Antonio Nocerino: "Juve dieci anni avanti in Italia, acquisterà top per la Champions. Ramsey? Anche mio figlio si integrerebbe in questa rosa. Sull'allenatore e sul futuro..."

"Purtroppo la mia esperienza a Benevento è stata troppo breve e non è andata molto bene per varie ragioni. Il dispiacere è davvero grande, ero lontano dalla famiglia e il mio piccolino ha avuto un problema. Per questo sono dovuto tornare qui in Florida dove in questo momento mi alleno, ho veramente tanta voglia di giocare. Però c'è un lato positivo: questa avventura è servita per conoscere persone stupende, tra cui il direttore con cui ho instaurato un bellissimo rapporto". Chi si stesse chiedendo dove fosse finito Antonio Nocerino, ha trovato la risposta che cercava. L'ex centrocampista bianconero si è stabilito in America - dove aveva giocato negli Orlando City tra il 2016 e il 2017 - e racconta, in esclusiva a TuttoJuve.com, le sensazioni relative agli ultimi avvicendamenti di casa Juventus non senza parlarci del suo presente:
Quindi stai valutando un tuo futuro in Mls per rimanere accanto alla tua famiglia.
"Sinceramente, credo sia molto difficile questa soluzione per me. Però non mi sento di chiudere la porta, sono una persona a cui piace provare nuove esperienze e conoscere nuovi campionati. Sono consapevole di quel che posso ancora dare in campo, come dicevo non mi sento di precludermi alcuna possibilità. La mia priorità è questa".
Ci sono già stati dei contatti? Che cosa bolle in pentola?
"Diciamo che mi riesce difficile far sapere all'Italia che vorrei giocare, qui in America è complicato per diverse regole e questo rende più faticosa la ricerca di una squadra. Se dovesse arrivare un'opportunità non esiterò a valutarla, sia qui che altrove. Vorrei finire la mia carriera sui campi da calcio, voglio dare ancora il mio contributo e sento che non è ancora arrivato il momento di smettere. A dimostrazione di quanto affermo, la scorsa estate mi sentivo benissimo durante il ritiro e la stessa sensazione la provo ancora durante gli esercizi quotidiani".
Sei distante qualche chilometro da noi, qui non facciamo altro che parlare del nuovo allenatore anche se Fabio Paratici nella giornata di ieri ha invitato alla calma ai cronisti presenti a Napoli. Che idea ti sei fatto?
"E' vero, ma leggo e mi informo ogni giorno riguardo le vicende del calcio italiano. La Juventus, rispetto alle altre squadre italiane, è avanti dieci anni. La dirigenza è già consapevole dell'allenatore che arriverà, nessuno in Italia è capace di progettare quanto loro proprio per la bravura dei suoi manager. E' una squadra che vince ininterrottamente da otto anni di fila, solo chi ha grandi idee e grande fame può trionfare così a lungo. Leggo tantissimi nomi e, onestamente, non so affermare con sicurezza chi sarà il prossimo allenatore dei bianconeri".
Dando un nome e un cognome al "range di nomi" accennato da Paratici, possiamo accennare a Josep Guardiola, Mauricio Pochettino e Maurizio Sarri. Quale è la tua opinione in merito?
"A me piacciono tutti e tre, ma è vero che hanno caratteristiche completamente differenti. A Sarri devi dare il tempo giusto per affermare le proprie idee e il proprio gioco, è un allenatore che insegna calcio. Guardiola, rispetto all'allenatore del Chelsea, ha un'esperienza diversa perché è da più tempo che gestisce i campioni ed è anche un nome impressionante per la piazza, mentre Pochettino è una via di mezzo tra questi due e ha vinto meno delle sue qualità. Ritengo che potrebbe iniziare a vincere proprio arrivando alla Juventus. Qualsiasi nome arriverà, l'impatto che avrà sarà grandissimo".
Sappiamo a Torino quanto sia diventata tabù la parola Champions League. Come la si può vincere?
"E' una competizione difficile da interpretare, è molto strana e non esiste un modo oggettivo per poterla vincere. Prendiamo ad esempio l'edizione di quest'anno, Barcellona e Ajax sembravano già sicure della finale e invece sono state rimontate incredibilmente nella semifinale di ritorno. Può aiutare il fatto di arrivare al clou a livello di condizione, magari questo aspetto con quel pizzico di fortuna può aiutare a raggiungere il traguardo finale".
Champions competizione strana, ma la Juve deve acquistare grandi giocatori per vincerla?
"Sì, la Juve farà un acquisto top e sono convinto che lo farà proprio per cullare ancor di più il sogno Champions. A mio parere proverà ad immettere dei giocatori di livello internazionale con grande esperienza all'interno di una rosa dove sono già presenti dei campioni. Ronaldo? E' un grandissimo, quest'anno al primo anno ha fatto comunque tanti gol".
Che cosa ne pensi di Ramsey? Potrebbe integrarsi bene nel centrocampo della Juve del prossimo anno?
"Sicuramente sì perché è un grande campione, anche mio figlio si integrerebbe benissimo nella rosa di campioni presente nella Juventus. Perché la qualità nello spogliatoio è di livello altissimo, in primis c'è un grande capitano che è un ragazzo d'oro e la sua grande bravura è quella di far sentire a casa i nuovi arrivati. Penso, dunque, che qualsiasi giocatore arrivi si sentirà a proprio agio, Ramsey è un grande giocatore e non lo scopriamo di certo oggi. Il calcio inglese è diverso da quello italiano, ma auguro a lui di adattarsi facilmente visto che giocherà nella squadra più forte d'Italia".
Il ciclo vincente della Juve è iniziato proprio nell'anno in cui ha battagliato con il tuo Milan. E Allegri, che era il vostro allenatore, è poi andato in bianconero dove è stato artefice di un quinquennio di successi. Ti aspettavi un ciclo della Juventus così vincente?
"Ho vissuto gli anni in cui la Juventus è arrivata per due volte al settimo posto, era completamente un'altra squadra rispetto a quella che è stata creata da Antonio Conte nel 2011. Era ed è attualmente una corazzata, il mister pugliese ha creato insieme ai calciatori un'armatura che era impossibile da scalfire. E Allegri è stato bravo a mantenere questo concetto, ogni anno la dirigenza acquistava un campione e distanziava a livello di forza i rivali. Infatti è stata nettamente più forte, ma il tutto è partito da allora. I successi non sono arrivati per caso".
Proprio Conte che ritorna in Italia alla guida dell'Inter. Credi che i nerazzurri saranno i candidati numero uno al titolo difeso dai bianconeri?
"A mio parere, posso garantire che lotterà fino alla fine perché l'Inter ha preso un allenatore vincente, competente e con una mentalità impressionante. I nerazzurri con Conte saranno una squadra tosta e le avversarie faranno molta fatica per aver ragione di loro, ecco perché penso che la Juve farà fatica a difendere il titolo".
Hai mai pensato, durante la tua avventura alla Juventus, di vederti in quel centrocampo per molti anni? Purtroppo la tua avventura a Torino è durata soltanto una stagione, quella 2007/2008.
"Alla Juventus ho passato degli anni bellissimi, ho avuto l'opportunità di crescere tantissimo anche perché ero arrivato molto giovane in questo club. Il mio rimpianto più grande è che sono arrivato in prima squadra quando non c'era l'attuale dirigenza, forse con loro la mia situazione sarebbe potuta esser diversa. L'unico cruccio è stato questo, però sono stato contento di quanto ho fatto e ricevuto. Il passato non si può cambiare".
Si ringrazia Antonio Nocerino per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.