La Repubblica - De Santis: "Condannato per far stare in piedi l’associazione a delinquere di Moggi & co.. Imbrogli e scommesse, dopo è stato anche peggio”

25.03.2015 09:30 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
La Repubblica - De Santis: "Condannato per far stare in piedi l’associazione a delinquere di Moggi & co.. Imbrogli e scommesse, dopo è stato anche peggio”

Marco Mensurati sulle colonne di "Repubblica" ha intervistato l'ex arbitro Massimo De Santis: "Tutto questo casino, dieci anni di indagini e processi, per condannare Massimo De Santis. È una bella soddisfazione! - ha attaccato l'ex fischietto -. Detta così è un po’ riduttiva. Però è andata così. Dopo dieci anni, sono uscite dal processo tutte le partite, e tutti gli arbitri. Tranne me. Ma le dirò di più: sapete perché non mi hanno assolto? Perché per far stare in piedi l’associazione a delinquere di Moggi & co. gli mancava quello che si definisce “il partecipe”. E quello ero io. L'inchiesta di Calciopoli ha superato 9 diversi organi giudicanti? Possibile se partono tutti dalle informative dei carabinieri. Se vuole le posso dimostrare punto per punto che erano state fatte ad arte per incastrarci. Ora aspetto le motivazioni. Cosa spera di trovarci? La spiegazione di come questa cupola possa aver agito, visto che poi alla fine l’unico arbitro condannato sono stato io. Evitare di rinunciare alla prescrizione? Così facevo la fine di Moggi condannato e prescritto. Io invece voglio arrivare fino in fon-do. Si prendano la responsabilità di condannarmi ingiustamente. Cosa penso che ci sia “in fon- do”? La verità. Questa inchiesta aveva anche un senso quando era partita. Nel mirino c’era la Gea. Quello era il problema. O meglio, uno dei problemi.

Poi hanno voluto fare la virata sugli arbitri. E hanno fatto un casino. Si inventano la cosa delle sim svizzere, che però gli crolla. Io non ce l’avevo quel telefono. E l’ho dimostrato. La verità, mi chiedeva. La verità è che se il calcio aveva qualcosa che non andava, non erano gli arbitri. E infatti guardi cosa è successo dopo. È ricominciato tutto. Alla Roma hanno rubato uno scudetto, il gol di Muntari era due metri dentro, hanno messo gli arbitri di porta che non vedono gol che si vedrebbero pure dalla tangenziale. Ma anche cose più gravi, c’è Conte che viene coperto dalla Federazione e fa il ct, Gillet che si vende le partite e gioca come se niente fosse, Mauri che viene arrestato e fa il titolare. Magari sbaglia la procura, o magari no. Di certo tutti fanno finta di non vedere, di non capire. Il Parma fallisce: chi si è stupito? Lo sapeva la Covisoc, e la Figc, e la giustizia sportiva, dove oggi ci sono ancora quelli che hanno fatto il processo di Calciopoli e che erano stati messi lì dai dinosauri. Palazzi l’ha messo lì Carraro, mica io. Ecco, pensi a questo e poi mi dica, qual è la cupola? Se vuole sapere di Moggi e gli altri, penso che ci fossero dei dirigenti che contavano più degli altri. Perché erano più bravi, più forti, più spregiudicati, o forse solo perché le grandi contano più delle piccole. Come oggi".