IL SANTO DELLA DOMENICA - La triste deriva della Juve, che affonda senza dignità...

09.10.2022 00:02 di  Alessandro Santarelli   vedi letture
IL SANTO DELLA DOMENICA - La triste deriva della Juve, che affonda senza dignità...
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La Juventus non c’è più. A San Siro va in scena l’ennesima brutta figura di questo inizio di stagione, stagione che neppure a metà ottobre sembra già compromessa. Sparisce la Juve dal campo, sparisce la dignità, sparisce l’orgoglio, sparisce il concetto di chiamarsi Juventus. Una squadra senz’anima in campo, un allenatore senza idee in panchina ormai ancorato su un 442 di vecchio stampo, dal quale non riesce più ad uscire. Non una sovrapposizione, non una verticalizzazione, i soliti 30 minuti di effimero predominio, dove Cuadrado ancora una volta non serve un pallone invitante nel mezzo, dove Kostic non trova lo specchio della porta da posizione favorevole, con l’unico Milik che almeno inquadra lo specchio di Tatarusanu, che da possibile punto debole del Milan, si trasforma in spettatore non pagante. Vlahovic chiude la partita con zero tiri complessivi e appena un duello vinto, in 78 minuti di imbarazzo complessivo.

Neppure l’ennesimo scempio arbitrale, il  clamoroso fallo subito da Cuadrado non fischiato dal pessimo sig Orsato, dal quale poi è scaturito il gol del vantaggio di Tomori, ha saputo scuotere la squadra. Anzi, nel secondo tempo è iniziato il festival degli orrori, culminato nel vergognoso secondo gol concesso al Milan, una sequela di errori ed orrori che hanno resto Diaz un eroe capace di far fuori mezza difesa bianconera. Manca l’orgoglio, manca l’identità, il sentirsi parte di uno stesso gruppo, manca insomma il concetto di squadra. L’aria alla Continassa evidentemente è tornata irrespirabile, l’effetto “ nazionali” è evaporato, e le brutte figure tornano dietro l‘angolo. Soluzioni? Certo l’allenatore da cambiare come panacea di tutti i mali. Si dovrebbe cominciare da qui, nonostante le scarse alternative, Allegri sembra un capitano alla deriva che non sa più neppure leggere la sua squadra, il “ domani faremo una grande partita” si trasforma nel “pensavamo di aver superato il periodo negativo ma invece..”. Sarebbe giusto dunque cambiare rotta, ma non dimentichiamo le grandi responsabilità dei giocatori, alcuni dei quali hanno la capacità di trasformarsi da leoni indomiti in nazionale a passerotti impauriti con la maglia della Juve.

La Juve ormai non fa più paura a nessuno, neppure agli arbitri, capaci di indecorose prestazioni che passano nel silenzio e nel dimenticatoio troppo in fretta, con la società ferma nel suo inquietante silenzio.

Arrivare al 13 novembre per poi cambiare? Era un’idea, il problema oggi è che da qui al 13 novembre ci sono ancora tante partite che potrebbero affondare ulteriormente la barca, che sta desolatamente andando alla deriva. Non si può e non si deve ancora lanciare il “ si salvi chi può” ma pretendere un intervento fermo e deciso della società oggi è “ l’unica cosa che conta”