QUI LO DICO - Antonio Conte non è uno qualunque, se n'è accorto anche Marotta. Si spiega così l'incredibile ritardo nell'acquisto dell'ala sinistra, il primo obiettivo di mercato

Sono almeno otto mesi che in casa Juve si parla della necessità di acquistare un'ala sinistra e il nome giusto non può proprio essere Emanuele Giaccherini.
Due erano i buchi più evidenti nella rosa affidata a Luigi Delneri, l'ala sinistra e il terzino destro, tant'è vero che 'Gino' per un anno intero si è arrabattato tra Sorensen e Martinez, tra Pepe e Marchisio, quest'ultimo arrangiato nella fascia laterale del centrocampo in un ruolo evidentemente non suo. Come dire, se a fine campionato avessimo chiesto a un qualunque tifoso juventino quale fosse il ruolo su cui intervenire subito con il mercato, in pochi probabilmente avrebbero chiesto il difensore centrale o il "top player" dell'attacco (che poi non è nemmeno arrivato). Al contrario, molti juventini avrebbero probabilmente risposto: l'ala sinistra. E infatti è stata anche la prima e più scontata richiesta nella lista dei desiderata di Antonio Conte. Ma allora perché la Juventus non solo non ha ancora acquisito questo tassello fondamentale, ma nemmeno sembra avere le idee troppo chiare su quale sia l'uomo giusto da prendere, girovagando tra le definizioni di ala, cursore o tornante?
Forse è opportuno fare un passo indietro e tornare alla decisione di ingaggiare mister Antonio Conte. A volte c'è da chiedersi se la scelta della dirigenza juventina sia stata davvero ponderata tatticamente o se la soluzione Conte sia stata dettata soprattutto dall'esigenza di riallacciare il filo perduto con i tifosi e, perché no, di risolvere il problema-allenatore rapidamente con un profilo low cost. In altre parole, quante partite del Siena e del Bari allenati da Conte hanno visto Marotta e Paratici? Erano consapevoli che il tecnico salentino gioca davvero con una sorta di 4-2-4 e, soprattutto, che la sua grande sfida, la sua scommessa, è proprio quella di impostare questo sistema di gioco così particolare in una grande squadra come la Juventus? Dove l'ala non è un ex terzino, semmai un ex attaccante. Dove è quasi scientifico che ad ogni partita si effettuino i tre cambi. Dove i difensori centrali debbono saper impostare il gioco con la palla a terra.
La domanda è ovviamente provocatoria, ma giustificata dal fatto che in certe operazioni di mercato Conte e i dirigenti bianconeri non sembrano parlare la stessa lingua. Piccole sottigliezze, piccoli distinguo degli ultimi giorni sembrano infatti nascondere un doppio binario. Con il dg bianconero che forse avrebbe già chiuso per Vargas e il tecnico bianconero che invece frena. Con l'acquisto di Vucinic, un attaccante che per Marotta tutto sommato potrebbe anche giocare da esterno, ma che Conte si affretta a marchiare come "prima o seconda punta". E così fa un po' ridere pensare al fatto che la Juventus si sia ridotta a "spiare" solo questa sera, il 18 di agosto, la prestazione di Diego Perotti che con il Siviglia giocherà ad Hannover nei playoff di Europa League. Non sarà un po' tardino?
Più in generale, l'idea di calcio di Conte è innovativa e richiede tempo, ma anche una fiducia forte e duratura da parte della dirigenza. Fiducia che oggi va manifestata negli uomini da acquistare. Altrimenti non avrebbe avuto senso puntare su di lui.
Certo, i tifosi non hanno certo fatto i salti di gioia quando hanno sentito parlare il mister dopo lo 0-0 di Salerno nell'amichevole contro il Betis Siviglia. "C’è ancora molto da lavorare, dobbiamo tenere i piedi per terra e pensare al giorno dopo giorno; serve tempo per assimilare il nuovo gioco, del resto abbiamo ricominciato da zero". Ricominciato da zero? Ma come, non bastavano due o tre "top player" per tornare competitivi? Lo scorso anno non era servito a creare le "fondamenta"? No, se decidi di puntare su Antonio Conte. Basta saperlo prima.