Ostacolo FIGC per la nuova Commissione di controllo sui conti dei club

Sulla strada dell’imminente avvio della nuova Commissione di controllo economico-finanziario delle società sportive professionistiche di calcio e basket, destinata a prendere il posto di Covisoc e Comtec per vigilare su bilanci, plusvalenze e operazioni di mercato nel calcio e nel basket, spunta un ostacolo legato alla FIGC. L’insediamento, fissato e confermato per metà settembre, potrebbe infatti subire ritardi. A riportarlo è l’edizione odierna de Il Messaggero.
Il nuovo organismo sarà guidato da Massimiliano Atelli e composto da Ariela Caglio, Alessandro Zavaglia, Francesca Di Donato e Giuseppe Marini. Ne faranno parte di diritto anche il presidente dell’INPS, Gabriele Fava, e il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Vincenzo Carbone. Per renderla immediatamente operativa, il Decreto legge prevede che, «in sede di prima applicazione e al fine di rendere subito attiva la Commissione (per un massimo di dodici mesi, prorogabili di ulteriori sei con deliberazione della stessa)», si possa contare su un massimo di dieci collaboratori provenienti dalla Covisoc.
Ma il punto critico che sta trovando una FIGC abbastanza rigida sul provvedimento e un passaggio dello stesso decreto che recita: «il trattamento economico di tale personale resta a carico delle due Federazioni». Una clausola che la Federcalcio non intende accettare e che sarebbe pronta a contestare, arrivando persino a impugnare la disposizione.
Una mossa che rischierebbe di rallentare o complicare l’entrata in funzione della nuova Commissione, che proprio dell’esperienza del “vecchio” personale avrebbe bisogno per garantire continuità di vigilanza sui conti del calcio. Infine, questa questione avrebbe delle conseguenze anche sul fronte Lazio: entro il 30 settembre il club biancoceleste dovrà ridurre il monte ingaggi allargato per ottenere il via libera necessario a riaprire le operazioni di mercato nella sessione di gennaio, dopo aver passato un’estate senza poter tesserare nessun nuovo calciatore per via di alcuni criteri economici-finanziari fuori dai parametri stabiliti dalla FIGC.