L'IMBOSCATA - Riecco il Barça: non dite che la Juve è favorita. Howedes profilo giusto. Mercato, mi aspettavo altro. I casi Spinazzola e Keita. La Var non mi piace. Guido Rossi e i suoi segreti da rendere pubblici. Pecoraro ti (ri)scrivo

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
25.08.2017 01:50 di  Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA - Riecco il Barça: non dite che la Juve è favorita. Howedes profilo giusto. Mercato, mi aspettavo altro. I casi Spinazzola e Keita. La Var non mi piace. Guido Rossi e i suoi segreti da rendere pubblici. Pecoraro ti (ri)scrivo

Dove eravamo rimasti? Rubo la battuta al grande Enzo Tortora. “L'imboscata“ dopo essersi riposata al sole e al  mare di Francia torna più agguerrita di prima. Di cose  da esaminare ce sono  tante. Quindi andiamo per ordine .

ANCORA LORO

Facciamo così: il prossimo sorteggio di Champions facciamolo incominciare dopo aver archiviato Juventus – Barcellona. Se la Juve si iscrive al torneo di rubamazzo come avversario becca i catalani.  Sempre loro, ancora loro. Che non hanno più Neymar, che hanno Messi e un Iniesta con un anno in più, ma che  sono pur sempre il Barça: una delle squadre più forti del mondo. Mi fanno ridere i commentatori che affermano: “Beh , stavolta la Juventus è favorita“. Certo, come no. Del resto , quelli i catalani, i 220 milioni presi per la cessione di Neymar , li metteranno in banca e non compreranno per sostituire il campione brasiliano. Non Coutinho, non Dembelè, non Mbappè. Quello lo stanno incartando ed infiocchettando per il Paperone arabo di Parigi. Ma mi faccino il piacere, direbbe il compianto Fantozzi-Villaggio. Diciamo che Madama se la può giocare e che i greci e i portoghesi pescati dalle manine di Totti e Sheva nell'urna, sono avversari abbordabili. Almeno seconda nel suo girone la Juve dovrebbe arrivare.

E' andata peggio alla Roma che se la dovrà vedere oltre che con lo sconosciuto Qarabag  anche con Chelsea e Atletico Madrid: toste le squadre, ingiocabili i due allenatori per un mite esteta come Di Francesco. Quanto al Napoli finalmente sapremo:  meglio il tiki taka nostrano alla partenopea o l'originale esportato in Gran Bretagna? Sarri – Guardiola è una bella sfida dal pronostico non scontato. Le altre del girone possono tuttavia essere due mine vaganti: lo Shakhtar al solito è imbottito di brasiliani. E gli olandesi del Feyenord sono tulipani carnivori: guai a farsi ammaliare dai colori. Sembra calcio totale: spesso è catenaccione all'italiana.

JUVE DA COMPLETARE

La Juve che si appresta alla seconda di campionato a Genoa dove la scorsa stagione fu tramortita da tre cazzotti da k.o, è una squadra che per ora gira a tre cilindri. Non inganni il largo punteggio ottenuto alla prima contro  il Cagliari: ci sono stato brividi. E non solo da Var .

Juve con un Matuidi in più (l'uomo che ci voleva in mezzo al campo) ma  con una difesa che abbisogna di rinforzi. L'ultima tentazione si chiama Howedes, tedesco dello Schalke 04: stagionato, classe 1988, fisicato (1.88), campione del mondo, nazionale teutonico. Gioca in mezzo, gioca a destra. Piedi discreti, grande esperienza, personalità accertata. Uno insomma su cui contare. Non era l'uomo che speravo arrivasse dallo Schalke (come sapete sono un estimatore di Goretzka), ma per la serie “prendi uno e copri due ruoli“, Howedes appare il profilo giusto .

Qui - se l'affare andrà in porto – credo che la Juve chiuderà i battenti e si metterà sulla riva del fiume ad attendere gli eventi.

