Gli eroi in bianconero: Bruno LIMIDO

Pionieri, capitani coraggiosi, protagonisti, meteore, delusioni; tutti i calciatori che hanno indossato la nostra gloriosa maglia
26.10.2013 10:00 di Stefano Bedeschi   vedi letture
Gli eroi in bianconero: Bruno LIMIDO

Autentica meteora nel panorama bianconero, Limido nasce a Varese il 7 marzo del 1961; cresce nella società lombarda, nella quale gioca per due stagioni, retrocedendo dalla serie B alla serie C1. Nell’estate del 1980, viene ceduto all’Avellino, ma non trova tantissimo spazio, tanto che alla fine di quella stagione, ritorna a Varese, in serie B; una stagione da titolare, con 34 presenze ed un rete, e la cessione definitiva all’Avellino.

«La mia prima squadra è stata l’U.S. Busto. Ho esordito in serie A con la maglia dell’Avellino nel 1980, proprio qui al “Comunale” contro i granata e, purtroppo, perdemmo per 2-0. Ho affrontato la Juventus una sola volta, nella passata stagione, poiché nella gara di andata ero assente per malattia. Ciò che più mi ha colpito, al di là del valore della squadra, è stato il pubblico, una folla meravigliosa che festeggiava lo scudetto. Mi fece venire i brividi».

Questa volta, l’avventura in Irpinia di Limido è fortunatissima; due stagioni ad altissimo livello e l’interesse delle grandi squadre. La spunta la Juventus che, nell’estate del 1984, lo acquista per girarlo alla Lazio in cambio di Manfredonia; il centrocampista laziale, però, rifiuta l’ingaggio propostogli da Boniperti e, così, Limido resta alla corte bianconera.

«È una grande soddisfazione trovarmi qui, sono giovane, ho solo ventitre anni con davanti tutto il tempo per mettermi in luce. Non voglio pensare che altri prima di me hanno fallito. L’unica cosa che conta è indossare la maglia bianconera», afferma con occhi luminosi, il giorno del raduno, «cercate di capire la mia emozione, sapevo che la Juventus aveva acquistato il mio cartellino dall’Avellino, ma pensavo che sarei stato girato alla Lazio. Immaginate dunque cosa ho provato e cosa sto provando in questo momento».

A Torino ritrova Tacconi, Vignola e Favero, con i quali ha diviso le positive esperienze con la maglia biancoverde dell’Avellino. Al contrario dei suoi compagni, autentici protagonisti di quegli anni bianconeri, Limido vede il campo in rare occasioni; 4 in campionato, 3 in Coppa dei Campioni e 7 in Coppa Italia. Un bottino davvero misero, che non gli vale la conferma per l’anno successivo.

Infatti, al termine della stagione 1984/85, viene ceduto all’Atalanta; comincia così un lunghissimo girovagare per lo stivale, che lo porterà al Bologna, di nuovo all’Atalanta, al Lecce, al Cesena, alla Solbiatese in serie C2 e di nuovo a casa, in quel Varese che non riesce ad evitare la retrocessione in serie C2.