Tancredi Palmeri: "Perché il Napoli di Conte è come la Juventus di Allegri, che i napoletani tanto disprezzavano"

20.09.2025 16:15 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Tancredi Palmeri: "Perché il Napoli di Conte è come la Juventus di Allegri, che i napoletani tanto disprezzavano"
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Nel suo editoriale per Sportitalia.com, il giornalista Tancredi Palmeri ha fatto un raffronto tra il Napoli di Conte e la Juvntus di Massimiliano Allegri. Le sue parole: "Guardando Manchester City-Napoli ho rivisto una cosa a cui ero presente 11 anni fa quasi esatti, e che è una ottima notizia per i napoletani. Guardando il Napoli di Conte ho rivisto la Juventus di Allegri in una occasione osservata dal vivo. Era la seconda giornata di Champions 2014-15, prima trasferta europea di Allegri con la Juventus, al Calderon in casa dell’Atletico sorprendentemente campione di Spagna e finalista di Champions. La Juve perse 1-0 e Allegri fu inondato di critiche, come invece tante altre volte gli sarebbero state condonate, quella volta rimproverandogli di non essere all’altezza degli scenari importanti nella testa ancor prima che nel gioco. Io non sono mai stato allegriano, anzi non mi piace proprio come allenatore, anche se rifuggo la stucchevole divisione tra giochisti e risultatisti e comunque non posso non riconoscere che abbia vinto 6 scudetti e fatto 2 finali di Champions. Non mi piaceva al Milan, non mi piaceva alla Juventus, e ha continuato a non piacermi nei suoi ritorni. Ma mi piacciono ancora meno quelli che recitano a soggetto, quelli che giudicano per preconcetto e non in base a ciò che vedono. E dunque ricordo bene che quell’Allegri di inizio ottobre 2014, ancora lontano dall’essere adottato dalla nazione juventina, fu squartato per quella prestazione raccogliticcia. E invece ricordo che unico dissi che critica e tifosi si sbagliavano (in rete si trova ancora il servizio video), perché la Juve aveva fatto una partita seria, implacabile e con concentrazione agonistica. E che è vero era limitata e inferiore all’Atletico, ma nella competitività che aveva travasato si poteva vedere il materiale che poteva portare la Juve in alto in Europa.


Bene. Pur con tutte le differenze del caso, degli avversari, delle premesse, dello svolgimento della partita, ho rivisto nel Napoli di Conte a Manchester quella Juventus di Allegri (ironia della sorte, una squadra che era l’incarnazione di Belzebù per i napoletani). Il Napoli non ha svaccato, ha perso con onore, certo sul 2-0 il City si è fermato, ma era stato il Napoli a farlo faticare per chiudere la partita. Ha retto 55 minuti, ha fatto i primi 20 con un interessante partita a scacchi concentrata. Insomma: il Napoli di Conte ha ancora evidenti limiti tecnici paragonato alle big, ma non tattici. L’agonismo e l’implacabilità ci sono, ed è materiale su cui lavorare per crescere. E poi se è vero che Conte è il re dei campionati, beh la nuova formula è perfetta per lui.


La scorsa settimana ho pronosticato il Napoli finalista di questa Champions e lo confermo: oggi non è pronto, ma c’è il materiale per crescere, e la resistenza di Manchester ne è la prova proprio per come è stata condotta.

E anche quella Juventus di Allegri a fine anno arrivò in finale di Champions…".