Insomma, la Juve non ha altre necessità : anzi l'arrivo del tedesco potrebbe facilitare l'uscita verso le terre della Mezzaluna di Asamoah, visto che De Sciglio nel caso può giocare anche a sinistra .

Che mercato è stato? Ottimo per Madama. Anche se io mi aspettavo altro.

Ma trovato il vice Buffon (ottima scelta), preso De Sciglio (mah, auguri a Mattia ma ha cominciato come peggio non si poteva in Supercoppa), rinforzato il centrocampo con Matuidi (ora spero di non dover attendere le calende greche per vedere in campo Bentancur), potenziato l'attacco con due grandi profili: Douglas Costa sarà utilissimo. Bernardeschi stupirà. Specie se Allegri non sarà un “cagòn“  e terrà conto del fatto che la miglior partita il Berna all'europeo di categoria l'ha fatta da falso nueve. Insomma quando Higuain dovrà tirare il fiato (e nonostante le alternative logiche siano Manzo, Dybala e Kean) io, come  per un gessato eccentrico color senape di Zegna, tagliato su misura, un Cuadrado, Berna, Dybala, Douglas Costa me lo concederei. Così per sfizio. E per vedere l'effetto che fa: agli avversari .

LA VAR NON MI PIACE

Vado controcorrente: come sapete ho un brutto carattere. La Var non mi piace. Non mi piace come è stata concepita. Ho il medesimo parere del mio amico Roberto Perrone:  nel calcio tutti possono sbagliare. I presidenti, i dirigenti, gli allenatori, i giocatori, i tifosi, i giornalisti. Gli unici ai quali non è concesso di sbagliare sono gli arbitri. La Var non è un aiuto per gli arbitri. La Var è la messa in tutela degli arbitri. Dicono che la moviola in campo renderà più trasparente il campionato e limiterà gli errori. D'accordo. Ma di fondo c'è una mistificazione. Non concedendo all'arbitro di sbagliare si sottintende che l'arbitro può non essere onesto. Nel migliore dei casi influenzato dalla mitica “sudditanza psicologica".

Io vorrei una Var cucita su misura sull'esperienza del tennis. Siano gli allenatori a chiamare la Var, là dove le decisioni dell'arbitro non li convincano. Sia loro concesso di chiamarla  come accade per il “falco“ due volte per tempo .

Reputo che l'errore umano faccia parte del gioco. Sbagliano gol, incredibili gli attaccanti, fanno cose orrende  i difensori, sbagliano formazione gli allenatori. Per quale motivo gli arbitri dovrebbero essere esenti? Si consideri l'errore arbitrale al pari di una traversa o di un ciuffo d'erba mal rasato. E si adoperi la tecnologia solo per verificare se i gol sono entrati davvero o se sono solo una illusione ottica .

Tra l'altro la Var (il, la  un ermafrodito sto var)  non è la panacea di tutti i mali. Spiegatelo a Cairo e al Torino che a Bologna la Var  (ma che sfiga...) è andata in tilt per 15 minuti proprio quando il Toro segnava un gol valido annullato per presunto fuorigioco.

E non sarà la Var a placare i complottisti .Lo ha ottimamente spiegato Mattia Feltri su  “La Stampa“ . Per gli antijuventini in servizio permanente  la Var scattata per la prima volta in assoluto allo Stadium è la foglia di fico del designatore che esenterà adesso nei secoli i Campioni d'Italia dall'essere indagati a bordo campo. Per gli juventini la conferma di quanto ai tempi di Calciopoli in una intercettazione l'allora presidente delle Federazione Franco Carraro, consigliava al designatore Bergamo. “Se c'è un dubbio, per carità non favorite la Juve“ .

IL VENTO FA IL SUO GIRO

Il vento sta facendo il suo giro.  E l'eventualità di un settimo titolo consecutivo di Madama è un incubo da Shining che tutti si stanno adoperando ad esorcizzare.

