Luca Clemenza si racconta: "La mia esperienza al Pescara, il mio idolo calcistico, l'U23 e la scelta di giocare in bianconero". E aggiunge: "Il mio più grande sogno si chiama Juventus"

Lombardo di nascita, veneto d'adozione e piemontese calcisticamente. In mezzo l'esordio nelle Marche e l'attuale avventura in Abruzzo. Il giro dell'Italia del talento bianconero Luca Clemenza, in prestito al Pescara, probabilmente proseguirà ancora vista anche la sua giovane età. Ma è in queste esperienze che il giocatore è cresciuto e maturato sul campo, diventando uno dei prospetti più interessanti di tutto il panorama italiano. Prima dell'intervista realizzata in esclusiva per TuttoJuve.com, il classe 1997 ha tenuto a lanciare un messaggio forte e chiaro sul periodo che stiamo vivendo:
"Bisogna rimanere a casa il più possibile, dobbiamo evitare ogni tipo di rischio. Altrimenti non elimineremo mai il Covid-19 - ha commentato -. Il calcio rende divisi attraverso il tifo, qui invece è importantissimo essere uniti perché tutti insieme formiamo una squadra imbattibile. L'augurio è che finisca il prima possibile".
Parlando di campo, come ti stai trovando a Pescara?
"Fin dal primo giorno mi sono trovato veramente bene, ho legato molto con il gruppo. Ci sono tanti ragazzi giovani e quelli più grandi fanno sentir sempre la loro presenza. Il loro supporto è quotidiano, questa a mio avviso è una bellissima cosa. Nonostante sia arrivato qualche risultato negativo, si respira sempre una bell'aria. La città mi ha colpito moltissimo, negli ultimi tempi ho trovato un po' di spazio e speriamo di poter far meglio nel momento in cui dovessimo ritornare a calcare il terreno di gioco".
Nel caso in cui doveste riprendere a giocare, quali sono gli obiettivi che ti sei prefissato?
"A livello di squadra, ovviamente, è quello di salvarci e di mantenere la categoria vista anche la classifica corta. E, perché no, provare a raggiungere i play-off in modo così da potercela ulteriormente giocare. A livello personale, invece, vorrei offrire il mio contributo attraverso gol e assist".
Avevi già conosciuto la Serie B con Ascoli e Padova, queste esperienze sono utili nel tuo attuale cammino?
"Sì, non mi sono trovato al buio. Mi ha aiutato tantissimo conoscere la categoria e adeguarmi, così, nuovamente a quella che è la realtà della Serie B. Prima di questa esperienza a Pescara, avevo già giocato una cinquantina di partite".
E prima di Pescara, avevi giocato l'inizio di stagione con la maglia dell'U23 bianconera. Una categoria in cui si fa davvero fatica dal punto di vista tecnico, gli addetti ai lavori parlano più di calci che di calcio.
"Esatto, a livello di gioco ho fatto molta più fatica in Serie C. La difficoltà maggiore è quando trovi gli avversari che non ti lasciano giocare, dando la priorità ai lanci lunghi. E questo fa saltare il banco su ciò che avevi preparato con il mister ed i compagni, tanto è che devi adeguarti al loro gioco. Diciamo che giocare palla a terra non è semplice in quella categoria".
Come è stato aver indossato finalmente i colori bianconeri?
"Sono stato felicissimo, devo ringraziare la società e il mister Pecchia che ha voluto fortemente la mia permanenza. Sono stato fortunato ad avere una guida tecnica come lui. Dal punto di vista personale ho avuto modo di migliorare tanto l'aspetto fisico e mentale, lavorando tanto sull'aggressività, il temperamento e le lacune che avevo. Anche se non è quella della prima squadra, indossare questa maglia è stato emozionante".
La maglia della prima squadra l'hai comunque indossata. Come è stato?
"Un sogno. Porterò sempre con me quel ricordo, è stato epico far parte della stessa squadra di quei giocatori straordinari".
Quale giocatore straordinario ti è stato più accanto in quella tournée?
"Non c'è stato un solo punto di riferimento, tutti erano abbastanza disponibili. La tournée è ancora un periodo in cui non sei ancora dentro all'interno delle partite, è più l'occasione per stare insieme e condividere qualcosa. Ricordo, però, che Chiellini forniva tantissime indicazioni".
Miralem Pjanic, Paulo Dybala e Cristiano Ronaldo: come li commenti?
"Pjanic ha gli occhi sia davanti che dietro, vederlo quando si allena è incredibile. E' già consapevole di quel che deve fare prima ancora che gli arriva il pallone. Davvero straordinario. Dybala è un genio assoluto, quel che fa in allenamento lo fa vedere in partita. Il gol che ha fatto all'Inter è stato fantastico, solo lui poteva farlo. Calcia in una maniera incredibile. Si dice che la perfezione non esiste, ma Ronaldo si avvicina molto sotto il punto di vista del lavoro, della forza, della costanza. L'ho visto all'opera, è come lo si descrive".
