Remondina su Magnanelli: "Ammazza che carriera ha fatto il ragazzino testardo. Gioco? Più che Lukaku e Berardi, alla Juve mancava uno come lui".

La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex allenatore al Sassuolo (2005-2007) di Francesco Magnanelli, Gian Marco Remondina, per parlare del suo ex calciatore e non solo:
Che tipo di ragazzo hai conosciuto nella tua esperienza al Sassuolo?
"Aveva una ventina d'anni, faceva parte di quella nidiata di giovani che era appena arrivata al Sassuolo. Era un ragazzo bravissimo, disponibilissimo a qualsiasi cosa, vedevi subito la sua voglia di arrivare. Già all'epoca ricordo una grande personalità, poi ricopriva molto bene il ruolo di metodista. Quel che mi rimase in mente era la sua forza fisica eccezionale. Si sacrificava tantissimo, non era infatti molto semplice lavorare con me. Metteva giù il muso".
Ricordo che in un'intervista di qualche anno fa, disse che lei a differenza di Allegri era molto più sergente. Oggi invece, come è? Più sergente o più libertino?
"Dovrei vederlo lavorare (sorride ndr), ma la sua indole non è mai stata troppo da sergente. Per me è un ragazzo troppo bravo, i compagni poi gli volevano un gran bene. Avevano capito subito che tipo di persona fosse. Io l'ho sempre definito il sogno umano di Squinzi, perché ricorderò sempre che il presidente voleva giocare il derby con il Milan. Francesco, per me, è il collegamento di quel periodo: il Sassuolo è salito in A e ha giocato in Europa".
Lo avresti mai immaginato, una volta appese le scarpette al chiodo, nella veste di collaboratore tecnico?
"Io dico di sì, perché ha acquisito esperienza e ha avuto tantissimi allenatori in una società serissima che sa come lavorare. Per chi ha giocato per più di vent'anni è la logica conseguenza, penso che poi diventi allenatore oppure collaboratore. Poi chi lo sa, magari un giorno può decidere di fare il primo. Per ora è la mossa giusta, la Juve è un club importantissimo e Max Allegri conosce bene il suo valore umano".
E' vero che non lo hai visto lavorare, ma domenica sera hai avuto l'impressione che ci fosse la sua mano nella prestazione del primo tempo di Udine?
"Sì, questa è stata la mia impressione. E non sono sorpreso di questo, perché una persona con quella personalità è in grado di dare i giusti suggerimenti qualsiasi sia il tipo di ruolo intrapreso".
Si è spesso sottolineato in negativo il gioco della Juventus degli ultimi anni. Con l'entrata nello staff tecnico di Magnanelli, hai avuto l'impressione che possa aver influito portando con sé dei principi di gioco ereditati da De Zerbi?
"Ha avuto tanti allenatori in carriera, non solo De Zerbi, e il Sassuolo li ha sempre scelti con delle idee di gioco. Per averle, devi avere in testa degli schemi e sapere poi come attuarli. Alla Juventus è mancato questo negli ultimi anni: Allegri è un gestore delle risorse umane, legge benissimo le partite e sa tutto; ma sotto l'aspetto del gioco potrà ricevere un grosso aiuto da Francesco Magnanelli".
Alla Juve mancava uno come Francesco Magnanelli?
"Ma certo, più dei nomi che si fanno oggi come Lukaku e Berardi. Perché non puoi andare alla Juventus senza l'esperienza accumulata in vent'anni di Sassuolo".
Lo hai più sentito in questi mesi?
"No, l'ultima volta che ci siamo visti è stato l'anno scorso con il suo addio al calcio. E già lì mi dispiaceva, anche perché non vederlo più al Sassuolo mi sembrava molto strano".
Che cosa gli diresti se dovessi incontrarlo o sentirlo prossimamente?
"Ammazza quel ragazzino testardo e testone che carriera ha fatto e dove è arrivato (sorride ndr). Magnanelli è sempre stato di spessore ed è giusto che sia arrivato, sono altri che non dovrebbero arrivare. Sono stracontento per Francesco".
Si ringrazia Gian Marco Remondina per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.