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Alcibiade sull'U23: "L'obiettivo è di aiutare i più giovani, nessuno ci aveva chiesto di vincere. La Juve punterà alla Serie B. Su Muratore e Ronaldo..."

23.07.2019 11:30 di Mirko Di Natale Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Alcibiade sull'U23: "L'obiettivo è di aiutare i più giovani, nessuno ci aveva chiesto di vincere. La Juve punterà alla Serie B. Su Muratore e Ronaldo..."
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© foto di Prospero Scolpini/TuttoLegaPro.com

"Il contratto è scaduto ormai da qualche settimana, avendo esigenze differenti abbiamo deciso di non continuare la nostra collaborazione ma tengo a precisare che ringrazierò sempre il direttore e Claudio Chiellini per questa opportunità. La speranza comune è di rivederci tra qualche anno". Dall'altra parte della cornetta, l'ex difensore bianconero Raffaele Alcibiade racconta con emozione l'anno vissuto all'ombra della Mole con indosso la maglia della Juventus Under 23: "Nel momento in cui ho accettato la proposta, sapevo che ci sarebbero state delle difficoltà da superare. L'U23 è composta da molti giovani alla loro prima esperienza tra i professionisti e il mio primo obiettivo è stato quello di aiutarli al meglio delle mie possibilità. Il futuro è nelle loro mani. Ora - prosegue il centrale torinese -, senza nulla togliere ai bianconeri, a 29 anni mi sento bene fisicamente e mi piacerebbe cimentarmi in un nuovo progetto".

Dunque è stato questo il messaggio che la società bianconera ti ha inoltrato nel momento in cui ti ha contattato per acquistarti? Ti ha parlato chiaramente di una valorizzazione dei giovani calciatori?

"Sì, è normale nel momento in cui ti trovi all'interno di una squadra che mira a valorizzare i giovani calciatori. Mi sentivo di essere in grado di dare una mano e così è stato, i ragazzi cercavano il mio aiuto sia all'interno che all'esterno del terreno di gioco. E' stato un anno molto positivo a livello umano, personale e anche calcistico. Purtroppo ho avuto un infortunio che mi ha tenuto ai box tre o quattro mesi, ma comunque ho sempre cercato di dare il mio apporto e il mio contributo. La società è rimasta molto contenta sotto questo aspetto".

Alla prima squadra viene chiesto il risultato, mentre alla Primavera si chiede di giocare a calcio. Quale era il target dell'Under 23? A voi cosa veniva richiesto?

"La società mi aveva chiesto di essere un punto di riferimento per i giovani e la loro valorizzazione. Ricordandosi, sempre, di giocare in una squadra che non è abituata alla sconfitta. Dovevi cercare di coniugare questi due aspetti: quest'anno la priorità era la gioventù e superare le iniziali difficoltà che ne derivavano; in questa stagione la maturazione di alcuni ragazzi potrebbe alimentare ancor di più l'ambizione per cercare di puntare a qualcosa d'altro. A mio avviso, se lavori bene i risultati prima o poi arriveranno. La Juventus non ci ha mai chiesto di vincere il campionato, la nostra missione era quella di mostrare come si indossava questa maglia. E ovviamente non fare brutte figure".

Anche perché a livello di risultati, la stagione è stata molto altalenante. La squadra ha patito tantissimo l'impatto iniziale, ma qualche buona vittoria l'ha ottenuta.

"E' stato così, perché i giovani hanno subito l'impatto del professionismo. E' più facile che un gruppo di quattro ragazzi giovani cresca più velocemente all'interno di una squadra già esperta piuttosto che il contrario. Qui alla Juve non è successo questo. Però nel corso della stagione ci siamo un po' abituati, ma i risultati sono stati altalenanti per la discontinuità che c'è stata a livello collettivo. La squadra era forte, composta dai migliori giovani e giocava benissimo ma il ragazzo, a differenza del giocatore più esperto, allenta leggermente più la presa e questa caratteristica la paghi in un campionato come quello di C in cui anche l'ultima in classifica ha sempre il coltello tra i denti. E' stato un peccato, si poteva fare di più ma ci sono state tante difficoltà che ci aspettavamo. Alla fine, però, le sofferenze ti fanno crescere e ti fanno uscire più forte".

Tornando a quanto affermavi poco fa, credi che l'idea di questa stagione sia di cercare la promozione in Serie B? E' arrivato un allenatore fuori categoria e in ritiro ci sono giocatori già strutturati che potrebbero rimanere.

