L'IMBOSCATA - Presa per i fondelli dal Benfica, la Juve non c'è più. Un progetto misterioso. Agnelli e il silenzio dei colpevoli. Tutta la squadra segue Allegri? Del Piero nuovo Boniperti. Gli arbitri e la iattura Superlega

16.09.2022 00:52 di  Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA -  Presa per i fondelli dal Benfica, la Juve non c'è più. Un progetto misterioso. Agnelli e il silenzio dei colpevoli.  Tutta la squadra segue Allegri? Del Piero nuovo Boniperti. Gli arbitri e la iattura Superlega

Presa letteralmente,  negli ultimi trenta minuti, per i fondelli dal Benfica: squadra vera, solida, con idee e che gioca al calcio. La Juventus non c'è più, come ha ammesso Bonucci. Non c'è più sul campo (due vittorie in 8 partite, con la Champion's quasi compromessa  con due sconfitte di fila e Madama  a zero punti nel girone). Ma si stenta  a vederla anche negli uffici, nella comunicazione, nella progettualità.  Tanti sono i fattori che hanno portato a dissolvere (la Juve in questo momento è liquefatta) una gloriosa società che una volta sarebbe uscita dal campo ( magari sconfitta) ma solo  dopo essersi dannata per  pareggiare . Ci hanno provato: in modo patetico. Imbarazzante. Teneramente molli.  Questa volta non c'è stato errore del Var . Il fuorigioco che ha portato all'annullamento del gol di Vlahovic era solare. Il rigore commesso da Miretti, forse non lo era ma a  termini di regolamento ci stava. Il rigore forse era da ripetere visto che l'ex interista Joao Mario aveva interrotto la corsa. Ma non tutti gli arbitri si chiamano Irrati.

Il Benfica avrebbe potuto farne quattro, visto che la porta di Perin ad un certo momento sembrava il portone di Fort Apache. “ Bisogna lavorare “ ha detto Allegri . Esatto: ma come lavora in settimana Allegri ? Mi è arrivato da un amico il video di un allenamento . Allegri passeggia sul campo e pontifica. L'atteggiamento di alcuni giocatori la fotografia di quello che poi si vede in partita . La Juventus odierna è impiegatizia. Tale sembra essere diventato il suo presidente. Al pari dei suoi dirigenti, del suo allenatore, dei collaboratori dell'allenatore. Va  sul prato verde, timbra il cartellino e se ne va. Ci sono giocatori pavidi che neppure vanno sotto alla curva a prendersi i sacrosanti fischi dei tifosi. Ci sono giocatori che fuggono nello spogliatoio. Del resto:  neppure l'allenatore è andato a mettere  la faccia davanti ai tifosi. La Juve è una nave che beccheggia. Non ci sarà ritiro. La dirigenza va davanti ai microfoni  (Arrivabene, Nedved) solo per rendersi più antipatica di quanto già non sia. Proterva e spocchiosa. Ci sono maglie alla Juve che a fine gara non sono umide di sudore.  La Juve dopo 20 minuti,  regolarmente si scioglie. Inevitabile per una squadra che da anni non fa la preparazione. E dopo cinque giorni di corsette si imbarca per il mondo a raccattare quattrini .

La Juve  difetta nella progettualità. Non puoi fare a meno di Chiellini e De Ligt sostituendoli con il solo Bremer. Non puoi non accorgenti che da tre stagioni Alex Sandro non è più il giocatore che avevi preso. Non perdi Dybala se non hai un giocatore in grado di sostituirlo nella qualità e nella fantasia. Non sostituisci Ronaldo con Kean. Provochi ilarità. E disperazione nei tifosi.  Avresti dovuto operare con saggezza. Cambiando  i giocatori usurati con gente giovane e di prospettiva . Ma hai preso i Ramsey, i Rabiot, gli Arthur. Hai comprato i Kulusevski ma non ci hai creduto. Hai comprato gli Zakaria che sono durati lo spazio di sei mesi . Hai ceduto per fare cassa i Bentancur.  Hai preso Vlahovic che a Firenze segnava a raffica e che ora sembra  un paracarro. Ma a Firenze segnava tanto forse  perché  era assistito da un gioco. A  Torino viene lasciato al suo destino. Hai preso  top players  come Di Maria e Pogba avanti con gli anni e acciaccati. Con sprezzo del pericolo. Se Ronaldo era stato un azzardo (che ancora finanziariamente  stai pagando) economico (anche se  ti ha fatto caterve di gol), Di Maria, fenomeno del prato verde, prima di firmare ti ha spiegato che tra un anno se ne andrà. E tu tra un anno sarai da capo. Con il tuo Cuadrado che ormai ha lingua a penzoloni, spremuto come un limone da mille corse, anche con la sua Nazionale. E il tuo Kostic che se ti andrà bene diventerà (magari, magari) un Giaccherini. Ti sei liberato di Bernardeschi, Dybala, Morata, gente che amava la Juve e che voleva restare a Torino. Hai avuto (e ancora hai) il braccino corto con i giovani. Allegri sembra uno dei quei vecchi signori che viaggiavano sul  “Rex “( che batteva il record di velocità nella rotta verso New York ) , in gibus e ghette quando la moda era da tempo cambiata. Un uomo fuori tempo. Che non si sente in discussione. Da quando Marotta è stato congedato “per una Juve di quarantenni” disse Andrea Agnelli (come il “trentenne“  Arrivabene, chiedo io? )  la Juve è peggiorata. Le decisioni sono di Agnelli. Lui ha messo i sigilli. E le sue decisioni sono state in sequenza: Sarri, Pirlo, Allegri. Era stato messo in guardia , Agnelli, sul pericolo delle “minestre riscaldate“. Domanda non provocatoria: la squadra tutta segue “compatta“ Allegri? Perché non sembra. Servirebbe una scossa. Un uomo con  autorevolezza e  credibilità. Uno come Alex Del Piero che da solo, tra l'altro, rappresenta un brand. Lui dopo che lo fu  Giampiero Boniperti è ancora “l'uomo chiamato  Juventus“ . Non fatevi ingannare dal volto mansueto e bonario di Alex: è uno con i colleones.  In quale posizione, eventualmente?  Si può immaginare .

