La brutta figura della Lega: così il calcio italiano ci rimette la faccia. La situazione è grave, mai seria

03.03.2020 00:15 di Ivan Cardia Twitter:    vedi letture
La brutta figura della Lega: così il calcio italiano ci rimette la faccia. La situazione è grave, mai seria
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Giochiamo, anzi no. Sì, giochiamo. A porte chiuse. Aperte. Socchiuse. Aperte a metà. Fate entrare uno spiffero, che cambiare l’aria fa bene. Ma che siete matti? È così che ci si raffredda. Non ci avete capito niente? Beh, neanche noi. 

E il (maldestro) tentativo di far ridere è perché ci viene solo da sdrammatizzare. La situazione è sempre grave, mai seria. Abbiamo capito che del coronavirus bisogna avere paura, ma solo fino alla domenica. In settimana non crea grossi problemi. Sa distinguere tra Serie A, Serie B, Serie C e perfino Coppa Italia. Impedisce ai tifosi lombardi di andare in Piemonte, ma se sei bergamasco puoi spingerti fino a Lecce. Abbiamo capito, più che altro, che le nostre istituzioni calcistiche hanno fatto una figuraccia. E in ampia parte sono inadeguate. Ma forse l’avevamo già intuito.

Con un minimo di imparzialità e oggettività, il pasticcio di Juventus-Inter, e delle altre quattro gare rinviate sabato in tutta fretta, è stato di quelli brutti e anche goffi. Colpa della Juventus? Mah, colpa di chi l’ha deciso. Non entriamo nel merito: che il derby d’Italia con l’Allianz vuoto, peraltro in concomitanza col Clasico, sarebbe stato uno spettacolo non entusiasmante da vedere lo si poteva immaginare già prima di sabato. Ammesso e non concesso che dai bianconeri siano arrivate pressioni in tal senso (e per esempio le parole di Cellino fanno dubitare che sia così), non sono certo iniziate da sabato mattina. E se avevano un minimo di fondamento, come in ogni caso ci pare, potevano essere ascoltate ben prima. Viceversa alle pressioni si può pur sempre dire di no, se c’è un interesse prevalente come quello alla salute. Soprattutto alla luce di quello che ne è derivato. Molto facile, questo sì, da prefigurare. La Juve, in ogni caso, al massimo può aver avuto la “colpa” di aver portato avanti i suoi interessi. Chi governa il calcio deve pensare a quelli di tutti. E ora ha tra le mani una patata sempre più bollente. Quanto alle dietrologie, ai complotti: fidatevi poco. La Juve non voleva questa governance come non la voleva l’Inter.

Nell’emergenza coronavirus, sulla cui entità non sta a noi dare una valutazione, il nostro sistema si è scoperto fragile, nei suoi rapporti. È un discorso molto ampio, qui ci interessa il mondo del calcio. Litigioso da anni, il virus ci è servito almeno per capire fino a che punto. Ora Lega Serie A e FIGC sembrano aver trovato l’intesa. Fragile come un cristallo quando nel negozio entra un elefante. Juve-Inter lunedì 9. Fatichiamo a capirne il senso, la differenza, tanto più che nessuno può prevedere cosa succederà da qui a sei giorni. E l’Inter non sembra affatto contenta: eufemismo, basta andare su Instagram, profilo Steven Zhang. Aspettiamoci nuove scaramucce, altro eufemismo: mercoledì a Roma voleranno stracci. Il resto del calendario slitta tutto in avanti di una settimana. Salteranno fuori, città per città, concerti, altri eventi, problemi logistici di ogni ordine e grado. Non serve un indovino per prevederlo. Non resta che sedersi sulla riva del fiume e aspettare. Il resto scivola via. Il calcio giocato, i sussurri dalla Spagna su Ronaldo che vuole tornare al Real, il Lione che sarà una mezza impresa. Rumore di fondo ovattato, c’è da litigare. E meno male che la salute veniva prima di tutto.