Il volto umano della Juventus: Arturo Vidal (PRIMA PARTE)

In questi giorni Arturo Vidal è al centro delle vicende di mercato e tutti si chiedono se rimarrà alla Juve. Le vicende pallonare, però si intersecano con quelle umane e molti si chiedono se l'uomo Vidal sia poi così diverso dal calciatore.
Arturo Vidal è nato a Santiago del Cile il 22 Maggio 1987 e vive in Italia dal 2011, in una villa a Moncalieri dove ama passare il tempo con una piscina riscaldata, un tavolo da biliardo e i suoi due acquari: in uno c'è una tartaruga, nell'altro un pesce nero che insegue gli altri di vario colore.
La sua famiglia è composta dalla moglie Maria Teresa Matus e dai figli Alonso e Elisabetta nata lo scorso Maggio. Arturo è molto legato alla sua famiglia e il suo clan è spesso al completo con la sua mamma Jacquilene, il suocero, la sorella, un cugino e un amico che gli fa anche da autista.
Vidal non è cresciuto in una famiglia facile: i suoi genitori sono separati ed è cresciuto con la madre Jacquilene che considera un vero e proprio mito. Il padre è stato decisamente assente nella sua vita e non certo di esempio. Basti pensare che nel 2011, pochi mesi dopo il suo arrivo in Italia, La Stampa diffuse la notizia dell'arresto del padre e della zia di Arturo per possesso di cocaina.
La sua infanzia difficile ha portato Arturo ad avere con la sua famiglia un rapporto davvero viscerale. La nascita di sua figlia è stata il coronamento di un periodo molto bello per Arturo e in un'intervista a “Las Ultimas Noticias” lo scorso Maggio ha parlato del bellissimo momento che stava vivendo nel privato e nella Juve:
“La mia piccola è venuta al mondo in un bel momento, in cui mi riesce tutto bene anche sul campo, siamo molto felici e ci aspettiamo in un anno-due di allargare ulteriormente la famiglia. Sono un buon papà, ma dovresti chiederlo alla mia sposa. Cerco di essere più presente possibile. A volte torno a casa stanco, però, ugualmente, mi prendo tempo per giocare con Alonso. Gli piace disegnare, gli piacciono le maschere dei supereroi ed è curioso di imparare sempre più. La piccola? Mi piace averla tra le mie braccia, vedere il suo faccino. Alla sua nascita mi sono emozionato. Uno aspetta nove mesi il momento di poterla abbracciare il prima possibile.”