Analizzo la iattura delle iatture: la Superlega. Quella idea (magari non malvagia) ma nata  male, nata in modo carbonaro,  male spiegata, male gestita. Una Superlega a tre: visto che alle spalle di Real, Barcellona e Juve c'è il vuoto . Il deserto dei tartari. Mollato,  Agnelli,  come un marito del quale la moglie si è rotta le scatole,  da  Inter, Milan, Paris SG, Bayern . Per non parlare delle inglesi .  Già la Juve era storicamente  detestata perché vinceva. La Superlega abortita (ma ufficialmente  ancora nella sala rianimazione dei tribunali) l'ha fatta odiare. Da Ceferin, da Gravina, dai media, dai tifosi delle squadre dei peones. E inevitabilmente dagli arbitri. La Juve tace, come se i risultati non le interessassero. Come se il costante rosso di bilancio non dovesse preoccupare. Come se l'azionista di maggioranza non ci avesse ripetutamente messo una pezza, ricapitalizzando. Questa Juve e questa dirigenza stanno sulle scatole persino ai propri “clienti“, ai propri tifosi. Figuriamoci agli avversari. La spocchia si evince dal cocciuto silenzio dietro al quale la Juve si trincera. Allegri in conferenza stampa offre banalità da asilo Mariuccia. “Lavorare, c'è poco da dire, testa bassa, il calcio è così, ci sono momenti così, niente da rimproverare alla squadra“ .

Da quanto la Juve non fa più un ritiro punitivo? Ma se non ora, quando?  Da quanto il presidente della Juventus non si espone e non dice: “Mi aspetto questo, abbiamo sbagliato questo, eccetera“. Ho sbagliato: affermazione sconosciuta anche  nel vocabolario di Allegri. Se conta solo il businnes, con  le maglie color lampone, siamo messi male. Informo sua divinità Andrea Agnelli che se la Juve  fallirà la qualificazione agli ottavi di Champion's, eliminata nel girone,  sarà una debacle epocale: economica e sportiva. Se fallirà lo scudetto sarà una debacle mediatica nell'anno del centenario della proprietà Agnelli. La sfortuna (incidenti a Chiesa, Pogba, Di Maria e altri) non giustifica la mediocrità di un avvio di stagione irritante:  per l' impotenza e la pochezza del gioco. Unica nota positiva,  Milik: un colpaccio. Un giocatore che segna regolarmente è una benedizione. Mi ha stupito. Ma non basta. Dybala (Arrivabene dixit ) era  “fuori dal progetto“. Magari “fuori dal progetto“ dovrebbero essere altri. Anche tra quanti non scendono in campo.  Ma esiste un “progetto“? E se esiste, quale è? Per ora il “progetto“ è più misterioso di quanto non lo fossero i piani  dello sbarco in Normandia. La verità è che la gente bianconera si aspetta che John Elkan prenda in mano la ramazza . E' l'unico che può farlo. E come recita il proverbio: “chi ha tempo non aspetti tempo“.  Tergiversare nell'inforcare la scopa potrebbe rivelarsi un disastro. Ingegnere, il calcio  è fatto della materia dei sogni. Ma dica, per favore : se io fossi un suo dipendente, se lavorassi per lei e  continuassi a fallire, a non produrre risultati, quante possibilità ci sarebbero che lei (giustamente) non mi facesse avviare alla cassa?  Zero .

Infine,  mi ha scritto il lettore Roberto Casella (grazie per gli  apprezzamenti) annunciando il suo proposito di “abdicare“ da tifoso della Juventus. In passato, scherzando, l'ho fatto anche io dopo l'ennesima ignobile maglia ideata da creativi ossessionati dall'idea della  “modernità“ e fatta indossare ai calciatori. Gentile signor Casella: non lo faccia. Non è lei che deve abdicare. Altri  dovrebbero. E mi creda, se conosco le abitudini della Real Casa non escludo possa accadere. Non subito, non traumaticamente. In fondo sono sabaudi. Ma potrebbe accadere .

“Tempus edax rerum“ scrive Ovidio nelle  “Metamorfosi“: il tempo che divora ogni cosa. Creda, signor Casella: divora anche gli uomini .