Acerbi: "Mai rifiutato la Nazionale, tornerei. Ma rispetto le scelte del ct"

21.09.2025 20:00 di  Alessandra Stefanelli   vedi letture
Acerbi: "Mai rifiutato la Nazionale, tornerei. Ma rispetto le scelte del ct"
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Francesco Acerbi, ospite di 'Verissimo', programma in onda su Canale 5, ha raccontato i retroscena del suo libro 'Io, Guerriero', svelando anche tanti particolari interessanti sulla sua vita da calciatore e non solo: "Mi piace abbastanza parlare di me, nonostante sia un po' chiuso. Leone è da un po' di anni che mi chiamano, iniziò un mio amico a Pavia. Mi piace come animale: è molto solitario, che però sa quello che vuole, un po' mi ci rivedo", inizia così la sua intervista.

Nel libro parli di una fase complicata in cui abusavi di alcool e ti eri un po' perso.
"Non ero un alcolizzato, ma mi piaceva divertirmi e il calcio era passato in terzo piano. Avevo anche deciso di smettere due volte. Non ero depresso, ma volevo proprio smettere perché non ci stavo più dentro, non riuscivo a dare ciò che volevo e avevo altri pensieri. Così ho iniziato a far serata, mettendo il calcio non tra le priorità".

Quanto è durato questo periodo?
"Prima della seconda malattia".

A un certo punto ti arriva la notizia del tumore...
"Lì per lì l'ho presa abbastanza male. Ho fatto gli esami del sangue al San Raffaele, mi hanno rassicurato che fosse una cosa minima. Mi hanno tolto il testicolo, dicendomi che dopo un mesetto sarei rientrato in campo".

Poi c'è stata la recidiva.
"Facevo sempre l'antidoping. Ho iniziato la chemio il 7 gennaio, è durata circa tre mesi. Finito quel campionato andai in vacanza e da lì, senza un perché, ho deciso di smettere di bere i super-alcolici. Nel giro di tre settimane ho tolto proprio l'alcool. Le mani al cielo? Prego, dico le mie cose che sono tante. E' venuto tutto da sé. Non sono scaramantico, ma in quei momenti penso a tutti: moglie, figli e mio papà".

In Nazionale non ci vai più?
"In nazionale? Ci andrei tutta la vita, non l'ho mai rifiutata. Ho rifiutato solamente la convocazione con la Norvegia. Spalletti non mi chiamò per un anno, ma io sono disponibile. Anche Gattuso: se dovesse scegliere altri, mi va bene così. Contro la Norvegia non era giusto andare per tante motivazioni. Comincio a essere grande? Per gli altri, non per me (ride, ndr). Se dovessi ascoltare tutti, avrei già smesso. Continuo a fare quello che mi piace".