Gli eroi in bianconero: Christian VIERI

Pionieri, capitani coraggiosi, protagonisti, meteore, delusioni; tutti i calciatori che hanno indossato la nostra gloriosa maglia
12.07.2021 10:30 di  Stefano Bedeschi   vedi letture
Gli eroi in bianconero: Christian VIERI
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

«Un giorno Moggi mi chiama a rapporto: entro nel suo ufficio e trovo il mio procuratore e Bettega. Il Direttore, con i suoi modi tranquilli e gli occhi semichiusi, dice che è pronto ad aumentarmi l’ingaggio, ma che non può andare oltre i due miliardi di lire a stagione. L’Atletico Madrid offre tre miliardi e mezzo. “Si va in Spagna”, dico. E la riunione finisce all’istante. Lo ammetto, decisi guardando solo il portafogli. Potendo tornare indietro, sarei rimasto».
Figlio d’arte, nasce a Bologna ma cresce in Australia. Per qualche anno si limita a correre dietro ai canguri, poi papà Vieri riporta la famiglia in Italia e, nel 1989, Bobo inizia a correre con i ragazzi del Prato. Nel 1990 è notato dagli osservatori del Torino che, per 100 milioni di lire, lo portano al Filadelfia. La prima stagione gioca con la Primavera; la seconda debutta in Serie A. Entra nel grande calcio il 15 dicembre 1991 in Torino-Fiorentina, disputa 6 partite (1 goal) e inizia il campionato 1992-93 con una presenza. In novembre è ceduto in prestito al Pisa e nel 1993 passa al Ravenna, sempre con la formula del prestito.
Rientra al Torino nel 1994. I tecnici hanno molti dubbi; Vieri non convince: «È un attaccante grosso come un armadio ma con una tecnica individuale insufficiente», dicono. Presidente è Gian Marco Calleri che, dopo aver venduto la Lazio a Cagnotti, sta tentando un nuovo business, con il Torino. Calleri, che è ancor meno convinto dei tecnici, decide di vendere Vieri.
L’unico che intravede il campione è Rosario Rampanti, un allenatore che, in fatto di giovani, non sbaglia quasi mai. «Calleri aveva già preso accordi con il Venezia – racconta Rampanti – gli suggerii un trasferimento in comproprietà. Dissi al presidente che Christian stava crescendo sul piano tecnico e che dovevamo solo aspettare. Lui mi rispose che l’offerta del Venezia era buona. Così decise di incassare 600 milioni più la metà di Petrachi».
In Serie B, con il Venezia, Bobo mette a segno 11 goal e il prezzo sale a tre miliardi, che l’Atalanta paga per avere, nel 1995, 7 goal firmati dall’ex ragazzo del Torino. La quotazione sale ancora.

Nel 1996 la Juventus sborsa 9 miliardi per mettere il centravanti dell’Atalanta a disposizione di Lippi.
Fra i due nascono subito problemi; Lippi e Vieri sono i protagonisti di uno scontro durissimo che la società mette a tacere, grazie ai buoni rapporti di Moggi con la stampa.
«È stato un incontro di boxe – dice ridendo – ci siamo presi un po’, durante l’anno. C’è stato uno scambio di opinioni abbastanza forte. Durante un Juventus-Atalanta, io ero entrato al 40’ e, dopo cinque minuti, finì il primo tempo. Lui mi disse qualcosa negli spogliatoi ed io gli risposi. Furono bravi i miei compagni a separarci. Forse, è stata quella la scintilla che ci ha fatto conoscere. Siamo entrambi toscani e ci piace dire le cose in faccia. Quella sera, Peruzzi mi chiamò per andare fuori a cena e mi portò nel ristorante, dove c’era anche Lippi. Andai a chiedergli scusa, abbiamo parlato un po’. Poi ho fatto tribuna per le tre o quattro partite che seguirono. Dopo mi fece giocare una partita a Milano contro l’Inter, quella successiva contro la Roma, entrambe in coppia con Amoruso e, da quel momento, non sono più uscito di squadra».
Bobo segna solo 8 goal, ma dimostra di essere l’uomo adatto per far saltare in aria le difese. È il giocatore che serve a Cesare Maldini che, il 29 marzo 1997, lo fa esordire in Nazionale contro la Moldavia a Trieste. Gioca accanto a Zola e davanti a Di Matteo che militano nel Chelsea. L’Italia va in goal con Maldini, raddoppia Zola e proprio Bobo, al 50° minuto, fissa il risultato sul 3-0. Esce al 68’ per far posto a Padovano, suo compagno di squadra alla Juventus.
Maldini è convinto che la Nazionale abbia trovato l’erede di Gigi Riva; l’avvocato Agnelli è addirittura entusiasta e si raccomanda a Moggi, perché il giocatore prosegua la carriera in maglia bianconera. Il “Signor Fiat”, sorridente, davanti alle telecamere della Rai annuncia: «Ho parlato con Moggi. Christian Vieri rimane con noi».
Il giorno dopo, invece, Moggi, d’accordo con Giraudo e Bettega, lo spedisce all’Atletico Madrid per 34 miliardi. È un affare che porta un utile secco di 15 miliardi. L’Avvocato tace; non gradisce, ma tace. I miliardi hanno sempre un certo fascino.