Como, Fabregas: "Qui sono molto felice, non vado via se credo in un progetto solido"

22.07.2025 17:30 di  Alessandra Stefanelli   vedi letture
Como, Fabregas: "Qui sono molto felice, non vado via se credo in un progetto solido"
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Il tecnico del Como Cesc Fabregas parla così in conferenza stampa in vista della sfida amichevole contro l'Al Ahli: "Io non credo tantissimo in questo tipo di amichevoli - le parole raccolte da TMW -, non mi sono mai piaciute, penso che non si impari niente. La forma fisica possiamo prenderla facendo partita tra di noi, piuttosto che in partita. Fisicamente e mentalmente e nemmeno tecnicamente. Proviamo sempre a fare partite di tantissima qualità perché noi dobbiamo essere al massimo livello per vincere. Tutte queste sono top. Il Lille ha vinto contro l'Atletico Madrid, giocheranno ancora in Europa quest'anno, l'allenatore forte. Questo dà di più perché ti fa andare sempre al limite. Penso fosse un test molto importante e trovare il livello che io come allenatore e tutto lo staff si aspettava. Sarà un anno duro, dobbiamo crescere tanto".

Hai deciso di rimanere al Como. Vuoi dire perché hai deciso di restare? Hai mai tentennato?
"Sì, questo è importante per te e non per i tifosi del Como. Io sono molto contento qua, dal primo giorno, sempre detto alla società e io penso che sono molto sincero. Ho ascoltato gente, ma non solo per andare. Sono un ragazzo di calcio, cosa succede nel futuro, come lavorano le altre squadre... io sono molto curioso e sincero. Non ho mai avuto dubbi, sono molto attaccato al presidente e a Ludi. Ho firmato un contratto di quattro anni e non si fa se non si crede in un progetto solido. Le parole le portano il vento, quello che fa di più è il lavoro e la costanza. Entrando qui ogni giorno alle 7 del mattino e via alle 23. Vogliamo portare la squadra più in alto possibile, è la cosa più importante. Quello che è successo non importa, non si finisce mai. Io devo essere tranquillo con la mia vita. C'è sincerità con la società, molta lealtà poi alla gente del Como".

Si parla di Milan-Como a giocare in Australia. Non trovi che sia umiliante per i tifosi del Como andare là a giocare?
"Strano, non è mai successo e già dice tutto. È vero che specialmente per noi, comaschi e società, dopo 21 anni che torniamo a giocare contro la Juventus, il Milan... la gente vuole andare a vedere lo spettacolo dal vivo. Abbiamo Fiorentina prima e Atalanta dopo, quando dobbiamo andare là non è bellissimo. Non posso parlare troppo, ma non mi preoccupa tanto perché la società se ne sta occupando. La gente che vive il calcio, che parla e vuole godere la sua squadra non lo può fare. Non mi sembra la cosa più giusta".

Perché quando ti chiedevamo 'sarai l'allenatore del Como' non rispondevi mai?
"Sì però noi siamo una società ancora piccola, non si parla tanto di noi. Ma anche Conte non si sapeva cosa avrebbe fatto. Ha fatto una dichiarazione post-scudetto e che si sarebbe confrontato con la società. Quante volte un allenatore di Serie B che porta la squadra in A non rimane? Prendono un altro. Perché per fare il prossimo step non sono preparati. Magari io non sono preparato per lo step dopo il decimo posto. C'è tanto confronto dopo la scorsa stagione, si deve fare bene. Finiremo questa stagione e se ne riparlerà, sicuramente. Io rimango qua e c'è sempre un senso".

Uno dei presupposti per rimanere era di avere le armi giuste dal mercato. Permetterà di fare il salto di qualità?
"Si proverà a far più dell'anno scorso. Penso che siamo diversi, non si vede nono o ottavo posto... la salvezza era l'obiettivo chiaro dell'anno scorso. Ma noi vogliamo avere valore, la squadra deve essere forte e avere un'idea, migliorare il pressing dell'anno scorso, essere più compatti e Nico Paz cresci... abbiamo 4 giocatori di 19 anni, due di 20... mezza squadra può essere Under 21. A me piace perché li vedo lavorare, la qualità si è alzata, si gode e si va a mille. Lavorare con questi ragazzi, anche i nuovi... c'è fame e voglia di lavorare e fare bene. Io non posso chiedere di più. La qualità si è alzata e si deve alzare, sono molto contento, però quest'anno abbiamo ricevuto tre offerte dal valore di 122 milioni. Il Como non vuole solo comprare giocatori per poi venderli, siamo una società che vuole crescere. Nessuno di noi ha parlato di Europa, è un sogno per tutti, per la gente, però piano piano diventare ogni volta di più forte. E un giorno si dirà 'siamo pronti ad andare in avanti'. Se siamo pronti per l'Europa? Magari sì, magari no. Giorno dopo giorno vedremo. La qualità l'abbiamo ma dobbiamo farla vedere. Con idee chiare e coraggio devastante".

Arriva Morata?
"Vediamo. Non mi piace parlare di una cosa al 100% fatta".