L'IMBOSCATA - I sei anni di Giuseppe Marotta, dagli errori ai trionfi: il bilancio totale. Tutto quello che l'ad vorrebbe dire (comprese le verità sul mercato e sul divorzio Conte-Juve)

Mi chiamo Beppe Marotta: sono l'amministratore delegato della Juventus. A Torino sono arrivato nel 2010 su proposta del presidente Andrea Agnelli. Diciamo che sono soddisfatto di quanto sono riuscito a realizzare nel club più famoso d'Italia. Non spetta a me fare l'elenco dei trofei conquistati in sei stagioni. Ma Campionati, Coppe Italia e Supercoppe sono lì a far bella mostra di sé nel Museum della Juve . Solo tra vent'anni - quando la storia prenderà il sopravvento sulla cronaca - si capirà l'enorme spessore dell'impresa della Juventus. Sono fortunato: potrò dire, “c'ero anche io“. E anche io ho dato il mio contributo .
LA FORZA DELLA SOCIETA'
Ovviamente non ho fatto tutto da solo. Andrea Agnelli ha segnato il perimetro finanziario entro il quale la società doveva muoversi. E' Agnelli, un manager pragmatico, di grande valore e con le idee chiare. Fabio Paratici il mio braccio destro ha fatto decine di volte il giro del mondo alla ricerca di nuovi talenti. Ragazzi pronti per la prima squadra o di grande prospettiva da valutare nelle formazioni giovanili prima del grande salto nel calcio professionistico. Ovviamente Pavel Nedved che è stato cinghia di trasmissione tra la società e la squadra e che con il suo carisma e la sua storia ha avuto un peso determinante per i rapporti internazionali Ovviamente i vari giocatori, alcuni dei veri top players che hanno con il loro talento incrementato la leggenda della Juventus. E ovviamente gli allenatori che nel corso delle stagioni di sono avvicendati, ognuno con la propria personalità, la propria visione del calcio, le proprie idee. Tutti hanno potuto lavorare in libertà. E i risultati sono arrivati .
Gigi Del Neri, sfortunato la sua parte ( senza l'infortunio a metà stagione di Quagliarella sono persuaso che per lui e per la squadra le cose sarebbero andate diversamente). Poi Antonio Conte, che ha timbrato tre scudetti di fila. E dopo di lui Massimiliano Allegri che con altri due titoli consecutivi ha eguagliato la mitica Juventus degli anni Trenta : quella del Quinquennio.
Non è stato facile. Perché ripetersi nel calcio è complicatissimo. Non basta avere buoni giocatori. Per ripetersi serve una alchimia speciale.
Senza mettere in croce i miei predecessori, vorrei far notare che la gestione Agnelli aveva ereditato una situazione finanziaria delicata: il disavanzo in bilancio era pari a 95 milioni di euro. Ma dalla stessa gestione, io e il presidente Agnelli, abbiamo ereditato anche uno stadio di proprietà che al nostro arrivo era in via di completamento. Una idea innovativa della quale la Juventus e gli juventini sono debitori a chi aveva posto le basi per realizzarla: Antonio Giraudo prima e poi Jean Claude Blanc. E' un progetto che abbiamo completato grazie alla disponibilità economica dell'azionista di maggioranza John Elkann.
Ci eravamo, con Andrea Agnelli, confrontati con Elkann: l'obiettivo era quello di sanare il buco di bilancio e contemporaneamente di provare ad autofinanziarci .
Devo dire con soddisfazione che per quanto attiene al primo punto ci siamo riusciti: abbiamo chiuso in attivo di oltre due milioni l'esercizio della scorsa stagione. Chiuderemo probabilmente oltre i tre l'esercizio in corso.
Per quanto attiene al secondo punto dobbiamo ringraziare la proprietà che nel momento del bisogno ha provveduto ad un opportuno aumento di capitale.
LA CITTADELLA DELLA JUVE
Non vengo dal nulla. Nasco a Varese nel 1957. A Varese muovo, diciannovenne, i primi passi nel mondo calcistico. Ho lavorato successivamente a Monza e poi a Como e a Ravenna. Mi sono fatto valere a Venezia e a Bergamo con l'Atalanta. Poi sono approdato alla Sampdoria .
Ho avuto la mia consacrazione a Genova nella Samp dove ho realizzato quelli che considero due piccoli capolavori : far arrivare Cassano dal Real Madrid e Pazzini dalla Fiorentina.
Il 19 maggio del 2010 sono stato tesserato dalla Juventus. Un club che è un punto di arrivo per tutti. Ma anche un club dove puoi bruciarti. La Juventus è una società che ti tutela e che non ti offre in pasto alle polemiche. Vale per i dirigenti al pari dei giocatori. Ma anche un club dove è vietato fallire. Dove devi dimostrarti all'altezza. Altrimenti ti pregano con garbo ma risolutamente di accomodarti alla cassa.
