più bello rispondere alle vostre domande”.

Come ci si sente a scendere in campo prima di ogni partita? Hai qualche rito?

”Si sempre è un’emozione quando ci sono delle partite diciamo più difficili e non vedi l’ora di scendere in campo. Sono molto tranquillo e faccio sempre una preghiera chiedo di essere tranquillo per giocare. Poi quando scendo in campo cerco di divertirmi”. 

Fare il calciatore sembra divertente ma quali sono le difficoltà di questa professione? 

“Sono tante. Sembra facile ma non lo è. Quando ero piccolo sono andato in tante squadre che mi hanno cacciato perché ero troppo pivbolo

e troppo magro, non so da dove prendevo le forze e anche se mi dicevano no sempre ce la mettevo tutta per farlo diventare una realtà. Sicuramente non hai quasi tempo e poi giocare sotto la pioggia, la neve o con il freddo sono sempre cose difficili. Poi quando non hai tempo per la famiglia è la cosa più difficile perché viaggi tanto e sei in ritiro e non hai tempo da dedicare alla famiglia. Per me dedicare tempo alla famiglia è la cosa fondamentale”.

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