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Massimo Neri: "Infortuni saranno la normalità, non vedremo belle prestazioni. CR7 un eletto, Gigi può arrivare a 50 anni. Vi racconto Nedved, Ibra e Cannavaro..."

05.06.2020 11:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Massimo Neri: "Infortuni saranno la normalità, non vedremo belle prestazioni. CR7 un eletto, Gigi può arrivare a 50 anni. Vi racconto Nedved, Ibra e Cannavaro..."
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex preparatore atletico della Juventus di Fabio Capello, Massimo Neri, per avere il suo punto di vista di come sarà la ripresa del campionato dal punto di vista fisico e non solo:

Nelle scorse ore, abbiamo assistito ai primi casi di infortunio come quello occorso ad Higuain. Che idea ti sei fatto a riguardo?

"Purtroppo questa grande emergenza ha portato i giocatori a non allenarsi con continuità, per cui credo sia normale che ci siano queste problematiche. E per gli staff tutto questo rappresenterà una novità, mai prima d'ora infatti si era verificata una condizione del genere. Credo che tra gli addetti ai lavori ci sia la voglia di ripartire al top, anche perché la competizione è breve e se parti con il piede sbagliato rischi di non recuperare più".

Dunque il rischio infortuni sarà concreto?

"Sì, anche perché questa grande voglia di fare metterà gli atleti di fronte a possibili infortuni. Bisognerà trovare il giusto equilibrio per far sì che non accadano certe cose. Per la messa a punto dell'atleta serve tempo, gli incontri preparatori estivi come amichevoli e quadrangolari servono proprio per farlo arrivare nelle giuste condizioni. Ma non essendoci tutto questo, sarà una bella incognita. Però c'è anche da aggiungere che non ci sarà nessuno che partirà avvantaggiato, fermo restando che potrebbe trovare un piccolo beneficio chi ha fatto i compiti a casa".

E' preoccupante, a tuo parere, il fatto che si siano allenati solo per un mese?

"A mio parere non è quello che preoccupa, lo sono più i due mesi di inattività che portano ad uno scadimento di tutte quelle che sono le capacità condizionali del calciatore. Colui che è stato bravo, come dicevo prima, subirà meno la ripresa del campionato, mentre per gli altri sarà un pochino più difficile. Bisognerà monitorarli quotidianamente, avere il controllo della situazione e lavorando tanto sull'individualizzazione dei carichi di lavoro. Perché fino alla conclusione, le partite saranno giocate ad un ritmo infernale ogni tre giorni. Sarà importante recuperare energie fisiche e mentali".

Come arriveranno mentalmente i calciatori?

"Credo che tutti vogliano tornare in campo e sentire nuovamente il profumo dell'erba. Forse li spronerà ancora di più. Ecco perché secondo me non ci saranno grossi problemi nella ripresa, piuttosto bisognerà lavorare nella testa dei calciatori perché oltre al corpo dovrà esser recuperata anche la mente tra una partita e l'altra. Chi avrà una rosa ampia sarà favorito nel turn-over".

Mentalmente arriveranno bene, però il top della forma lo vedremo forse a fine campionato.

"E' azzardato dirlo, perché il top in un campionato normale lo acquisisci strada facendo e vuoi mantenerlo il più possibile tenendo conto anche di quelli che possono essere gli incidenti di percorso come i piccoli abbassamenti di forma. Non credo che vedremo un'alta intensità di gioco, nemmeno bellissime prestazioni. Però la parte motivazionale sarà grandissima, ognuno si giocherà qualcosa di importante".

Credi che giocare di pomeriggio porterà più svantaggi di chi lo farà alla sera?

"Non tra le due squadre che si affrontano, però chi giocherà di pomeriggio potrebbe avere un dispendio di energia maggiore per via della temperatura. Però ci saranno degli orari a rotazione, il che significa che nessuna di loro sarà avvantaggiata".

Passando alla Juventus, fino al momento della interruzione come la stavi valutando?