Oggi il fatturato della Juventus è in grande espansione e l'obiettivo è quello di scollinare i 400 milioni, cifra che consentirebbe alla Juve di collocarsi a ridosso dei primi cinque-sei club più ricchi del mondo.
Abbiamo le idee chiare : dopo lo Stadium, il Museum e il J Medical, entro il 2017 inaugureremo il centro polifunzionale della Continassa. Una vera cittadella della Juventus che potrà interagire con la città di Torino a 360 gradi. Tutti possono farsi visitare al J Medical. I tifosi in trasferta potranno andare a dormire nell'hotel della Continassa. E i buongustai nel ristorante siglato con la J. In fatto di ristoranti il progetto è quello - in tempi celeri- di aprirne una serie nelle principali città “ calcistiche “ del mondo. Uno delle tante dinamiche espansive del marchio e del brand.
Non sarà facile. Ma in questa società le difficoltà non sono un problema. Anzi, sono sempre state uno stimolo a fare e a dare di più. “Fino alla fine“ come avete scelto. O se preferite “Vincere non è importante. E' l'unica cosa che conta“. Visto che questa frase è uscita dalla bocca di un uomo - Giampiero Boniperti - che ha fatto la storia del club sul campo e poi da dirigente, nelle stagioni indimenticabili di Gianni e Umberto Agnelli, è una frase che - credetemi - mi ripeto ogni sera prima di addormentarmi. Essere l'amministratore delegato della Juventus non è solo un onore e un privilegio. E' una grande responsabilità. Devi rispondere ai tuoi azionisti. Devi rispondere ai media, perché un club come la Juventus è sistematicamente sotto osservazione. E devi rispondere ai milioni di tifosi sparsi in Italia e nel mondo. La Juventus è un club sportivo dalla storia centenaria. E' una azienda che oggi produce utili, in un mondo dove il segno meno è abituale. Ma è anche una filosofia. C'è un amore al limite dell'ossessivo per questa squadra. Una passione che va di pari passo con l'astio, al confine con l'odio, dell'altra metà del mondo. E' geneticamente diversa la Juventus. Non lo capisci fino a quando non entri a far parte della società. Il suo fascino non arriva solo dal colore delle maglie o dalla propensione alla vittoria. La Juventus è un mondo a parte. Che dialoga con gli altri. E che pur sentendosi parte di un tutto, ha difficoltà a viaggiare con avversari allergici alle riforme. Il campionato di calcio italiano è preistorico rispetto alla Liga o alla Premier. Un campionato che risente della politica gattopardesca delle istituzioni. L'avversione alle seconde squadre, al pari della riduzione dei club di serie A da venti a diciotto, ne sono spie evidenti.
“NON HO IL BRACCINO“
So che alcuni tifosi - detto tra noi, una minoranza – non apprezzano il mio operato. So che alcuni mi tacciano di avere “il braccino corto“. Uno che non riesce a chiudere gli affari. A parte che questa è una cosa inesatta (e se mi si consente, anche ingiusta), la maggior parte dei supporters mi apprezza.
Come ogni persona che lavora, anche io ho sbagliato. Non ho difficoltà ad ammetterlo: le scelte di Martinez ed Elia furono scelte sbagliate. Ma nel mondo del calcio è fisiologico che il 10% delle operazioni si rivelino inadeguate. Me ne assumo la responsabilità. Per i casi citati e anche per gli arrivi di Anelka e Bendtner.
Ma al mio attivo ho molte cose che ritengo positive.
Ho preso Barzagli al prezzo di un Primavera (e neppure di prima fascia). Pirlo è arrivato a zero, al pari di Llorente. Per 12 milioni Vidal quando nessuno - tranne gli addetti ai lavori - lo conosceva. Pogba è costato un milione di euro. Sapete tutti a quanto è stato, dopo 4 anni, rivenduto. A zero ho preso Coman: rivenduto ( su esplicita richiesta del giocatore ) a quasi trenta milioni . A zero ho preso anche Khedira. Per spiccioli è arrivato Evra. Per 13 milioni Tevez .La società ha investito in maniera cospicua su Mandzukic, Dybala, Lemina, Sturaro e Alex Sandro : le prestazioni della scorsa stagione hanno confortato gli investimenti.
LA VERITA' SUL MERCATO
Quest'anno abbiamo operato la seconda - in due anni - mezza rivoluzione. La Juve ha messo sotto contratto Higuain, Pjanic, Pjaca, Benatia, Cuadrado. Dani Alves è arrivato a parametro zero. Zaza avremmo voluto tenerlo, consapevoli delle potenzialità del giocatore, determinante nella scorsa stagione. Ma Simone ambiva a giocare di più. E questo la Juventus non avrebbe potuto garantirlo.
