Yildiz non è Del Piero. E la Juventus è diversa da quelli di 30 anni fa

"I paragoni li fate voi e lui non va a dormire pensando a Del Piero". Igor Tudor ha deciso di proteggere Kenan Yildiz da accostamenti impropri. Semplicemente perché Del Piero è stato, per un lungo periodo, come una cometa nel firmamento bianconero, culminato con la vittoria della Champions a Roma, contro l'Ajax. "Abbiamo parlato tanto di lui - ha continuato il tecnico croato - e dobbiamo lasciarlo vivere la sua vita senza parlare di altro. Deve continuare così. Titolare? Vediamo".
Come non poteva essere Vlahovic, nemmeno Yildiz è la panacea di tutti i mali. Il calcio è uno sport di squadra in cui intervengono mille fattori. L'allenatore e la formazione, in primis. Ma anche la società, i dirigenti, il corpo tecnico. Ci sono troppe variabili per semplificare il lavoro di tantissime persone con le prestazioni di un solo giocatore. Il turco è ovviamente l'astro nascente, la possibile stella. Il problema sarebbe comunque addossare tutte le pressioni - che un anno fa erano sul serbo - su di lui per sperare in qualcosa che cambia il corso delle partite.
Insomma, Yildiz non è Godot né Del Piero, appunto. Così come sono altri tempi per la Juventus, ai tempi abituata ad arrivare sempre alle finali di Champions - tre di fila - e ora è senza Scudetto da oramai cinque stagioni.