Italia senza juventini: manifesto di due rivoluzioni. Un mercato che dipende (anche) da altri. I cedibili e l'attesa per le offerte. Juve, una sola domanda da porsi

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Laurea in giurisprudenza, titolo di avvocato e dottorato di ricerca: tutto nel cassetto, per scrivere di calcio. Su TuttoMercatoWeb.com
29.05.2018 00:00 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
Italia senza juventini: manifesto di due rivoluzioni. Un mercato che dipende (anche) da altri. I cedibili e l'attesa per le offerte. Juve, una sola domanda da porsi
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Abbiamo visto l’Italia fare da sparring partner contro l’Arabia Saudita. A prescindere dal risultato, loro andranno in Russia e noi rimarremo sul divano. Fruttini e sprite, a guardare il mondiale. Abbiamo visto di tutto, o al peggio non ci sarà fine? Chi sa, bisogna aspettare altre prove, più complicate, per dare un giudizio sulla prima Italia di Roberto Mancini. Che inizia, per la prima volta da sei anni, senza juventini in campo dal primo minuto. Il simbolo di due rivoluzioni che devono incontrarsi. 

 

Quella degli azzurri, il cui ultimo gruppo storico ha fallito l'obiettivo, e ora deve ripartire dai giovani di un campionato monopolizzato dal suddetto gruppo storico. Quella della Juventus, mai così poco italiana come nell'ultima stagione, che sceglie le strategie per il proprio futuro e guarda anche al passaporto. Il blocco italiano nella Juventus, e viceversa, è un punto di forza per tutti. Della Vecchia Signora, e dell'Italia: vincono quando vanno a braccetto. La Nazionale, ovvio, è più dipendente dai successi della squadra più vincente del suo campionato. Ma anche la Juve, negli ultimi anni, ha sempre avuto 4-5 giocatori italiani a fare da zoccolo duro. In questo momento, ne ha sempre meno: la BBBC perde pezzi, Marchisio ha un piede sull'uscio. È una considerazione che chi di dovere, penso, stia facendo. Fermi restando gli arrivi di Caldara e Spinazzola, il passaporto può essere un elemento a favore di un italiano rispetto a un altro. 

 

Maggio, per ora, è scivolato via senza grandi colpi. Giugno si aprirà, almeno, con un affare: l'arrivo di Emre Can, da tempo ventilato, certo nonostante le smentite di rito. C'è Matteo Darmian che può già considerarsi un calciatore della Juventus, c'è Mattia Perin per cui si deciderà nei prossimi giorni. Trattativa strana, per la Juve e per l'attuale capitano del Genoa. Incredibile, davvero, che nessun altro ci punti. Ci sarà da attendere, poi, perché il mercato della Juve entri nel vivo. Motivo semplice: si deve partire dalle cessioni, e vendere è sempre più complicato che acquistare. Che disfattismo! No, parlare di cessioni come primo passo è puro realismo, è c'è una differenza tra raccontare una speranza e spiegare quello che succede. Mi piacerebbe immaginare una Juve che entri sul mercato europeo da primadonna e compri chi vuole, ma non funziona così, è anche giusto che non funzioni così. D'altra parte, le esigenze di questa squadra sono legate alle partenze da un doppio punto di vista.

 

La Juventus ha bisogno di partire dalle cessioni per due ragioni. La più banale è economica: qui si tratta sempre di inseguire quei 7-8 club più ricchi, e nettamente più ricchi. La Juve viaggia per avvicinarsi, ma la zavorra del calcio italiano si fa pur sempre sentire. Morale: l'autofinanziamento, o quasi, è una regola aurea che questa società non ha intenzione di mettere in discussione. L'altra ragione è tecnica: con qualche contraddizione, al momento la rosa è completa, almeno a livello numerico. Ridondante in alcuni ruoli, lacunosa in altri, ma gli effettivi sono quelli che ci devono essere.

 

Cessioni, e un ruolo centrale per Paulo Dybala. Due argomenti collegati: la Juve ha una lista di calciatori che potrebbero partire, o che la dirigenza vorrebbe che partisse. Elenco, limitato ai big: Benatia, Alex Sandro, Marchisio, Khedira, Mandzukic. Aggiungiamoci Higuain. L’argentino col numero 21, invece, in questo momento è da rilanciare. E il progetto tecnico, questa opinione personale, non potrà prescindere da una sua ritrovata centralità. Nell’ultima stagione Dybala ha segnato tanto, ma c’è stato veramente poco quando serviva. Morale della favola: a meno di un mondiale da grande protagonista (e al momento è difficile immaginarlo), non arriveranno offerte per quello che può essere il suo reale valore. Ulteriore morale: rimane a Torino, e la società punta a farne un gioiello per il futuro.

 

Fin qui, le strategie designate per ora. Il brutto delle cessioni, però, è che non dipendono da te. A meno che tu non sia pronto a svendere, ma non è questo il caso. La Juve ha elementi che considera cedibili, ma non da cedere a tutti i costi. Serve comunque l’offerta giusta, e non è detto che arrivi. Più facile per Benatia, e anche per Mandzukic che però non vuole andare via. Meno per Alex Sandro, Khedira è un capitolo a parte perché le offerte dalla MLS ci sarebbero pure, ma lui andrebbe soltanto in Premier League. 

 

Tutto dipende dagli altri? No, perché la Juve sta lavorando a quello che immagina per il proprio futuro. Oltre a Can e Darmian, Lorenzo Pellegrini è molto vicino a vestire il bianconero. Qualche perplessità: grandi potenzialità, ma viene da una stagione in chiaroscuro con la maglia della Roma. Ha fatto bene, ma non benissimo. A livello economico è un affare, a livello tecnico qualche dubbio lo lascia. È davvero pronto per la Juve? Credo che, senza fare tanti altri nomi (i titoloni li trovate ovunque), la vera domanda da porsi per questa società sia questa. Va bene il potenziale, ma chi arriva è davvero pronto per la Juventus?