Abbiamo allestito una squadra in grado di correre per il sesto scudetto consecutivo. E di far bene anche in Champions. L'obiettivo è ovviamente quello di poter alzare la Coppa continentale. Ma la conquista di una Champions non è legata solo alla qualità della squadra e dell'allenatore. Ci sono tanti fattori, imponderabili. I tifosi dovrebbero tenerne conto. Certo, la Champions per la Juventus è diventata nel corso dei decenni un tabù da sfatare. Stiamo lavorando affinché il club possa conseguire, anche a livello continentale, quanto sta conseguendo da cinque stagioni a livello nazionale .
I tifosi malpancisti mi attribuiscono il fallimento delle operazioni Draxler e Witsel. Mi imputano l'arrivo di Hernanes e le cessioni di Coman e Pogba .
Voglio essere trasparente. Con Draxler avevamo un accordo con il giocatore. Ma non abbiamo potuto chiudere con la sua società di appartenenza. Hernanes è stata una opportunità di mercato. Lo giudico un buon giocatore che può stare tranquillamente nella rosa della Juventus. Credo che in questa stagione, dopo un ambientamento complicato, potrà farsi valere. Witsel è stato bloccato dallo Zenit. E' rimasto a Torino per 13 ore dopo aver sostenuto le visite mediche ma il transfert non è mai arrivato. Coman, dopo una stagione ci ha chiesto di essere ceduto. Non è politica della Juventus trattenere i giocatori controvoglia. La stessa cosa era accaduta per Vidal. E con diverse modalità anche Pirlo e Tevez hanno lasciato la Juventus per loro esplicita volontà. Pogba eravamo convinti di poterlo tenere almeno per un'altra stagione. Solo dopo l'Europeo ci ha informati della sua volontà di trasferirsi al Manchester United. Benché avesse un contratto valido fino al 2019 e pur consapevoli che nel mondo un altro Pogba non esiste, abbiamo assecondato la volontà del giocatore.
Due precisazioni: Higuain visto che la clausola fissata dal Napoli ci consentiva di pagarlo in due anni è una operazione che avremmo fatto comunque a prescindere dalla cessione di Pogba. La seconda: il giocatore che è stato più vicino alla Juventus per riempire la casella di Pogba è stato Rakitic. Ma il Barcellona alla fine, come aveva fatto per Mascherano, non ha voluto privarsene. Per Matic abbiamo trovato la ferrea opposizione di Antonio Conte. Matuidi è stata una pista che abbiamo percorso successivamente. Leggo che Allegri vorrebbe giocatori “fisici" in mezzo al campo. Non è esatto: Allegri vuole giocatori tecnici e possibilmente fisici. Rakitic, Mascherano, Matuidi, Matic, Gustavo e Witsel rispondono al profilo. Sissoko non lo abbiamo mai trattato. Ma il centrocampo della Juventus con Khedira, Pjanic, Marchisio, Asamoah, Lemina, Sturaro, Hernanes e Mandragora che, credetemi, vi stupirà, è un reparto di valore europeo. Posso rivelare una cosa. Allegri sta sperimentando sia Pjaca che Alex Sandro, senza snaturarne le caratteristiche,anche come interni. Insomma le alternative, pur senza Witsel, ci sono .
LA VERITA' SU CONTE
Durante questi anni, molti si sono chiesti cosa sia veramente successo tra Antonio Conte e la Juventus.
Conte non credeva dopo tre meravigliose stagioni che il progetto della Juventus potesse continuare a funzionare con gli stessi protagonisti.. Consensualmente Juve e Conte si sono separate. Le illazioni sui dispetti e sui rancori che ci sarebbero stati, sono forzature giornalistiche. Conte è stato importante come giocatore e come allenatore alla Juventus. Lo è stato anche come Ct della Nazionale. Oggi allena il Chelsea dove certamente saprà farsi valere per l'eccellenza del suo lavoro. Prima o dopo la Juventus lo incontrerà da avversario. E per entrambi sarà una gara speciale. Con emozioni speciali.
Lavoro ogni giorno per rendere competitiva e vincente la Juventus. Che oggi annovera nelle sue fila alcuni tra i giocatori più importanti del mondo. Top players accanto a giovani dal profilo molto interessante. Sui giovani abbiamo una attenzione particolare. E molti ci stanno dando segnali confortanti sul loro futuro. Ho un solo rimpianto: non essere riuscito a portare alla Juventus Gabriel Jesus convinto alla fine dalla corte del City e di Pep Guardiola. Che ci aveva fatto una ricchissima offerta per Bonucci, Ma Leo è una delle nostre bandiere. Non ha chiesto di essere ceduto. Rimarrà a lungo con noi.