"La stavo valutando bene, poi il campionato era davvero appassionante con tre squadre in lotta per il titolo. La Juve rimane chiaramente la favorita, però c'è una grande incognita che pone diversi interrogativi: la Lazio divertente e sicura di sé sarà ancora nelle stesse condizioni? E l'Inter che sembrava un po' in ritardo riuscirà a ritornare ad esser protagonista? Questa sosta rimette tutto in discussione, perché quello che abbiamo lasciato sicuramente non lo ritroveremo. Forse emergeranno altri valori, nuovi per via della lunga sosta".

Dunque possiamo dire che la Juventus rivincerà di nuovo il campionato?

"E' senz'altro favorita, però quest'anno non c'è più nulla di scontato. Mi auguro che vincerà la squadra che lo meriterà. E per chi arriverà secondo o terzo, la speranza è che accetterà la sconfitta. Penso sia arrivata l'ora che finiscano queste polemiche sterili ed inutili, l'addetto ai lavori deve iniziare a dare un esempio positivo".

Soffermandoci sui bianconeri, quale è il tuo parere sugli infortuni avuti quest'anno?

"Credo che gli infortuni siano ormai diventati costanti, colpiscono per la maggior parte chi gioca ogni tre giorni. Ricordo che lo scorso anno erano stati parecchi, ma era capitato anche a Roma, Inter e Milan. Questo per dire che, salvo qualche rara eccezione, le squadre non impegnate in Europa hanno meno giocatori in infermeria. Per me c'è un sovraccarico di lavoro, ci sono periodi in cui non hanno il tempo materiale per recuperare e questo porta inevitabilmente ad avere delle problematiche. Soprattutto quando c'è il clou della stagione con il campionato e la Champions League".

Chi sembra a non temere tutto questo è Cristiano Ronaldo.

"Qui subentrano le componenti fisiche genetiche individuali, c'è da dire che Cristiano Ronaldo da questo punto di vista è un eletto. Anzi. E' eletto ad essere un'atleta prima che un grande calciatore. Semplicemente perché se praticasse una qualsiasi altra disciplina a squadre, avrebbe primeggiato in virtù di questa grande caratteristica fisica che lo contraddistingue".

Un altro eletto, se possiamo definirlo così, è Gianluigi Buffon.

"Gianluigi, ormai, può giocare fino a cinquant'anni; possiede la stessa passione per il calcio e la voglia di giocare che aveva da ragazzino. Lui fa parte di quella categoria di atleti che non vorrebbero mai smettere, per me sta cercando di rimandare proprio perché il ritiro da questo sport potrebbe causargli una sofferenza. Dal punto di vista fisico, a mio parere può considerarsi alla stregua di Cristiano Ronaldo per il ruolo che ricopre".

Nella tua esperienza in bianconero, chi era il più performante dal punto di vista atletico?

"Per quanto riguarda la parte aerobica di corsa era Nedved, non si fermava ed era impressionante. Non voleva mai terminare l'allenamento, mi chiedeva di fare il supplementare sotto forma di ripetute e progressioni. Ero a conoscenza del fatto che, dopo aver lavorato duramente la mattina, lo faceva anche la sera nella sua residenza. Chi invece mi aveva impressionato era Ibrahimovic, non aveva la resistenza del ceco ma era strabordante dal punto di vista fisico. Poco dopo il suo arrivo, acquisì cinque chili di massa muscolare. E in campo lo si vedeva".

Insomma, trovare il peggiore era davvero difficile.

"Erano tutti dei top in quella squadra. Un altro che mi colpiva particolarmente era Cannavaro per la esplosività ed elasticità, aveva quella capacità di arrivare a fine partita senza aver versato una goccia di sudore. Ovviamente il ruolo che ricopriva lo metteva nelle condizioni di mettere in mostra le sue doti, oltre ad avere un terzo tempo in cui riusciva a sovrastare in aria anche avversari più alti di lui. Era un fenomeno".

Si ringrazia Massimo Neri per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.