Trotta: "Confusione Juve? L'avevo detto. Ora bisogna puntare su Vlahovic. Non credo sia semplice sostituire Tudor adesso, ma,..."

Trotta: "Confusione Juve? L'avevo detto. Ora bisogna puntare su Vlahovic. Non credo sia semplice sostituire Tudor adesso, ma,..."TuttoJuve.com
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di Redazione TuttoJuve

L'ex calciatore della Juventus, Ivano Trotta, è inbtervenuto a “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto, Le sue considerazioni:

Mister, Tudor è in confusione: crede che sia una situazione temporanea, ci sono margini di recupero oppure ritiene che sia necessario un cambio di rotta dal punto di vista della panchina? 

“Quello che avevo detto la scorsa settimana è rimasto invariato. C’è confusione, nel senso che non riesce a trovare la quadratura del cerchio nella formazione. Fa troppi cambiamenti, non ha ancora un’idea precisa, e secondo me non l’ha trovata proprio lui, nel senso che cambia spesso non a causa delle prestazioni dei suoi calciatori. Questo complica le cose. Al momento bisogna puntare su Vlahovic perché è un attaccante importante, uno che in passato ha dimostrato il suo valore. È impossibile che si sia dimenticato come si giochi a calcio o come si facciano i gol. Bisogna dargli fiducia e continuità, perché i troppi cambiamenti non giovano. Inoltre, la Juventus sta subendo troppi gol, cosa che non si era mai vista prima d’ora: il punto di forza della Juve è sempre stato la fase difensiva. Ironia della sorte, con un difensore in panchina, la difesa oggi non sta rendendo.” 

Sarebbe il caso di sostituire Tudor? 

“Allora, sostituire l’allenatore oggi non credo sia semplice, anche perché non ci sono tanti profili disponibili: chi vai a prendere? La Juventus secondo me ha già fatto i suoi calcoli, avendo sotto contratto anche Thiago Motta. Tuttavia, Tudor in questo momento è in difficoltà: o trova una soluzione, oppure la società sarà costretta a intervenire. La Juve non può permettersi di continuare con questo tipo di campionato, con tutti questi pareggi. Serve una svolta. Per esperienza, quando questa svolta tarda ad arrivare, spesso è perché l’allenatore non riesce più a essere incisivo con i giocatori. È lì che nasce il problema: quando i calciatori iniziano a perdere un po’ di attenzione, a non riconoscere più in te quella capacità di migliorarli. Nascono i malcontenti, e a quel punto il cambio diventa inevitabile. La Juventus può e deve fare di più, perché la rosa ha tutte le potenzialità per riuscirci. Oggi, però, il bicchiere è mezzo vuoto.” 

Parlando invece del Milan, si aspettava questo rendimento dalla squadra di Allegri? 

“Paradossalmente no, nessuno se lo aspettava. Il Milan oggi ha una buona posizione di classifica, considerando che con l’arrivo di Allegri è iniziata una rifondazione. Non mi aspettavo che arrivassero risultati così importanti in così poco tempo, e per di più attraverso un gioco piacevole, cosa che con la Juventus di Allegri non accadeva spesso. Vedere il Milan giocare così, invece, mi piace: ha giocatori di qualità e di gamba, che vanno negli spazi. Sta facendo molto bene. Leão, però, è un caso particolare: è un talento enorme, ma sembra eternamente incompiuto. Lo vedo distratto, ha tanti interessi al di fuori del calcio — fa musica, si dedica ad altro — e non mi sembra concentrato esclusivamente sul Milan. Con un contratto così importante, dovrebbe esserlo. È un giocatore che non dà sempre la sensazione di andare oltre i propri limiti per la squadra. È forte, ma troppo distratto.” 

Riflettendo su Leão, effettivamente è un ragazzo che ha anche costruito una carriera parallela nel mondo musicale. A Napoli c’è un giocatore che stenta a decollare, con gli stessi interessi del portoghese: Noa Lang. Come giudica la sua situazione? 

“Conte ha voluto una rosa ampia per affrontare tutte le competizioni, e Lang è un giocatore importante, anche in virtù del costo del suo cartellino. Sta rivivendo ciò che già l’anno scorso ha vissuto Neres, il quale ha giocato poco. Rimane un giocatore forte, fortissimo, che magari in altri contesti sarebbe titolare fisso. Ma Conte, quando non ti vede, difficilmente ti dà spazio. E da fuori si percepisce: se non ti vede, resti indietro. Il gesto di Juan Jesus che è andato a richiamarlo per esultare con i compagni, secondo me, è indicativo: Lang, oggi, non è felice. Non gioca, e forse non si sente al centro del progetto. Al Napoli, però, è così: per raggiungere grandi risultati servono anche giocatori scontenti in panchina. Fa parte del gioco.” 

Tuttavia, quando si assumono certi atteggiamenti con Antonio Conte, se prima non ti vedeva, dopo ti vedrà ancora meno. È d’accordo? 

“Totalmente d’accordo. Non so se nel caso specifico del momento del gol vittoria col Genoa, Lang fosse distratto o meno, ma non penso lo abbia fatto apposta. Se l’avesse fatto, Conte l’avrebbe fatto notare a caratteri cubitali, come ha fatto con De Bruyne ai tempi. Con Conte certi atteggiamenti non sono ammessi. Stiamo parlando di un allenatore che sposta gli equilibri: se oggi prendesse la Juventus, vedresti subito una squadra diversa, competitiva per la vittoria. I calciatori correrebbero di più, la difesa subirebbe molti meno gol. È uno dei pochi allenatori al mondo in grado di cambiare la mentalità di un gruppo in poco tempo. A Napoli lo sta dimostrando: è capace di tenere sempre alta l’attenzione, anche attraverso dichiarazioni mirate, mai banali, per tenere tutti sulla corda. È un grande motivatore e, per me, uno degli allenatori più incisivi d’Europa. Dunque, non dubito minimamente della sua gestione di Noa Lang.”