Travaglio: "Ero tifoso della Juve, poi Moggi mi ha fatto passare tutta la passione"

28.09.2013 18:30 di  Giovanni Spinazzola   vedi letture
Travaglio: "Ero tifoso della Juve, poi Moggi mi ha fatto passare tutta la passione"
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Intervistato da Teleradiostereo il giornalista Marco Travaglio, alla vigilia del derby contro il Torino, ha parlato della sua vecchia fede juventina e del suo allontanamento dal mondo del calcio. "Sono andato allo stadio tutte le domeniche dai 6 anni a quando ne avevo 25-30. Da ragazzino ero proprio tifoso, nato da famiglia bianconera: me l'ha trasmessa mio padre. Il mio giocatore preferito era Zoff. Sono diventato giornalista e ho continuato a seguire le partite - racconta Travaglio -perchè ero corrispondente per il giornale di Montanelli. Poi è arrivato Moggi e mi ha fatto passare tutta la passione: non credo più alla genuinità del calcio da quando ho visto Moggi in attività alla Juventus". Ecco, poi, che il giornalista racconta quali condizioni sono necessarie affinchè lui si riavvicini alla Juve. "Se la smettessero di dire che hanno vinto tutti gli scudetti che gli sono stati giustamente revocati, se accettassero le sentenze della giustizia sportiva e di quella ordinaria e se interrompessero finalmente i legami con Moggi che Andrea Agnelli ha ripreso, purtroppo. Se accettassero la verità: sono retrocessi - continua Travaglio - perchè truccavano i campionati, non per colpa della giustizia. La giustizia non scatta, se non ci sono gli illeciti e se uno viene retrocesso è per colpa degli illeciti". Ecco, poi, che il discorso cade sull'Avvocato. "Gianni Agnelli era un furbo, non certamente un santo però aveva una cosa che quelli che sono venuti dopo di lui non hanno: aveva un pò di stile e, soprattutto, si sentiva un'istituzione. Non si sarebbe mai permesso di contestare le sentenze. Quando la Fiat finì nei guai disse ai suoi manager di andare e confessare. Magari faceva porcherie inaudite di nascosto - dichiara il giornalista - ma non si sarebbe mai permesso di delegittimare e sputtanare le autorità come fa questo inqualificabile personaggio che porta il suo cognome che è il presidente della Juventus. A me Zeman è sempre stato molto simpatico - ammette Travaglio - magari prende troppi gol ma siamo sicuri essere una persona onesta. E per le sue denunce ha pagato. Ma quando ha fatto queste denunce si è visto che aveva ragione". Il giornalista, poi, passa ad analizzare la situazione attuale del calcio in Italia. "Il calcio è in mano a quelli che sono più o meno i gruppi imprenditoriali/finanziari italiani, salvo qualche incursione un pò stravagante dall'estero. L'Italia ha la peggiore classe imprenditoriale d'Europa, anche gli imprenditori del calcio non è che diventino corretti e puliti quando amministrano il pallone. Pare che - conclude Travaglio - ci sia perfetta coerenza con la gestione delle aziende: plusvalenze, contratti, reati, magheggi per fingere di rispettare le regole di iscrizione al campionato nonostante, magari, dopo anni, si scopra che quelle condizioni non c'erano. Non mi sembra di aver visto qualcuno pagare per questo."