Non tutti lo sapranno, ma nel 2011 eri seguito anche da Inter e Milan prima di arrivare alla Juventus. Ci puoi raccontare questo retroscena?
"E' vero, la Juventus mi aveva invitato a trascorrere tre giorni presso le loro strutture. Ricordo che c'era anche Pessotto, era stato insieme alla mia famiglia per far conoscere meglio quale era il mondo Juve. Il Milan non era convintissimo ad acquistarmi, avevo fatto dei provini con l'Inter negli anni antecedenti. Il club nerazzurro però voleva già dei ragazzi strutturati fisicamente e per questo motivo nutriva dei dubbi, al contrario i bianconeri sono stati fin da subito più decisi. Avevo un po' di timore, mia madre era un po' preoccupata ma col senno di poi la scelta è stata quella corretta".
Se poi sei anche tifoso della Juve, hai proprio fatto bingo.
"In realtà no, da piccolo ero tifoso del Milan. Avendo vissuto, però, sette anni alla Juventus non puoi non cambiare la tua fede (sorride ndr). Sono rimasto legato ai rossoneri, ma simpatizzo per i bianconeri. Adesso ho smesso di tifare, penso solo al calcio".
Provo ad indovinare: il tuo idolo calcistico è Andrea Pirlo?
"Mi hai scoperto (sorride ndr). Ho avuto anche la possibilità di potermi allenare con lui, l'ho sempre guardato dalla testa ai piedi e non mi sembrava vero. Sembrava impossibile, lo avevo sempre visto in tv con indosso la maglia del Milan. E ogni sera lo raccontavo a mio papà".
Tra l'altro si vocifera che Andrea Pirlo potrebbe ritornare alla Juve, probabilmente come nuovo tecnico dell'U23 oppure come aiuto per la prima squadra.
"Sì, ho letto questa notizia. Posso raccontare questo: un giorno incontrai il mio procuratore Tinti in compagnia di Pirlo che stava osservando da vicino la Primavera. E' da quel momento che ho iniziato ad annusare qualcosa a riguardo (sorride ndr), non sapevo se volesse intraprendere questo mestiere ma forse possiamo avere avuto una conferma".
Curiosità: hai mai pensato di ripercorrere le orme del tuo idolo a livello di campo? Tutti sanno che Pirlo cominciò la carriera come trequartista e poi arretrò a regista davanti alla difesa.
"La Juve me lo aveva proposto, con Grosso ho provato a fare quel ruolo nel mio ultimo anno. Dopo essermi rotto il crociato, non c'è stata più questa possibilità. Nemmeno dopo il mio ritorno. Pecchia, quest'anno, ha provato ad inserirmi come mediano ma il problema, a mio parere, è che in Serie C non serve più il mediano quando affronti squadre che lanciano solo lungo. Anche in virtù del fatto che non si stavano ottenendo grandi risultati, la decisione è stata quella di avanzarmi di nuovo in modo da poter essere più utile con qualche assist o marcatura".
Condizionale d'obbligo, se dovessero riprendere i campionati come vedi la prima squadra e quella U23?
"Il valore della Juve di Sarri l'abbiamo visto con l'Inter, poi alcune partite non sono state all'altezza ma tutte le grandi squadre possono subire dei cali. Ora come ora, i bianconeri sono superiori ai loro rivali ed è chiaramente favorita per ripetersi. In Champions non ho dubbi sul fatto che si qualifichi nel ritorno contro il Lione. Dobbiamo ambire alla finale. L'U23 dei miei ex compagni ha raggiunto la finale di Coppa Italia, sono stato davvero molto contento di questo. E vedo che si è rinforzata con giocatori di esperienza, infatti giocatori come Marchi e Brunori possono dare una mano importante in una rosa dove è già presente qualità. Non a caso in campionato la squadra si era ripresa molto bene, importante è stata la vittoria di Monza".
Chiaramente ora pensi al Pescara, ma hai mai pensato al futuro? Ti vedresti con la maglia della Juve tra qualche anno?
"Il mio più grande sogno è quello di giocare in futuro nella Juventus, ma ho promesso al bambino che c'è in me di arrivare in Serie A. O almeno di provarci. Ora, però, penso a far bene con il Pescara sperando di poter tornare a giocare il prima possibile".
Si ringraziano Luca Clemenza e l'addetto stampa del Pescara Calcio, Massimo Mucciante, per la disponibilità a realizzare questa intervista.