Il primo mister di Spinazzola: "Da piccolino spiccava per coordinazione ed altruismo, ricordo quando fu notato dai bianconeri. Juve? Domani non avvertirà nessuna pressione"
Meno di 48 ore e la Juventus sfiderà l'Atalanta nel recupero della ventiseiesima giornata di campionato, partita che venne rinviata per una forte nevicata che si abbattè sull'Allianz Stadium e in varie parti d'Italia. Tra gli avversari della truppa di Gasperini già affrontata in tre circostanze quest'anno c'è anche quel Leonardo Spinazzola che ha indossato il bianco e il nero negli anni in Primavera trascorsi con mister Baroni. Sarà una partita speciale per lui perchè incontrerà nuovamente, per l'ultima volta in stagione, la squadra che detiene il suo cartellino e che probabilmente lo farà tornare alla base durante la prossima sessione estiva di calciomercato.
La nostra redazione ha contattato telefonicamente chi ha conosciuto Leonardo nella sua infanzia, ovvero il direttore generale della Virtus Foligno, Roberto Di Arcangelo, e il suo primo mister, Federico Ranucci: "E' partito dalla nostra società, ha fatto qui tutta la trafila prima di arrivare a Siena - ci racconta in esclusiva D'Arcangelo -. Siamo rimasti legati a lui e alla sua famiglia e abbiamo ottimi rapporti. Quando ha possibilità di farlo, Leonardo ci viene ancora a trovare in campo e ha mantenuto la stessa umiltà di quando lo abbiamo conosciuto - ha ammesso con voce commossa -. Gli abbiamo dato le chiavi perchè per noi rappresenta un grandissimo orgoglio, inoltre è fonte di ispirazione per altri bambini perchè sanno che da li è partito Spinazzola".
"Leonardo era piccolino quando l'ho conosciuto - ha ricordato Ranucci -, conservo solo ricordi bellissimi. Era già bravissimo all'epoca, dal punto di vista motorio spiccava per la sua coordinazione e agli occhi balzava il suo altruismo sia dal punto di vista calcistico che dal punto di vista personale - ha commentato -. Pur avendo molti impegni nel fine settimana, cerco sempre di seguirlo e mi è spiaciuto tantissimo quando è uscito dall'Europa League con l'Atalanta". Non solo in campo, Ranucci lo ha seguito anche quando era dirigente e una volta andato via da Foligno: "E' stato con noi fino ai 14 anni, la stagione in cui ha vinto tutto con i giovanissimi regionali. Poi si è trasferito per tre anni a Siena, ricordo che ho assistito in compagnia del padre alla partita contro la Juventus - ha rammentato - dove è entrato negli ultimi dieci minuti. I bianconeri, probabilmente, lo notarono proprio in quella occasione. Fece veramente molto bene, c'erano giocatori importanti come Giannetti e Buchel".
Ma al giovanissimo Spinazzola piaceva già all'epoca una squadra in particolare? "Lui si soffermava più sul singolo campione come Del Piero, Ibrahimovic e Rui Costa più che sulla squadra - ha risposto -. Anche se sinceramente, essendo juventino ho sempre cercato di portarlo verso quei colori (ride ndr). Da piccolo ha sempre fatto qualsiasi ruolo, nell'anno del campionato regionale da attaccante ha segnato circa 30 gol. La gamba non l'ha mai persa, l'ha sempre avuta anche contro ragazzini di due anni più grande di lui. Il match con la Juventus? Non avvertirà nessun tipo di pressione, anche se son combattuto perchè il cuore mi porta da lui e la fede da un'altra parte (ride ndr). Io spero che sia l'ultimo anno che avvenga ciò, in realtà già confidavo di vederlo alla Juve quest'anno ma non si è più fatto nulla a fine e sono rimasto dispiaciuto. A farne le spese, a mio parere, è stato lui".
Infine, il consiglio che lo riporta indietro di diversi anni: "Il mio augurio, al di là di dove giocherà, è che continuerà a divertirsi e a giocare con il sorriso sulle labbra come faceva da bambino. Finchè lo farà andrà sempre bene".
Si ringrazia la Virtus Foligno e in particolar modo il direttore generale Roberto Di Arcangelo e il mister Federico Ranucci per la gentilezza e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.