L'IMBOSCATA - Inter, che fatica senza aiutini del Var e "rigorucci". Giraudo al Tar: cosa può succedere. ADL, schiera di azzeccagarbugli contro la Juve. Caso Osimhen, la Procura si sveglia? L'inchiesta Milan, il debito di Zhang e le vie della seta

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
15.03.2024 00:35 di  Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA - Inter, che fatica senza aiutini del Var e "rigorucci".  Giraudo al Tar: cosa può succedere. ADL, schiera di azzeccagarbugli contro la Juve. Caso Osimhen, la Procura si sveglia? L'inchiesta Milan, il debito di Zhang e le vie della seta
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di Andrea Bosco 

E' stata una settimana campale. Molte cose si sono chiarite. Altre sono rimaste in sospeso ma si chiariranno. Per cominciare, l'Italia non ha più squadre che gareggiano in questa edizione in Champion's League. Bastonate l'Inter, la Lazio e il Napoli. Ipotizzabili le sconfitte di partenopei e laziali. Meno ipotizzabile la sconfitta (ai rigori dopo supplementari) dell'Inter. La cosa apre uno scenario da valutare dopo che goffamente il “petto” degli opinionisti di regime si era gonfiato parlando di “rinascita” del calcio italiano. Nessuna rinascita. Chi aveva sparso profumi e portato in dono oro, incenso e mirra, dovrebbe, per lo meno, tornare sulla terra. Ma ci si può consolare con il passaggio del turno del Milan, della Roma, dell'Atalanta in Europa League e della Fiorentina in Conference.

Se l'Inter è la migliore (e per distacco) squadra italiana, imbattibile da millanta giornate, significa che il campionato italiano è poca cosa. Al pari del sopravvalutato calcio che il Paese esprime. L'Inter ha perso la lotteria dei rigori. Ma l'Atletico di Simeone si era divorato il 3-1 nei tempi regolari e aveva preso pure un palo. Ha vinto meritatamente, prevalendo nella zona del campo nella quale solitamente l'Inter costruisce le sue vittorie italiche: il centrocampo. Non ci sono stati episodi contestati. Resta l'evidenza che “privata” degli aiutini Var e dei “rigorucci” confezionati da Rocchi & Compamy anche l'Inter fatica. Vale per l'Inter, vale per il Napoli, al quale è stato a Barcellona negato un rigore che in Italia avrebbero fischiato anche senza l'ausilio del Var: un rigore, decisamente più rigore rispetto a quello che portò al 2-1 sulla Juventus, per capirci.

E fin qui il campo. Vedremo se l'Inter avrà ripercussioni in campionato. Vedremo soprattutto se la Juventus riuscirà a tornare a vincere. E se proverà il contro sorpasso per il secondo posto in classifica sul Milan.

Fuori dal campo si registrano le congratulazioni di Infantino per la presenza prossima futura della Juventus (assieme all'Inter) al mondiale per club. Il Napoli sconfitto a Barcellona ha deciso da solo il proprio destino. Ora De Laurentiis convocherà la schiera di azzeccagarbugli che lo assistono e cercherà di ribaltare la cosa per vie legali. È lo sport preferito del calcio italiano: “sconfiggere” la Juventus in tribunale. Ci sono riusciti in passato (anche recente) ma non credo ci riusciranno ancora. Il tribunale sportivo europeo non è quello di Napoli, dove sventolano le bandiere della società campana e i sacchi della monnezza sono dipinti a strisce bianconere. In secondo luogo, non sempre è domenica. E non sempre i giudici (anche quelli del Coni) fanno selfie con la scritta: “Juve merda” a riprova della propria esemplare imparzialità.

Quindi De Laurentiis che proibisce ai suoi tesserati di farsi intervistare da Dazn (network dal quale peraltro becca la crana) e da Sky, dovrà farsi crescere le unghie per tentare di arrampicarsi sugli specchi. Magari cercando di occuparsi anche di “altro”. Segnatamente: la plusvalenza relativa ad Osimeh. Perché? Perché la sonnolenta procura che sta ponzando sul caso potrebbe risvegliarsi, visto che il “vento”, probabilmente, sta cambiando. Tradotto: l'inchiesta della procura antimafia (per ora solo lei) sul dossieraggio. Per ora a livello sportivo le spiate della guardia di finanza hanno coinvolto Agnelli Andrea, Allegri, Ronaldo, Totti e Gravina Gabriele. Ma non è escluso esca dell'altro. Anzi: è assai probabile. E soprattutto: è escluso (anche se persino nel governo, c'è chi vorrebbe chiudere alla svelta e senza troppe “croci”, la vicenda) che il fattaccio (gravissimo) si concluda in una bolla di sapone.

Chi ha spiato (per conto di chi?) lo ha fatto in modo mostruoso, roba da DDR facendo tornare d'attualità il bel film (“Le vite degli altri”). Ma soprattutto è IMPOSSIBILE lo abbia fatto da solo. Con oltre 33.000 accessi in quattro anni, significa che lo spione ha spiato al ritmo di un accesso al minuto in una giornata (ipotetica) di lavoro di 10 ore. Tradotto: visto che un giorno è fatto di 24 ore e almeno 7 le passiamo a dormire, stralciate le (ipotetiche) 10 di cui sopra, al finanziare stakanovista ne sarebbero restate solo 7: per fare tre pasti al dì, fare qualche chiacchiera in famiglia, leggere magari un giornale per informarsi, avere (sia pure con ritmi da barzelletta alla “Joe lo svelto”) una vita sessuale. Una vita infernale al pc a gettare le reti a strascico per farsi “i cazzi altrui“, la sua. O no?