Piccolo bestiario catalogato in questo ultimo mese .

La Juve? Si è indebolita. Senza Bonucci la difesa fa acqua. Senza Alves ha perso in qualità.

Il Napoli? Gioca di dio. E non ha cambiato. Sarri è il Guardiola italiano. Per il Napoli sarà la volta buona. Soprattutto il Napoli se “lo merita“

La Roma? Aspettiamo la fine del mercato. Ma Monchi è un mago. Ci sorprenderà

Il Milan:  ha comprato, ha speso, è scintillante. Montella si ispira a Guardiola. Ha soffiato Bonucci alla Juve. Ha preso giovani maravigliosi. Stupirà in campionato. E L'Europa League è già sua.

L'Inter:  è come un gattone. Sembra placida ma ha mettendo a segno colpi utili. Spalletti è il number one. E Sabatini è il vero “valore aggiunto“. E poi L'Inter non ha le coppe. Ma soprattutto l'Inter ci ha i danè. Mica come quegli altri....

Ci si aggiorna a gennaio amigos. Ho tenuto articoli, opinioni e sentenze. Sproloqui e cazzate varie.

A gennaio le metterò in rete su questa rubrica: con tanto di nomi e cognomi .

A PROPOSITO DI QUEGLI ALTRI

A proposito di quegli altri. Ma lo sapete che il compratore del Milan, lo sconosciuto (in Cina) Yongohon li che non ha residenza a Casa Milan, risulta nel board rossonero come uomo di mera rappresentanza nei confronti di  "qualsivoglia  ente o amministrazione: Coni, Figc, Lega di serie A (oltre a Uefa e Fifa) compres?.

L'uomo che a detta di Fassone  "viaggia molto e non ama comparire“ ha delegato con poteri pari ad un Ad,  al signor Han Li che ha firma di spesa “fino a dieci milioni di euro“.

Carramba che sorpresa: ma mica per la delega. Per il curriculum scarno di Han Li . Un uomo che non ha mai avuto “incarichi dirigenziali di vertice in Cina, ma che ha condotto e partecipato a numerose  fusioni ed acquisizioni di società di investimento sul mercato finanziari cinese“ .

Tradotto: Han Li dovrebbe essere un broker.  Hanno un nome, dei volti queste fusioni ed acquisizioni ?  In attesa di saperne di più sulle scatole cinesi del Milan, Fassone e Mirabelli continuano a comprare con dei pagherò a due – tre anni . Un mercato faraonico che è al top tra quelli condotti dai club europei. Ad ottobre il Milan dovrà presentare il nuovo prospetto di fair play finanziario, tenendo presente i bilanci degli ultimi cinque anni. Tutti passivi, se non rammento male. E nel maggio del 2018 dovrà staccare una cedola di qualche decina di milioni- come da accordi con l' Avvoltoio della Eliott – pari all'interesse dell'11,5 % per il prestito  milionario, ottenuto  per effettuare il closing. Insomma: auguri .

I RIBELLI

Nell'estate dei ribelli (da Dembelè a Coutinho, da Niang a Kalinic ) e dei certificati medici, spiccano in chiave Juventus e a netto del “giallo“ Schick che tutti vogliano ma nessuno compra, i casi di Spinazzola e di Keita. Casi assai diversi .

