Incontri ravvicinati del terzo tipo: il racconto del primo impatto con l'alieno CR7

17.07.2018 11:00 di Edoardo Siddi Twitter:    vedi letture
Incontri ravvicinati del terzo tipo: il racconto del primo impatto con l'alieno CR7
TuttoJuve.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

L'attesa spasmodica, i giorni che sembravano durare mesi, la caccia alle notizie. Poi l'arrivo improvviso, durante la finale del Mondiale, con la Russia che sparisce dal mondo bianconero, come se esistesse qualcosa capace di oscurare la finale di un Mondiale. Evidentemente sì, Cristiano Ronaldo ne è capace. La caccia domenicale al portoghese, però, è stata lunga e infruttuosa: il CR7day doveva essere lunedì 16 luglio e così è stato.

Sveglia presto e tutti al JMedical, per non rischiare di perdersi niente, per cominciare già a respirare l'aria del grande giorno. I tifosi sono tanti ed entusiasti, Ronaldo è atteso per le 10 e arriva con grande puntualità: il momento in cui esce dal centro medico bianconero sembra quasi sospeso nel tempo. È l'attimo atteso da qualche settimana e sognato da molto di più. L'attimo del primo contatto tra il mondo Juve e CR7, l'uomo e calciatore che ha frantumato tutti i record e scritto pagine di storia inimmaginabili prima di lui, è da brividi. Lui fa capolino nel piazzale e l'urlo del pubblico si alza, lui alza un braccio e l'entusiasmo è incontenibile. Un semplice gesto, un semplice saluto che vuol dire storia. Poi l'esitazione e la camminata verso i tifosi che non stanno più nella pelle, che sentono di vivere un sogno, di essere in un mondo troppo bello. Cristiano Ronaldo giocherà nella Juve ed è lì, a portata di mano. Il primo autografo è per un tifoso giovanissimo, poi si continua: selfie, firme, anche solo un contatto per convincersi che sia tutto vero. Come è iniziato, il momento finisce, un altro saluto e via, dentro il JMedical per cominciare l'iter delle visite. 

Qui (ri)comincia l'attesa. Sono momenti di pausa in una giornata troppo importante per potersene permettere. E allora vietato abbassare la guardia. Perché ogni dettaglio rappresenta notizia, ogni segnale va colto e riportato. Raccontare certe giornate è onore ed onere. Fino all'ora di pranzo tutto tace, ma i tifosi non mollano. Restano lì, a cantare, ad aspettare. Poi il segnale arriva: visite terminate. All'improvviso sembra di essere di nuovo al mattino. Non importa averlo già visto, non è bastato. Difficilmente basterà mai. C'è ancora voglia di Ronaldo. Lui non concede un altro saluto al JMedical, ma sfreccia via dall'ingresso principale dell'Allianz Stadium. Ovviamente anche lì i sostenitori non mancano e lui concede un sorriso, abbassando il finestrino. Un sorriso che fa innamorare tutti, anche quelli che lo aspettavano già alla sede. Tanti, ovviamente. Lì non c'è spazio per un altro contatto, ma ancora una volta basta uno sguardo per giustificare la lunga attesa.

Ronaldo sparisce nella sede, ma ricompare all'improvviso all'ingresso del centro d'allenamento. Lì, mentre va a conoscere i nuovi compagni, concede un altro saluto, stavolta più sciolto. E la folla, nutrita anche lì, impazzisce ancora. Poi ci sono i primi contatti con Pjanic e compagni, sorrisi e parole. Un momento emozionante, che unisce per la prima volta davvero CR7 e la Juve. Il picco massimo prima della conferenza, dove arriva finalmente il momento delle parole. I tifosi aspettano comunque in tantissimi fuori dallo stadio in barba alla pioggia e al forte vento, ma è arrivato il momento di sentire la voce dell'alieno sbarcato a Torino.

La conferenza potete leggerla qui, non ha senso raccontarla ancora. Può avere senso, invece, catturare le sensazioni trasmesse. Dai toni e dai concetti, che la traduzione non può rendere pienamente, dai movimenti e dagli sguardi. Cristiano è uno uomo di mondo, sceglie con attenzione quali termini usare, non sbaglia una risposta. Ringrazia la Juve, la pone in cima al mondo - e detto da uno che il mondo l'ha guardato dall'alto in basso negli ultimi 15 anni qualcosa vorrà dire -, lancia una frecciatina a chi alla sua età sceglie di percorrere la via del tramonto, e sottolinea: l'età non conta. Questa frase normalmente si usa in amore in situazioni complicate, ma detta da lui ha un significato pazzesco. È la prima risposta alle critiche, segno che CR7 si sta preparando, sta studiando il mondo che troverà ad aspettarlo. E gli sguardi, i sorrisi, le pause, persino il modo di voltare la maglia. Tutto fa capire che lì davanti a oltre 200 giornalisti c'è un mostro che non ha ancora finito di stupire il mondo e adesso vuole diventare ancora più grande mano nella mano con la Juve

Si spengono le luci, Ronaldo lascia Torino, ma le emozioni trasmesse resteranno dalle parti dell'Allianz Stadium ancora per molto tempo. Perché da oggi niente sarà più come prima. Non può esserlo, dopo un incontro del genere. In quel sorriso, in quello sguardo, c'è un mondo da scoprire.