E SU DYBALA....
Da settimane si vocifera in Spagna che la Juventus abbia un accordo con il Barcellona per cedere Dybala a fine 2017. Non è così.
Nel mondo del calcio mai dire mai. Ma non sarei un buon dirigente se dopo due sole stagioni cedessi un profilo come quello di Dybala. La Juventus i buoni giocatori li tiene. A meno che non siano loro a chiedere di andarsene. Paulo è felice alla Juventus. E la Juventus è felice di avere Paulo in squadra. Non credo ci sia altro da aggiungere.
Anzi no, una cosa permettetemi di aggiungerla. Nel 2014 sono stato inserito nella Hall of Fame del calcio italiano nella categoria “dirigenti“. Un grande onore. Che attesta - se non altro - che entrambe le mie braccia sono di misura assolutamente normale.
La stagione è cominciata bene, a differenza di quella che comunque si è conclusa con il quinto scudetto di fila. Tre vittorie in campionato su altrettante gare. E un Higuain che con i suoi gol conforta il grande investimento che abbiamo fatto su di lui . Allegri sta lavorando bene, con pazienza. E' uno che infonde serenità al gruppo. Ma quando è necessario sa alzare la voce.
Arrivare al sesto scudetto di fila sarà difficile, ma la rosa della Juventus è in grado di conseguire anche questo traguardo. Le nostre storiche rivali, Roma, Napoli, Inter si sono rafforzate. E il Sassuolo è ormai una bella realtà del campionato. Voglio rammentare ai tifosi che in campo vanno anche gli avversari. E che non esiste squadra al mondo in grado di vincere sempre. Lo dico dopo le polemiche sorte per il pareggio casalingo allo Stadium in Champion's contro il Siviglia. La Juventus ha dominato la partita. Ha avuto almeno quattro occasioni nitide per passare in vantaggio. Imprecisione, sfortuna ( vedi la traversa di Higuain ) prodezze del portiere ci hanno negato la vittoria. Ma vorrei rammentare che il Siviglia ( vincitore per tre volte della Coppa Uefa ) non è una squadretta. E' un'ottima squadra che ha Torino è venuta per contenere. Esibendo un calcio difensivo di grande sostanza. Ho letto da più parti che Sampaoli, l'allenatore del Siviglia, sarebbe portatore di un calcio visionario. Francamente, a Torino, l'unica “visione“ che mi ha impressionato è stata quella di un calcio con nove uomini sistematicamente dietro alla linea della palla. Una volta, quando ero giovane, lo chiamavano “catenaccio“ . Ma da quando Josè Mourinho lo ha sdoganato facendo fare i terzini anche agli attaccanti, vedo che per lo più viene chiamata “organizzazione difensiva“. A volte - l'erba del vicino è sempre più verde - infiocchettata con “visioni“ ed eccentriche ”filosofie“ . Un pareggio quello in Champions che dovrà essere uno stimolo per le gare che verranno.
Non voglio parlare del ricorso bocciato dal Tar: gli avvocati della società stanno esaminando le motivazioni e suggeriranno il da farsi. Penso che quando la situazione sarà più chiara, qualche cosa in proposito la dirà il presidente Agnelli.
LA JUVE ? E' COME GLI SPARTANI
Domenica giochiamo al Meazza contro l'Inter: contro un avversario storicamente difficile. Per tanti motivi, ogni anno si tratta di una gara da effetti speciali. Ma abbiamo la convinzione di poter far bene. Coscienti della forza degli avversari, ma anche della nostra. Dopo il pareggio con il Siviglia, reputo si la gara migliore che il calendario poteva offrire per tenere alta l'attenzione e la tensione.
Per abitudine non parlo mai delle gare altrui e degli arbitri. Vedo comunque che i quattro rigori (in tre gare) concessi alla Roma non hanno visto sollevazioni mediatiche e interrogazioni parlamentari. E' un buon segno. Forse anche la percezione tifosa del calcio, assieme al rispetto che si deve al lavoro difficile degli arbitri, si sta incanalando su binari normali. Spero che al primo episodio favorevole alla Juventus la tendenza non subisca drastiche inversioni. Certi titoli di giornale, o certe imbavagliate esibizioni televisive, non fanno bene al calcio. Comunque vada posso assicurare che la Juventus ha la pelle dura: specie in fatto di polemiche. Spiegava Plutarco degli Spartani: “Non usano chiedere quanti siano i nemici. Solo dove siano" . Se mi capite …..