Un (doppio) sorteggio da stare Allegri, ma tanto il vero avversario della Juve è la Juve

14.12.2021 00:00 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
Un (doppio) sorteggio da stare Allegri, ma tanto il vero avversario della Juve è la Juve
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 Meglio di così era difficile. L’urna di Nyon è stata benevola con la Juventus. Due volte, persino. I bianconeri, tanto per cominciare, sono riusciti a evitare l’insidia PSG. Che poi sarebbe stata tutta da verificare, sia pure, però intanto meglio rimandare il controllo dal dentista. Allegri e i suoi hanno pescato una volta lo Sporting CP. Sarebbe stato di nuovo Portogallo, come con Pirlo un anno fa. La seconda volta, quella buona - a meno a che Nyon non decidano di ripetersi, il Villarreal. Altra presa niente male, specie perché il tema resta lo stesso. il Porto, nonostante non fosse la squadra di scappati di casa che qualcuno dipingeva - così come non lo era lo Sporting e non lo sarà il Villarreal - rappresentava un sorteggio favorevole. Con avversarie di questo livello e lignaggio, la Juve ha l’imperativo di passare il turno. Se non si parte da questo presupposto, tanto vale non provarci neanche, perché non andresti lontano comunque.

Urna benevola due volte, quindi. Ma tanto il vero avversario la Juventus ce l’ha in casa. È se stessa. Una formazione che un giorno alza la testa e quello dopo inciampa nuovamente. Allegri aveva parlato delle difficoltà di affrontare il Venezia, è stato buon profeta perché anche in quel caso il campo stretto era soltanto un problema marginale. In altri tempi si sarebbe detto che questa squadra è femmina, ma più che la volubilità caratteriale - che comunque c’è - la Juventus continua a manifestare una incoerenza strutturale di fondo. Tattica, perché non sa come deve giocare e quindi non ci riesce. Tecnica, perché semplicemente in alcuni reparti non ha calciatori all’altezza di quella maglia. Intendiamoci: la partita contro il Venezia non è stata neanche delle peggiori. Un po’ di episodi, un po’ di sfortuna, il solito secondo gol che non arriva mai. E però è l’ennesimo passo falso in una rincorsa che rischia di diventare maledettamente complicata.

A pensarci bene, quante partite belle - cioè ben giocate - si ricordano di questa Juve, nell’ultimo anno e mezzo? Dalla crisi di rigetto con Sarri in poi, poche e nel migliore dei casi a sprazzi. In questo campionato, al massimo prove di forza ma mai nulla di convincente fino in fondo. Figuriamoci di convincente e di replicato nella partita successiva, come se ogni volta si debba ripartire da zero. Quando sembra tornare, la Juve, lo fa soprattutto perché infila tre-quattro risultati positivi e allora, almeno, viene a galla un po’ di DNA. Sul lungo periodo, non basta. Ora l'urna ha sorriso due volte ed è quasi un messaggio: una squadra che dovrà faticare come mai nella sua storia per strappare un piazzamento appena passabile in campionato, potrebbe divertirsi in Champions. Per farlo, deve risolvere il suo problema principale: deve iniziare a sapersi riconoscere allo specchio, ogni maledetta domenica.