Tralascio le accuse a Gravina. Quelle alle sua persona (da dimostrare) sembrano rogne di poco conto rispetto a quelle che potrebbero piovergli addosso a breve.

C'è la vicenda Milan, società dalla quale la procura di Milano vuole sapere chi sia il proprietario, chi lo sia stato e come siano andati i “passaggi” che ai pm non sembrano chiari. Ipotesi per il momento. Nel caso la procura federale di Chiné fosse presa da fremiti, potrebbe chiedere tutta la documentazione e poi decidere: multa, penalizzazione in classifica o, magari, solo un buffetto. Tranquilli, tifosi milanisti: nessuno comminerà (eventualmente) una sanzione a campionato in corso. Il Milan non ha mai indossato una maglia bianconera. Diversa la cosa (sempre eventualmente) per quanto attiene all'Uefa. Ceferin (se non sei il City o il Paris St Germain) è poco propenso all'indulgenza. E il Milan (scottato in passato) lo sa bene. Vale la pena, tuttavia, rammentare che il Milan ha partecipato alla Champion's solo grazie alla penalizzazione di 10 punti comminata per la vicenda plusvalenze alla Juventus. Era arrivata la squadra di Allegri al terzo posto, non quella di Pioli.

Se Atene potrebbe piangere, Sparta potrebbe non ridere: maggio si avvicina, al pari dei 350 milioni che l'Inter dovrà restituire ai suoi finanziatori. È vero che partecipando al mondiale per club, l'Inter (al pari della Juventus) incasserà 50 milioni di euro (da qui il rosicamento di De Laurentiis). È anche vero che non si vede da dove Zhang possa far uscire 300 milioni per saldare il debito. Ma le vie della seta sono infinite e quella, storicamente, è una terra di maghi.

Venti milioni, a breve, dovrà trovarli anche la Juventus. Quaranta la prossima stagione. Tra mondiale per club e partecipazione alla Champion's (sempre che Allegri e i suoi prodi non buttino tutto nel cesso), alla Juventus entreranno (senza tirare un calcio al pallone) circa 70 milioni. Se dovesse mai fare “strada” (condizionalissimo d'obbligo) sarebbero di più. Dice che Allegri a fine stagione toglierà il disturbo. E sarebbero 13/14 i milioni lordi da scucire, a meno di una onesta transazione. Sostituire Allegri con chi? Non mi esprimo (allenatore e giocatori, calciomercato insomma, non sono materie nelle quali sono ferrato), anche perché io non sono così convinto che Allegri verrà congedato.

Ha lasciato (consensualmente) Sarri, la Lazio dove nessuno, ormai, più lo seguiva. Vecchia storia. Sarri è un integralista che poco “lega” con fantasia e individualismi. Per dire: uno come Sancho (a Dortmund la vita è assai diversa rispetto a Manchester) con Sarri non giocherebbe mai. Ma se è per questo, con Allegri, uno come Sancho farebbe il terzino per qualche partita e poi finirebbe in panchina. In ogni caso: onore a Maurizio Sarri, hombre vertical, capace di rassegnare (sia pure con il paracadute) le dimissioni. Nel calcio italico, dove un allenatore prende a testate (poi per fortuna licenziato in tronco) un giocatore avversario, un uomo come Sarri è una rarità.

Mentre a Milano, Beppe Sala lascia i panni di sindaco e mette quelli di Vanna Marchi, imbonendo e lusingando Inter e Milan per tenerli al Meazza (da restaurare) e minacciando per l'angoscia dei residenti di concedere (in caso di abbandono dei club) lo stadio a concerti e concertisti per tutto l'anno, l'ex amministratore delegato della Juventus, Antonio Giraudo, si è rivolto al Tar per poter ottenere da quel tribunale un viatico verso il foro europeo che lo risarcisca della violazione dei suoi “diritti umani” calpestati dal tribunale sportivo che lo ha radiato, condannandolo all'ergastolo. Uno dei suoi difensori si chiama Dupont (quel Dupont) e alla fine dell'udienza, dopo essersi detto soddisfatto per “l'audizione” (il verdetto tra un mese e mezzo al massimo due) ha dichiarato di non aver mai visto nella sua vita “una violazione tanto lampante e violenta dei diritti individuali”. Mettiamola così: Giraudo ottiene soddisfazione (e non è detto). Uno come lui meno di un milione all'anno di euro non guadagna: probabilmente guadagna di più. Dal 2006 al 2025 (conclusione presumibile dell'iter) fanno 19 anni. Milioni da “rivalutare” stante l'aumento complessivo del costo della vita. Diciamo dai 25 ai 30 di possibile risarcimento. Chi dovrebbe pagare? Lo Stato. Ergo il governo. Ma la “colpa” di chi sarebbe stata? Della Procura e Tribunale Federali. Ergo della Figc. Io non me lo vedo il ministro Abodi a perorare la causa di Gravina in Parlamento. Conoscete, del resto, il mio pensiero: io Abodi, proprio non riesco a “vederlo”. Magari mi serve un oculista.

Altro? Beh, la Superlega A22 (di qualsiasi cosa a questo punto si tratti) ha ribadito: con noi calcio gratuito per tutti. Bella mossa. Poi: il fondo arabo Pif vorrebbe acquistare il Monza. A parte il Cenacolo, il fondo Pif sta comprando di tutto e di più a Milano e in Italia. Non è detto non riesca ad ottenere anche il capolavoro vinciano: questo è un paese dove tutto è in vendita. Persino l'onore. Visto Acerbi e Inzaghi? Hanno patteggiato con la Procura Federale. Una multa e tutto è finito in cavalleria. Nessuno più della Juventus lo sa: patteggiate, patteggiate, difficilmente qualcosa “resterà”. Dite che nell'originale si diceva: “calunniate”? Ma va?