L'IMBOSCATA - Impresa Scudetto sempre più difficile, Verona tappa cruciale. Attenzione alle esche di Juric. Gli "aiutoni" al Real, non una novità. Designazione Juve-Porto: una speranza. Quella sottolineatura nel curriculum di Paratici

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
26.02.2021 00:20 di  Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA  - Impresa Scudetto sempre più difficile, Verona tappa cruciale. Attenzione alle esche di Juric. Gli "aiutoni" al Real, non una novità. Designazione Juve-Porto: una speranza. Quella sottolineatura nel curriculum di Paratici
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Spiega Burt Lancaster nei panni di uno scout che con l'esercito insegue la banda dell' apache Ulzana: “Se vuoi combattere gli Apache devi conoscere il terreno sul quale si muovono. E soprattutto devi pensare come un apache“. La Juventus va a casa dell'Hellas, landa storicamente zeppa di trappole. Il Milan lasciò le penne due volte nella “fatal Verona“. Sarri la scorsa stagione ci perse una gara assurda. Perché i guerrieri di Ulzana – Juric sono maestri di imboscate. Giocano come nessun altro  nel campionato italiano. Per dire: ti occupi di Lasagna o di Zaccagni ma meglio faresti ad occuparti di Di Marco, terzino incursore con il vizio del gol. Reputo che il passaggio nelle nfide gole di Verona risulterà per la Juventus cruciale. Almeno per quanto attiene al campionato. Se vincerà a casa di Giulietta manderà un segnale alla compagnia. Perché ci arriva incerottata e perché in quella casa non troverà bigliettini amorosi e storie strappalacrime di amanti divisi: troverà cactus, sassi, pozze seccate e frecce avvelenate. A Verona la Juventus dovrà evitare di abboccare alle esche di Juric, bravissimo a far difendere e a far ripartire in due – tre tocchi prima di concludere. Occhio ai “tagli“ e a i cambi di campo. Il Verona è squadra, per dirla con Giaonbrerafucarlo, “femmina“ che ti “invita“  ad “entrare“. Salvo scoprire che dopo l'uscio ti ritrovi in una foresta di aculei e spine.

Non ci sono alternative, comunque: vincere per sperare di mettere qualche sassolino nella testa dell' Inter. Vincere  per continuare a sperare in una impresa che ogni settimana appare sempre più difficile. Il motivo è semplice: la Juventus non può concedere giocatori come Dybala (nessuna complicazione dopo il consulto a Barcellona ma ancora incerta la data del rientro), come Bonucci, come Chiellini, come Cuadrado, come Morata, come Danilo (squalificato)  e ultimamente neppure come Arthur. Nondimeno si dovrà fare con quelli che sono sani: si aspetta uno squillo di tromba da Bernardeschi. Si attende rabbia agonistica da Kuluseveski, affidabilità dalla coppia Demiral – De Ligt. Si attendono buone indicazioni dai giovani Fagioli e Dragusin. E si attende che Cr7 faccia quanto fa sempre: i gol.

Il Verona ha giovani interessanti, come il difensore Lovato e come il baby serbo  Ilic sul quale ha  messo gli occhi anche Guardiola . La Juve osserva e magari per giugno si muoverà .

Difficile possa farlo per Haaland, il cui valore è schizzato a 116 milioni, pare rifiutati e il perché è facilmente comprensibile. Il norvegese sarà per sempre una sottolineatura blu e rossa sul curriculum di Paratici. Uno come Haaland è più importante di qualsiasi allenatore.

Affronto con il fegato gonfio il capitolo Champions. Ha perso la Juve (giocando male) defraudata di un solare rigore. Ha perso la Lazio (senza se e senza ma) ma egualmente scippata di un penalty. Ha perso l'Atalanta in quello che ormai è un classico della storia del calcio: un aiutone al Real Madrid. Non c'è squadra del pianeta che non ci sia passata. E' sempre stato così. Stavolta un tedesco ha lasciato in 10 la Dea per una espulsione assurda (anche per il regolamento). Ha perdonato a Modric una entrata da giallo. E ha messo un “piumino“ sul volto di Casemiro, pur  colpevole di simulazione in area, passibile di secondo giallo e quindi di espulsione. Roba che vale anche pensando alla gara di ritorno. Il problema con il Real è che la cosa non risulta una novità. Ai tempi dei blancos di Di Stefano che vinsero cinque Coppe Campioni di fila, i tabloid inglesi scrivevano che Bernabeu aveva un centravanti più forte di don Alfredo: si chiamava Saporta e non metteva mai piede in campo. Il “piede“ lo metteva - secondo i tabloid - nei corridoi.

Questo lo stato dell'arte. Poi c'è la diffusa idea, in Europa, che in Italia (questo non a torto) si “amministri“ un torneo particolare : quello dei “rigorini” . E quindi gli arbitri europei al dunque, nicchiano. Non è il caso di Atalanta -  Real Madrid: lì c'è stato qualche cosa si peggio. Ma che le squadre italiane sovente in Europa siano state penalizzate anche questa è storia. La speranza per la Juve  è quella di non trovare un “brocco“  al ritorno con il Porto: la Juve ad Oporto ha già dato. A meno che non valga il noto retropensiero: vale di più, in termini di sponsor e di audience televisiva, mettiamo una Atalanta in semifinale, o un Real Madrid? Con buona  pace del neo-rieletto (con maggioranza bulgara) presidente della Figc, Gravina. Che detesta la Superlega (sto, peraltro con lui), che ama i play off, che vede come la peste la riforma dei campionati alla voce “riduzione del numero delle squadre“ . E che soprattutto mai risponderà alla domanda: “ Perché  la Federazione non si è costituita al Coni“ . Gravina non risponde, ma io insisterò. Domani, dopodomani, fra un mese, fra un anno. E magari “oltre“.