Evelina Christillin: "Che fine cervello Lotito"

Dalle pagine dell'Huffingtonpost, Evelina Christillin, nota tifosa bianconera, ha bacchettato Claudio Lotito per la vergognosa battuta rivolta a Beppe Marotta. Ecco le sue considerazioni:
"Se l'ha scritto l'Autorità Assoluta, ovvero Gianni Mura sulla Repubblica di oggi, allora posso farlo anch'io; mi riferisco alle ripetute rubriche da me dedicate a Lotito sull'Huff Post, che oggi, a costo di annoiare, sono costretta a riprendere. Il geniale, coltissimo, forbito, poliglotta presidente biancazzurro, dimenticando forse che nel 1789 c'è stata la Rivoluzione Francese (in effetti il nostro è più specializzato in storia antica, con particolare attenzione alla latinità), che ha abolito il voto per Stati e non per teste, consentendo almeno un abbozzo di democrazia partecipata, nell'ultima assemblea di Lega ha inveito contro l'amministratore delegato della Juventus, Beppe Marotta, ingiugendogli di tacere perché lui, il Re Sole della pulizia organizzata, mai avrebbe accettato di interloquire alla pari con un suddito di tal fatta, un servo della gleba, un vassalluccio infedele, o, al massimo, uno scudiero un po' tonto del nemico acclarato.
Il suddetto nemico, nella persona di Andrea Agnelli, non ci ha visto più, e ha ribadito al sor Claudio che era lui quello che non doveva permettersi di parlare con Marotta, difendendo la professionalità e il rispetto dovuti al suo manager, nel silenzio un po' vigliacco della Pallacorda del calcio, dove nemmeno il multitasking Maurizio Beretta ha avuto il coraggio d'intervenire nella querelle. Poi, non pago della figuraccia epocale, Lotito ha ribadito il suo pensiero accademico imputando al povero Marotta un certo strabismo, non proprio di Venere. Che classe suprema, che fine cervello, che facondia ciceroniana! Ma, dico, non c'è bisogno di essere juventini o amici di Beppe per sanzionare, una volta di più, comportamenti al limite della querela, - quello della decenza è già stato superato da un pezzo! - di personaggi che dovrebbero rispettare il ruolo che ricoprono non a suon di insulti e di banane, ma dando un esempio almeno accettabile a tutti quelli che, discendendo per li rami di cotanta ignoranza, poi buttano giù i motorini dagli spalti, inneggiano e praticano la violenza non solo verbale, predicano il razzismo a 360 gradi, promuovono l'insulto allargato come unica forma di dialogo possibile e spadroneggiano negli stadi bloccando partite o sparando alla gente.
E allora, se Mura scrive che "l'Italia è dietro Tonga nel ranking dirigenti", c'è poco da stupirsi se poi gli stadi si svuotano di pubblico competente e appassionato, per lasciar posto a torme di personaggi esagitati, poco familiari ai congiuntivi e alla sintassi, molto inclini all'urlo e al turpiloquio, replicanti all'ennesima potenza di quei dirigenti che quotidianamente predicano, dall'alto dei loro scranni ottenuti con voti di scambio, il vangelo della cattiva novella. Se Lotito pensasse un po' di più alla sua squadra che perde in casa contro l'Udinese a spalti semivuoti, se Tavecchio contasse (ce la può fare, fino a 22 basta il pallottoliere) i giocatori italiani in campo nella medesima partita (3), se Preziosi imparasse a andare un po' meno in giro con valigette piene non certo di giocattoli, se Moratti, da signore qual è, accettasse di uscire dal suo coma afasico pronunciandosi finalmente come può e deve fare per dare un salutare scossone ai suoi sodali, beh, allora qualche speranza di rifondare un mondo, quello del calcio, appunto, dirigenzialmente alla frutta, (anzi, al caffè, o addirittura all'amaro), forse ci sarebbe.
Così, invece, riusciamo soltanto a coprirci di ridicolo nel migliore dei casi, di vergogna negli altri; banana docet. Ciò detto, il tennis televisivo di ieri sera (con qualche deviazione sulla Ryder Cup di golf in Scozia, per la sfida annuale Europa-Stati Uniti) tra le partite di Roma e Juventus, ci ha un po' riconciliati col calcio giocato; un capolavoro il gol di Destro contro il Verona, e bis di Florenzi, stavolta senza salto in tribuna a baciare la nonna, per i giallorossi che incassano la quarta vittoria consecutiva e viaggiano a punteggio pieno, a cui risponde la corazzata Juve con tre reti segnate a Bergamo, doppietta di Tevez e primo gol di Morata in bianconero, più paratona del sempre straordinario Buffon su rigore di Denis.
Dodici pari, e domenica prossima si aspetta il big match a Torino, ovvero lo scontro diretto tra le due capolista. Insomma, la galoppata in tandem di Juve e Roma sembra ripercorrere il deja vu dell'anno scorso, e capiremo se ci saranno sorprese nelle prossime settimane; nel mio piccolo, io una sorpresina ce l'ho già per stasera, perché parteciperò alla Domenica Sportiva insieme a un amico di sempre, a un signore cui ho dedicato ancora più post che a Lotito, a un fedele sostenitore della Juventus in tutte le epoche e le forme: Zdenek Zeman.
Mi preparo dunque all'incontro con elmo e corazza (vuoi mai che il boemo sia un lettore dell'HuffPost?), pensando che però, se l'Inter batte il Cagliari oggi pomeriggio a San Siro, forse, più tardi, il previsto ospite d'onore sarà già in volo per Praga col cartellino libero, e non negli studi di corso Sempione. Vedremo".