Juventus, non piacciono Interviste e conferenze di Tudor: Gazzetta: "Il club chiede al tecnico di evitare altri sfoghi"

Juventus, non piacciono Interviste e conferenze di Tudor: Gazzetta: "Il club chiede al tecnico di evitare altri sfoghi"
Oggi alle 18:20Altre notizie
di Redazione TuttoJuve

Dopo settimane di dichiarazioni pungenti e polemiche, Igor Tudor è tornato a far discutere con le parole pronunciate a Madrid, alla vigilia della sfida di Champions contro il Real. Un intervento che ha spiazzato l’ambiente bianconero, soprattutto per il contesto: il “Bernabeu”, sotto i riflettori internazionali e con la dirigenza juventina al completo, tra cui Damien Comolli, Giorgio Chiellini e Francois Modesto.

Secondo quanto riferito da Gazzetta.it, la Juventus avrebbe deciso di intervenire per “rimettere in carreggiata” la comunicazione del tecnico croato, invitandolo a un approccio più misurato e istituzionale.

Le parole che hanno fatto discutere

Nel corso della conferenza stampa a Madrid, Tudor ha sottolineato: "Se l'analisi è noi siamo la Juve, allora bisogna vincere sempre, non è un'analisi giusta”. Una riflessione che, nelle sue intenzioni, voleva smorzare le pressioni, ma che è stata interpretata come un segnale di nervosismo.

Il tecnico ha poi lamentato episodi arbitrali ("A Verona ci hanno negato un rigore") e un calendario “da pazzi”, aggiungendo: "Se avessimo giocato contro la Cremonese e non contro il Milan, saremmo primi in classifica". Parole che, per molti, sono suonate come un tentativo di giustificare la crisi di risultati.

Il club vuole abbassare i toni

L’atteggiamento di Tudor — inizialmente combattivo, poi sempre più difensivo — viene letto come un modo per proteggere il gruppo, alleggerendo la pressione sui giocatori. Tuttavia, l’effetto è stato l’opposto: invece di stimolare la squadra, le dichiarazioni rischiano di fornire alibi e di spostare l’attenzione dalle difficoltà tecniche e tattiche.

Alla Continassa, dove la tensione è palpabile dopo sette partite senza successi, la dirigenza bianconera punta a ricompattare l’ambiente. Il messaggio è chiaro: serve silenzio, lavoro e una comunicazione coerente con la storia e i valori della Juventus.