Dopo aver venduto tutti i gioielli di famiglia (da Gagliardini a Kessie) e dopo essersi piegato al ricatto dell'agente di Andrea Conti che prima del ritiro aveva affermato: “ Non raggiungeremo la squadra, Andrea non giocherà la prossima stagione per l'Atalanta“ , il presidente Percassi ha sbattuto la porta in faccia Marotta per il rientro anticipato di Spinazzola. Il terzino è un giocatore della Juve , a Bergamo è in prestito. E' un ottimo prodotto della cantera bianconera, ma non è Roberto Carlos. Mi dice l'amico Xavier Jacobelli che conosce le cose della Dea che a Bergamo Alta non è piaciuto l'approccio del procuratore di Spinazzola. Che probabilmente ignora le pagine sublimi del “Galateo“ ma che fatto di conto ha realizzato che a Torino Spinazzola avrebbe giocato  la Champions, avrebbe concorso per un posto al Mondiale, avrebbe guadagnato il quadruplo rispetto ai 250.000 euro che percepisce a Bergamo. E allora? Allora probabilmente pressato da Gasperini e terrorizzato dalla muta di possibili richiedenti asilo in casa altrui, il presidente Percassi, ha messo il veto come  monito per chiunque fosse stato preso dai pruriti di Spinazzola. Ma la colpa è sua: è lui che con Conti (peraltro pagato dal Milan 30 milioni) ha aperto la porta. Marotta ha abbozzato. I tifosi assai meno. I tifosi non capiscono come una società “amica“ dalla quale la Juve ha già preso Caldara e alla quale ha dato in prestito biennale Orsolini possa comportarsi in modo tanto rigido per un terzino di buon livello ma non certamente un Bale prima maniera:   un giocatore che non è neppure suo. Finita? Ufficialmente sì. Di fatto chissà : l'Atalanta ha ceduto all'Inter il giovane Bastoni. Lo terrà ancora una stagione e poi lo veicolerà a Milano. Quel Bastoni che a gennaio, inutilmente Marotta aveva cercato di inserire nella combinazione Caldara. “Ne riparliamo tra un anno“ fu la risposta. Appunto .

Il ribelle Keita invece è alle prese con il duro Lotito . Lui rinnova , Lotito non lo fa convocare per la Supercoppa, i tifosi lo minacciano, lui si stressa e con un comunicato spiega che  con la Lazio ha chiuso.  La Juventus ha fatto una offerta di 15 milioni più cinque di bonus.  “Non bastano“ ha spiegato il divo Claudio. “ Pazienza “ ha detto Marotta . Keita è costato alla Lazio 300.000 euro . La plusvalenza sarebbe ingente. Keita vuole solo la Juventus. Lotito probabilmente pensa alle carte bollate. A meno che qualcuno non faccia presente al bollente presidente laziale che la giustizia italiana è lentissima . Che a febbraio Keita può firmate per chi gli pare. E che alla fine invece che con 20 milioni la Lazio potrebbe ritrovarsi con un pugno di mosche.

Notarella su Neymar: i 220 milioni pagati per la clausola hanno sconvolto il mercato . Adesso anche un magazziniere costa 5 milioni di euro. Molti si sono stupiti per la clamorosa operazione fatta dall'emiro del Psg. Invece la mossa è logica,  nel segno di Macron, il neo presidente francese che vuole riportare la Francia ai fasti di De Gaulle e di Mitterand. Francia centrale in Europa e quindi nel mondo schiodando dal  seggiolone di vertice la Germania da troppo tempo “dominus“ politico ed economico . Per farlo serve anche una squadra di calcio in grado di far delirare come il Real Madrid . E il Psg gioca a Parigi, sotto scopa dei terroristi islamici ma pur sempre la ville lumiere, la capitale più bella del mondo. Per l'arrivo di Neymar hanno illuminato la Torre Eiffel : capito dirigenti di Finmeccanica come sta girando il fumo ?

PACE ALL'ANIMA SUA

E' morto Guido Rossi. La morte è un mistero che per la sua drammaticità tende nel momento del lutto ad avvicinare le persone. Anche quelle che cordialmente si detestano. Tende a smussare le passioni , a concedere un momento di pietas e di riflessione.

Fino a quando la parola non passa ai vivi: esagerata, faziosa, ridicola in alcuni casi. Questo è stato uno di quei casi .

E' stato un grande giurista Guido Rossi, presidente di svariate eccellenze.

Un uomo potente del quale Ferruccio De Bortoli, esaltandone le qualità ha rammentato anche le “leggendarie parcelle“ . In un comune della Lombardia rammentano bene come andarono le cose.