"A differenza della passata stagione che è sembrato più un anno di transito, quest'anno la Juve ha più ambizione e proverà a puntare alla promozione. Anche se è difficile quantificare la rosa, il mercato non è ancora chiuso e non è detto che tutti questi giocatori rimarranno in Under 23. Bisognerà capire, poi, anche chi arriverà perché non credo che finirà qui la campagna acquisti".

Se ti chiedo un nome di chi ti ha più impressionato per forza, tecnica e mentalità, che cosa rispondi?

"Rispondo che farò più di un nome (sorride ndr). Chi mi ha più impressionato è Muratore, lo ha fatto sia a livello calcistico che a livello umano perché rappresenta il classico giocatore del settore giovanile bianconero. E' un grande lavoratore, sempre in silenzio, rispecchia lo stampo Juve e confesso di essermi rivisto molto in lui. A livello tecnico, invece, dico Pereira: era bello da vedere, la sua tecnica era davvero incredibile. Un altro nome? Toure perché sovrastava chiunque dal punto di vista fisico. Non ricordo un avversario che è riuscito a contrastarlo durante tutta la stagione".

Forse l'attacco era un po' il vostro debole.

"Si è rivelato un punto debole perché concretizzavamo poco, ma non lo era a livello di nomi e di qualità dei singoli. Olivieri, ad esempio, non ha fatto benissimo ma scommetto che la prossima stagione segnerà molti gol. Eravamo forti sia nella prima e sia nella seconda parte di stagione, il nostro gioco mandava al tiro anche i centrocampisti. Abbiamo ottenuto meno di quanto costruito".

Come è stato allenarsi con la prima squadra? Ricordando anche che l'U23 ha inaugurato il centro sportivo della Continassa.

"E' stato tutto bellissimo, ho lasciato la Juve che era strepitosa e l'ho ritrovata ancor più all'avanguardia. Non pensavo fosse possibile tutto questo, sono rimasto scioccato. La Juve è il top del mondo sotto tutti i punti di vista, è impressionante allenarti con una squadra composta interamente da campioni. Ad un certo punto non hai più nemmeno parole per poter descrivere quanto vivi. E avere la possibilità di condividere il campo con loro è stato un orgoglio, ho avuto la possibilità così di mettermi alla prova e non pensavo potesse esser così emozionante. Quest'anno non sono riusciti a vincere la Champions League, ma sono sicuro che ci riusciranno perché il destino è sempre benevolo verso chi è così forte. Eppure, quando ero in Primavera, avevo già avuto la possibilità di allenarmi con Del Piero, Nedved, Trezeguet, Buffon, Camoranesi ma qui siamo ad un altro livello. La società è in continua espansione, in continua crescita e non vedo come sarà possibile poterla fermare". 

Non mi hai fatto un nome: Cristiano Ronaldo. E' stato voluto?

"No, non l'ho fatto perché è troppo scontato. Rispondo a questa domanda più volte al giorno, dagli amici ai familiari fino ad arrivare agli addetti ai lavori. E' di un altro pianeta, è brutto da affermare ma è una spanna sopra a tutti questi campioni. Ritengo che i suoi successi siano più che meritati, per la sua dedizione, per la sua voglia e per la sua ambizione. E' giusto che riesca a vincere sia a livello individuale che collettivo. Così come il suo stipendio, lui lavora ogni ora della sua vita e anche quando è in vacanza non stacca mai. Quando interpreti così il tuo lavoro, non puoi non ottenere dei risultati".

Come è stato affrontarlo da avversario in allenamento?

Fortunatamente ho sempre giocato insieme a lui (sorride ndr), più che passargli la palla c'era poco da fare. Sinceramente, è stato emozionante vederlo allenare e questo mi ha portato a vedere diversamente questa disciplina. Prima dell'arrivo di Cristiano, il calcio era solo uno sport mentre ora è molto più simile all'atletica perché tutti sanno che se lavori come lui ottieni dei risultati. E non basta più soltanto il talento per arrivare in alto". 

E ora sei alla ricerca di un nuovo progetto che possa permetterti di ritornare in campo. Che cosa bolle in pentola?

"Ci sono state delle chiacchierate in corso con alcune squadre di Serie C, ma si occupa di tutto il mio procuratore. Vorrei sposare un progetto per diversi anni, la mia volontà è quella di condividere un percorso in cui poter crescere, migliorare e ottenere insieme dei traguardi importanti. E, soprattutto, mi piacerebbe giocare in una società che ha la mia stessa fame. Sto scalpitando, per questo spero di trovare un impiego il prima possibile (sorride ndr). Se potessi, sceglierei un club vicino casa (Lombardia ndr) anche perché sto per diventare padre ma questo non preclude affatto una destinazione diversa. Ho solo voglia di poter giocare nuovamente".

Si ringrazia Raffaele Alcibiade per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.