Piantanida: "Leao e Zaniolo flop di giornata"

A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Franco Piantanida, giornalista Mediaset. Di seguito, un estratto dell'intervista.
Franco, quali sono stati i flop nell’ultima giornata di campionato?
“Guarda, su tutti, sono due questa settimana, e direi che entrambi non sono nuovi a ricevere critiche nel corso della loro carriera. Partiamo da Leão, perché ho sentito delle cose abbastanza strampalate dopo la partita di ieri. Ha sbagliato due gol, e va bene, può capitare, ma da un giocatore come lui mi aspetto di più. Anche se è appena rientrato da un infortunio, a un metro dalla porta deve saper calciare meglio. È il numero 10 del Milan, deve essere l’uomo scudetto. Lo dico con dispiacere, ma deve assumersi la responsabilità di decidere le partite, anche se entra solo per dieci minuti. A 27 anni non possiamo più sentir dire ‘arriverà il momento in cui sarà decisivo’. Il momento è ora, non tra cinque anni, quando la carriera sarà finita. Se Leão continua così, rischia davvero di deludere le aspettative, e non parlo solo di numeri: Leão deve capire che lo scudetto del Milan passa anche dai suoi piedi. È giusto che si carichi sulle spalle la pressione, altrimenti non sarà mai il leader che tutti si aspettano. Insomma, o si concretizza oggi il top player, o lo si retrocede a calciatore forte. L’altro è Zaniolo, ma non per accanimento, sia chiaro. È più una triste constatazione del suo decadimento calcistico. Con tutto il rispetto per la piazza di Udine, non è quello il problema: anzi, potrebbe essere il posto giusto per ripartire. Ma restiamo sempre fermi allo stesso punto. È un ragazzo del ’99, un talento enorme, eppure sbaglia gol clamorosi, come quello a un metro e mezzo dalla porta. Non è tanto quell’errore in sé, quanto il fatto che, ancora oggi, ci ritroviamo a metterlo tra i flop. E temo che continueremo a farlo ancora, troppo spesso, rispetto a quello che potrebbe realmente dare.”
Correggimi se sbaglio, ma su di lui pesa anche tutto ciò che lo circonda: penso, ad esempio, alle dichiarazioni del suo procuratore sulla convocazione in nazionale, poi seguite da due pessime prestazioni.
“Eh sì, è proprio così. È ovvio che voglia tornare in nazionale, come è ovvio che tutti vorremmo vedere giocatori pronti per la maglia azzurra, ma lui non è pronto. E parlarne in continuazione non aiuta. Forse dovremmo smettere anche noi di parlarne, ma è impossibile ignorarlo quando commette errori del genere. È parte del nostro lavoro. Però sì, meno parole e più fatti: sarebbe il modo migliore per rivedere il vero Zaniolo.”
Quali sono stati invece i top di giornata?
“Anche qui ne ho individuati due. Il primo è Cristante. Credo che nello spogliatoio della Roma non ci sia più una lavagna, ma una camera criogenica, perché Gasperini sembra riuscire a rigenerare i suoi come se fossero in una ‘stanza dello spirito e del tempo’ di Dragon Ball. Cristante ha segnato un gol straordinario, uno di quelli che pochi attaccanti in Serie A saprebbero fare. È il frutto non solo del talento, ma di un grande lavoro psicologico. Da giocatore fischiato a leader in campo, è un salto notevole. Il secondo top è Bonny, il nuovo volto dell’Inter di Chivu. Bonny ha fame vera. Ha fatto tre assist e un gol alla prima da titolare, dimostrando che quest’Inter non ha solo 11 giocatori, ma almeno 16 affidabili.”
Veniamo a Napoli-Genoa: quali sono stati i top e flop?
“Partiamo dai top, ne ho individuati tre. Spinazzola è stato semplicemente straordinario. L’ho scritto anche nelle pagelle: come Renzo Rosso ha ridato vita ai jeans, lui ha reinventato il suo ruolo. Non è più solo un motorino sulla fascia, ma un giocatore totale, capace di trascinare la squadra. Sta aiutando il Napoli in ogni ruolo, gli darei una maglia numero 10 in allenamento e nel riscaldamento. Il secondo è De Bruyne che, pur partendo dalla panchina, è stato capace di svoltare la gara dopo un pessimo primo tempo. Terzo, Hojlund. Al di là delle qualità tecniche, rappresenta la fame e la ferocia di Conte. È un giocatore che incarna il suo allenatore: la sua grinta, la sua determinazione, la voglia di vincere. Quando entra in campo, trasforma la squadra, poi finisce la partita e torna a sorridere col viso angelico. I flop sono tre: Beukema, che ha fatto un errore grave in occasione del gol, anche se va detto che l’azione del Genoa è stata splendida. In questo momento però regala troppo, concede tanto, e per una grande squadra questo non va bene. Il secondo è McTominay. Non per cattiveria, ma mi lascia dei dubbi. L’anno scorso ha avuto una stagione straordinaria, ma quest’anno, con più partite e una gestione diversa, rischia di non replicare quelle prestazioni. Non deve pensare solo ai gol, ma essere utile anche in altri modi. Insomma: se i 12 gol della passata stagione diventano 6 gol e 6 assist, va bene lo stesso. Ciò che non va bene è non lasciare il minimo segno sulla partita. Infine, l’ultimo flop è Neres. È un giocatore di grande qualità, ma lo dimostra solo a metà. O gioca venti minuti e incide, o da titolare delude. A questo punto bisogna essere chiari: se rende meglio entrando a gara in corso, allora va gestito così, Conte deve dirlo quando gli pongono la domanda. La titolarità, per lui, è come la criptonite per Superman: meglio evitarla.”
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