Nominato Commissario Straordinario in Figc nel 2006 , nell'estate dei veleni, su indicazione di Romano Prodi allora presidente del consiglio, Guido Rossi si distinse per due cose. Aver a lungo pensato di negare il pass per i mondiali ai calciatori ( e a Lippi, allenatore ) coinvolti in Calciopoli, salvo poi salire , dopo il trionfo di Berlino, sui carro dei vincitori. E per aver girato con “destrezza“ uno dei due scudetti revocati alla Juventus, all'Inter, terza classificata in quel torneo, con un  distacco di 15 punti dalla prima. Titolo assegnato per “ correttezza e meriti sportivi “ .

Ne aveva titolo l'Inter ? Non ne aveva. In ogni senso. I “ grisbi “ nella storia dell' Inter sono numerosi. A cominciare dal primo scudetto, vinto in uno spareggio ai danni della Pro Vercelli, che indignata per non aver ottenuto dai rivali un rinvio ( i calciatori della Pro erano impegnati con la Nazionale Militare ) mandarono per protesta in campo numerosi undicenni della formazione pulcini .Non ho preso un colpo di sole : consultate gli archivi :  UN-DI-CEN-NI .

Morale,  l'ex consigliere di amministrazione dell'Inter Guido Rossi, fregandosene dei parere dei tre saggi consultati, assegna motu proprio lo scudetto all'Inter. Finito il suo mandato in Federazione , Guido Rossi approda ai  vertici della Telecom , allora di proprietà del vicepresidente dell'Inter, Marco Tronchetti Provera . Una presidenza val bene uno scudetto (altrui)? Come noto io sono andreottiano: a  pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca .

Con la sua morte Guido Rossi porta con sé un serie di segreti. Ma altri  ne sono a conoscenza. Sarebbe il caso che una buona volta questi segreti fossero resi pubblici.

Un mio amico, juventino e credente, auspicava alcuni anni fa che Rossi “ espiasse “ con alcuni secoli di Purgatorio. Va da sé che le falangi interiste  si spenderanno tra qualche tempo nel segno di “Rossi, santo subito“ . Io francamente non so in quale cantica di Dante, lo spirito del professore sia   stato veicolato.  Ma l'idea che possa essere in questo momento face-to-face con Ulisse nella  prima cantica, mi solletica . Lo scudetto di cartone non riesco ad ingoiarlo. Proprio non riesco .

ANCORA COSTI' RITTO PECORARO?

E visto che ho parlato di Dante, inevitabilmente Bonifacio VIII,  è associabile  a Giuseppe Pecoraro . Almeno dal punto di vista della metrica . E' ancora lì: non se ne va. Non se ne vuole andare. Carlo Tavecchio non osa chiedergli di togliersi dai piedi. Lui garantisce  (me lo ha confermato il senatore  Esposito) che la “ bufala “ tarocca veicolata contro Andrea Agnelli, per la quale si è scusato, non influenzerà il suo giudizio. Va bene: ci credo . Ma chi se ne frega, scusi ex Prefetto? Chi se ne frega se lei non sarà influenzato? Inutile che le citi Orazio:  se io sbaglio un pezzo e scrivo cose false, mi posso scusare ma poi come minimo devo dimettermi dal mio incarico in questa testata. Un atta dovuto. Misura nelle cose. Questione di etica e di professionalità: ha presente ? Mi sa di no . E quindi mi piacerebbe sapere per quale motivo Giuseppe Pecoraro si ritenga indispensabile. O per quale motivo Tavecchio lo ritenga indispensabile . O ci sono altri, magari quelli che ne hanno caldeggiato la nomina che  ritengono Pecoraro indispensabile? Così fosse ci sarebbe un bel vaso di Pandora da scoperchiare. Fatemelo sapere, perché  io con i coperchi sono un fuoriclasse.