Paperoni in Borsa: la famiglia Agnelli-Elkann-Nasi sale al terzo posto

Gli eredi di Leonardo Del Vecchio continuano a dominare la classifica dei Paperoni di Borsa redatta da MF-Milano Finanza. Seguono al secondo posto Miuccia Prada e Patrizio Bertelli, e al terzo la famiglia Agnelli-Elkann-Nasi, che sale da quarta posizione dell'anno scorso. Secondo il quotidiano, tutte e tre le famiglie di punta hanno investimenti significativi all'estero.
Gli eredi Del Vecchio guidano la classifica con un patrimonio di 39,4 miliardi di euro, registrando un incremento del 21% rispetto ai 32,5 miliardi dello scorso anno, grazie soprattutto alla loro partecipazione nella francese Essilorluxottica.
Miuccia Prada e Patrizio Bertelli hanno un patrimonio di 13,9 miliardi di euro, in aumento di 0,9 miliardi rispetto al 2023, grazie alle loro quote nell'omonima casa di moda quotata a Hong Kong. La famiglia Agnelli-Elkann-Nasi, con un patrimonio di 10,5 miliardi di euro (+5% rispetto all'anno precedente), riconquista il podio principalmente per il valore delle azioni di Exor, quotata ad Amsterdam.
Al quarto posto troviamo i fratelli Gianfelice e Paolo Rocca, i cui 9,2 miliardi di euro derivano principalmente dalla loro partecipazione di controllo in Tenaris, nonostante una flessione del 11,4%.
Generalmente, escluse le prime tre posizioni, il patrimonio aggregato dei Paperoni italiani è diminuito del 6% su base annua, mentre il Ftse Mib è cresciuto del 9%. Contribuiscono a questa tendenza anche alcuni delisting, come quello di Tod's.
Piero Ferrari si colloca al quinto posto con oltre otto miliardi di euro (+37,1%), grazie alle prestazioni in Borsa di Ferrari, la più capitalizzata di Piazza Affari. I Benetton avanzano al sesto posto con 5,6 miliardi di euro, beneficiando di partecipazioni significative in aziende quotate come Generali, Mediobanca e Cellnex. Francesco Gaetano Caltagirone è settimo con 5,4 miliardi di euro, con un incremento del 34% del valore azionario.
La classifica si chiude con Luca Garavoglia di Campari (5,1 miliardi), Andrea Iervolino di Ilbe e Tatatu (4,3 miliardi) e Franco Stevanato del gruppo farmaceutico omonimo (4,1 miliardi), tutti e tre in calo rispetto all'anno precedente. Gli eredi Berlusconi sono tredicesimi con 3,4 miliardi, in aumento del 20,2% grazie alle partecipazioni in Mondadori, Mfe e Mediolanum.