Bonucci: "Ho letto e sentito cose non vere dette dalla Juve e dall'allenatore. Il club mi ha umiliato dopo 500 presenze"

14.09.2023 11:13 di  Giuseppe Giannone   vedi letture
Bonucci: "Ho letto e sentito cose non vere dette dalla Juve e dall'allenatore. Il club mi ha umiliato dopo 500 presenze"
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Leonardo Bonucci, ex difensore della Juventus, adesso in forza all'Union Berlino, racconta, intervistato da "Sportmediaset", la sua verità sull'esclusione dalla rosa della prima squadra del club bianconero. Ecco un'anteprima delle dichiarazioni di Bonucci, con l'intervista completa che andrà in onda nel tg delle 13 su "Italia 1: "

Ho letto e sentito cose non vere dette dalla Juventus e dall'allenatore. E' falso che a ottobre e a febbraio mi era stata comunicata la volontà di interrompere il rapporto alla fine della stagione. Alla fine di ottobre mi era stata presentata la possibilità del rinnovo. A febbraio non ho avuto alcun colloquio con la società. A fine marzo Allegri mi convocò in ufficio, mi disse che avrei dovuto smettere a giugno perché avrei dovuto anticipare i tempi per fare l'allenatore. Gli dissi che rispettavo la sua opinione, ma che avevo le intenzioni di arrivare agli Europei del 2024. Anzi, a fine maggio, dopo la partita con il Milan, avevo dato la mia disponibilità per essere la quinta/sesta scelta in difesa, a fare la chioccia, visto che il club aveva le intenzioni di far giocare Gatti, Bremer, Danilo e un giovane della Next Gen.".

"Ho annusato qualcosa- continua Bonucci- solo leggendolo sui giornali fino a quando il 13 luglio Giuntoli e Manna mi hanno comunicato, venendo a casa mia, che non avrei più fatto parte della rosa della Juventus e che la mia presenza in campo avrebbe ostacolato la crescita della squadra. Mi sono sentito svuotato di tutto. Questa è stata l'umiliazione che ho subito dopo 500 e passa partite in bianconero. Ho apprezzato la solidarietà di tanti giocatori, anche attuali, della Juve e di altre società. Tutti mi hanno manifestato la loro vicinanza per il comportamento irrispettoso della società. Non era una questione di soldi, ma di principio. Se dovessi vincere questa causa, devolverei tutto in beneficenza".

"In entrambi i casi sono state decisioni forzate dalla presa di posizione di un singolo, che non sono io, che mi ha portato due volte a prendere una strada diversa rispetto a quella che il cuore avrebbe voluto. Quello che è sotto gli occhi di tutti è che non ho mai avuto un rapporto come avrei voluto con l'allenatore. Ho sentito Andrea (Pirlo, ndr) qualche tempo fa, quando era venuta fuori questa situazione che mi aveva fatto ridere".

Su Spalletti: "Il suo gesto l'ho apprezzato tantissimo, fa capire lo spessore umano del ct. Alla fine non era una chiamata dovuta, ho bene in mente quello che voglio fare. Un giorno ci sarà modo di riabbracciare i tifosi della Juve, fargli capire quanto il club è stato importante. Però quella di oggi non sento mia".