Ibrahimovic: "L'Italia è la mia seconda casa. La Juve? E' stato fantastico, non ero emozionato davanti a tanti grandi campioni"

Presente alla riunione dell'ECA a Roma, Zlatan Ibrahimovic, ex attaccante, tra le altre, della Juventus, ed attuale dirigente del Milan, ha risposto alle domande dei giornalisti presenti, parlando anche del periodo trascorso in maglia bianconera: "Il 70% della mia carriera si è svolta qui e ho giocato nei tre club principali e sono ancora oggi al Milan: l’Italia è la mia seconda casa. Quando sono arrivato qui la Serie A era il campionato più importante del mondo. Ero giovane e non avevo tanto rispetto verso gli altri, volevo impormi. Alla Juventus è stato fantastico, arrivavo dall’Ajax e ho visto giocatori come Buffon e Cannavaro. Tutte grandi stelle, la settimana prima giocavo alla Playstation con quei giocatori poi me li sono trovati negli spogliatoi. Non ero emozionato e volevo dimostrare perché mi avevano scelto.
Capello? E' una leggenda del calcio. Quando ho visto il mio nome su La Gazzetta dello Sport ho pensato che le cose stessero diventando serie. Ho incontrato Capello e gli ho detto ‘buongiorno’ poi lui ha messo via il giornale ed è uscito senza salutarmi. L’ha fatto per insegnarmi a chiedere rispetto. Che cosa mi piaceva di lui? Il rispetto del gruppo che lui aveva. C’era una squadra di campioni, ma lui era esigente con tutti e aveva una grande disciplina. Ti faceva salire sulle stelle e poi ti rimandava alle stalle. In quel modo mi aiutava a tirare fuori il meglio da me stesso. Da un essere normale sono diventato un animale da area di rigore”.
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