A MENTE FREDDA - Titoli di coda. Società, Pirlo e squadra tutti colpevoli. Ora rivoluzione
Sotto gli occhi di John Elkann la squadra scompare, anzi conferma di non esserci mai stata. La disfatta contro il Milan è solo l'apice di una stagione buia, salvo qualche raggio di luce. La Juve scivola a meno uno dalla Champions, a tre tappe dal termine della corsa: mercoledì il Sassuolo, sabato l'Inter campione d'Italia, si chiude con il Bologna. Sulla carta tutto ancora aperto, ma con questo spirito sarà impossibile raggiungere l'obiettivo. E la Coppa Italia diventa superflua. ll progetto targato Pirlo fallisce inesorabilmente sotto ogni profilo. Alla mancanza d'identità tattica si aggiunge la perdita dell'anima, storicamente l'arma in più dei bianconeri. “Mi assumo le responsabilità, ma non me ne vado e ci credo”, dice il tecnico, sapendo forse di avere il destino già segnato da tempo. Da non escludere l'esonero nelle prossime ore, con Tudor possibile traghettatore. Circoscrivere tutto all'allenatore però è ingiusto e riduttivo. Per un'analisi lucida, sul banco degli imputati devono finire inevitabilmente anche società e giocatori: si vince o si perde tutti insieme, regola non scritta in ogni contesto di gruppo.
Il peccato originale probabilmente risiede proprio nella scelta di un tecnico neofita, tanto più in una stagione di forte ringiovanimento. Rischio troppo elevato e forse presunzione da parte di Andrea Agnelli. Già, il Presidente, quest'anno spesso assente ed ora travolto dalla bufera innescata dalla questione Superlega, con danno d'immagine per Madama e un futuro da difendere per scongiurare l'esclusione dal campionato e dalle coppe europee. La Figc aspetta l'uscita dal progetto, come la Uefa del nemico Ceferin, pronto a vendicarsi rispetto al “traditore”. Detto di Agnelli, Nedved e Paratici assenti ingiustificati nei tanti momenti difficili di Pirlo, un uomo solo e forse nemmeno al comando. Il tecnico si aspettava maggiore sostegno anche dai senatori, ex compagni di squadra. Chissà. Alla fine ha mollato anche Ronaldo, da tempo con la testa altrove e la stagione di Dybala è da dimenticare, contrassegnata anche dai noti problemi fisici.
Dai senatori ai nuovi acquisti. L'unico promosso a pieni voti è Chiesa, per il resto bocciati e rimandati. Kulusevski aveva illuso, salvo poi subire un'importante involuzione, ma ha solo 20 anni e spesso viene impiegato fuori ruolo. McKennie è in un fase negativa da tempo dopo un ottima prima parte di stagione, stesso discorso per Morata (difficile il suo riscatto). L'operazione Arthur è stata meramente economica, utilità del giocatore alla causa bianconera vicina allo zero. Le colpe sono di chi ha fatto il mercato. Il centrocampo della Juve non sarebbe titolare in nessuna delle squadre che la precedono in classifica, nemmeno nelle due romane. Questo è emblematico del valore reale della rosa, mai realmente in lotta per lo scudetto ed ora alle prese con il rischio di qualificazione alla Champions. Duro il messaggio social di Lapo Elkann: "Vedere la Juve così fa male al cuore. La Storia e la Maglia meritano più amore, rispetto, passione e professionalità. Svegliatevi tutti". Il fratello John allo Stadium ha preso appunti dopo l'ennesimo film horror in bianconero. Il 27 maggio è in programma l'assemblea degli azionisti Exor. Decisiva per la rivoluzione. Tecnica e societaria.